APPROFONDIMENTI - giugno 2024 Federico Ceci, of counsel di Polis Avvocati - Studio legale, fa una disamina sugli aspetti più importanti del Regolamento (UE) 2023/2675 del Parlamento europeo e del Consiglio, entrato in vigore il 27 dicembre 2023. Il regolamento costituisce uno strumento per dissuadere gli Stati terzi dall'esercitare coercizione economica nei confronti della UE o degli Stati membri. #UE #parlamentoeuropeo #consiglioeuropeo
Post di Polis Avvocati - Studio legale
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*NUOVA GOVERNANCE ECONOMICA DELL’UE - BRACCIO PREVENTIVO* Testo a fronte tra la proposta iniziale della Commissione europea e l’accordo provvisorio concluso tra Parlamento europeo e Consiglio 🇪🇺 Il 10 febbraio 2024, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale, noto come “braccio preventivo” del patto di stabilità e crescita. Questo accordo prevede di regolamentare ex ante l'elaborazione delle politiche di bilancio degli Stati membri nell'ambito della sorveglianza UE. 📊 Il testo confronta la proposta originale della Commissione europea con il risultato del trilogo, fornendo un confronto diretto per facilitare l'analisi delle modifiche. 🔍 E' utile ricordare la base giuridica della proposta di regolamento, riassume la procedura di approvazione che ha portato all'accordo provvisorio e illustrare le principali novità introdotte.
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#Italia #Kosovo - il testo disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie tra i due Paesi e prevede i presupposti giuridici utili all’eliminazione dei fenomeni di #doppiaimposizione
Italia-Kosovo: Approvato il Disegno di Legge per la Ratifica della Convenzione Contro le Doppie Imposizioni
exportiamo.it
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Quello della “inflazione normativa” per cui più leggi sì pubblicano, meno se ne trova (cioè meno vengono applicate) è un tema decisivo. La semplicità è il valore fondamentale del legal design, il primo insegnamento che bisognerebbe trarre da questa interessante disciplina. A mio avviso l’esempio più riuscito nell’Europa intesa in senso geografico viene dalla Svizzera e cioè da un ordinamento davvero sistematico. Pensiamo anche solo al GDPR: oltremodo ridondante e largamente disapplicato
IL SENATO FRANCESE DENUNCIA LA "DERIVA NORMATIVA" DELL'UNIONE EUROPEA. [in allegato il rapporto del 4/12/2024] Tra luglio 2019 e luglio 2024, l’Unione Europea, di fronte al susseguirsi di crisi – crisi migratoria, guerra in Ucraina, pandemia di Covid-19, transizioni ecologica e digitale – ha vissuto un’intensa attività normativa: sono stati adottati circa 13.000 testi (contro 5.500 negli Stati Uniti). Alcuni testi hanno imposto forti vincoli agli Stati membri, agli enti locali e alle imprese. La Commissione Affari europei del Senato francese fa il punto sull'attività normativa, non solo della Commissione europea ma anche del Consiglio e del Parlamento europeo (colegislatori), e deplora una crescente preferenza per i regolamenti piuttosto che per le direttive (più rispettose delle diversità nazionali) e un maggiore ricorso ad atti di esecuzione o atti delegati. Da 20 anni, la preoccupazione di "legiferare meglio" a livello europeo ha portato all'adozione di misure: obbligo di presentare uno studio d'impatto per ogni nuova proposta legislativa, creazione di un comitato di revisione normativa, norma "una nuova norma, una soppressa" ( “uno dentro, uno fuori”). Nonostante ciò, le proposte – come la riforma del mercato europeo dell’elettricità o la semplificazione della PAC – non sono state accompagnate da uno studio d’impatto o da una dovuta revoca delle norme. Il principio di sussidiarietà – che definisce a quali condizioni dare priorità all’azione dell’Unione europea rispetto a quella degli Stati membri nell’ambito delle competenze tra loro condivise – e il principio di proporzionalità – che garantisce che l’azione europea apporti valore aggiunto rispetto quella degli Stati membri e non eccede quanto necessario per raggiungere gli obiettivi perseguiti – sono molto spesso inefficaci. I relatori formulano una dozzina di raccomandazioni, tra cui: - invitare gli Stati membri riuniti in Consiglio a partecipare al controllo della base giuridica di un'iniziativa legislativa europea; - prevedere l’inserimento, in tutta la legislazione europea, di una “clausola scudo” che preservi la competenza degli Stati membri in materia di ordine pubblico e sicurezza nazionale; - promuovere il dialogo tra giudici nazionali ed europei per consentire a ciascuno Stato membro di potersi sempre assumere le proprie responsabilità; - favorire l'uso delle direttive e limitare l'uso abusivo da parte della Commissione degli atti di esecuzione e degli atti delegati; - ampliare la portata e migliorare la qualità degli studi d'impatto; - prevedere una valutazione sistematica ex post degli atti legislativi; - garantire gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, in particolare sulle PMI, sottoponendo ogni nuova iniziativa europea a un "test di competitività" sul mercato globale e ad un "test PMI" rafforzato; - facilitare il controllo del rispetto del principio di sussidiarietà da parte dei parlamenti nazionali.
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IL SENATO FRANCESE DENUNCIA LA "DERIVA NORMATIVA" DELL'UNIONE EUROPEA. [in allegato il rapporto del 4/12/2024] Tra luglio 2019 e luglio 2024, l’Unione Europea, di fronte al susseguirsi di crisi – crisi migratoria, guerra in Ucraina, pandemia di Covid-19, transizioni ecologica e digitale – ha vissuto un’intensa attività normativa: sono stati adottati circa 13.000 testi (contro 5.500 negli Stati Uniti). Alcuni testi hanno imposto forti vincoli agli Stati membri, agli enti locali e alle imprese. La Commissione Affari europei del Senato francese fa il punto sull'attività normativa, non solo della Commissione europea ma anche del Consiglio e del Parlamento europeo (colegislatori), e deplora una crescente preferenza per i regolamenti piuttosto che per le direttive (più rispettose delle diversità nazionali) e un maggiore ricorso ad atti di esecuzione o atti delegati. Da 20 anni, la preoccupazione di "legiferare meglio" a livello europeo ha portato all'adozione di misure: obbligo di presentare uno studio d'impatto per ogni nuova proposta legislativa, creazione di un comitato di revisione normativa, norma "una nuova norma, una soppressa" ( “uno dentro, uno fuori”). Nonostante ciò, le proposte – come la riforma del mercato europeo dell’elettricità o la semplificazione della PAC – non sono state accompagnate da uno studio d’impatto o da una dovuta revoca delle norme. Il principio di sussidiarietà – che definisce a quali condizioni dare priorità all’azione dell’Unione europea rispetto a quella degli Stati membri nell’ambito delle competenze tra loro condivise – e il principio di proporzionalità – che garantisce che l’azione europea apporti valore aggiunto rispetto quella degli Stati membri e non eccede quanto necessario per raggiungere gli obiettivi perseguiti – sono molto spesso inefficaci. I relatori formulano una dozzina di raccomandazioni, tra cui: - invitare gli Stati membri riuniti in Consiglio a partecipare al controllo della base giuridica di un'iniziativa legislativa europea; - prevedere l’inserimento, in tutta la legislazione europea, di una “clausola scudo” che preservi la competenza degli Stati membri in materia di ordine pubblico e sicurezza nazionale; - promuovere il dialogo tra giudici nazionali ed europei per consentire a ciascuno Stato membro di potersi sempre assumere le proprie responsabilità; - favorire l'uso delle direttive e limitare l'uso abusivo da parte della Commissione degli atti di esecuzione e degli atti delegati; - ampliare la portata e migliorare la qualità degli studi d'impatto; - prevedere una valutazione sistematica ex post degli atti legislativi; - garantire gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, in particolare sulle PMI, sottoponendo ogni nuova iniziativa europea a un "test di competitività" sul mercato globale e ad un "test PMI" rafforzato; - facilitare il controllo del rispetto del principio di sussidiarietà da parte dei parlamenti nazionali.
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Gli Avvocati Francesco Iodice ed Elio Maciariello hanno pubblicato un articolo sul Il Sole 24 Ore – Norme & Tributi in materia di FDI dal titolo “Investimenti esteri diretti: più controlli, armonizzazione e coordinamento nella proposta di un nuovo Regolamento UE”. L’articolo passa in rassegna le principali novità della proposta di modifica del regolamento europeo in materia di controllo degli investimenti esteri diretti. Per saperne di più, segui il link: https://bit.ly/3wAlpt5 #FDI #ForeignDirectInvestment #ForeignInvestmentReview
Investimenti esteri diretti: più controlli, armonizzazione e coordinamento nella proposta di un nuovo Regolamento UE
ntplusdiritto.ilsole24ore.com
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La partecipazione dell'Italia al processo di costruzione dell'Unione europea è storicamente avvenuta attraverso l'art. 11 della Costituzione, che, pur non facendo diretta menzione dell'Europa, prevede che l'Italia, "…consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". A salvaguardia del primato della Costituzione vi è la riserva sulla interpretazione e sulla salvaguardia dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale nazionale che costituisce uno strumento, forse ormai l’unico strumento, per proteggere l’identità costituzionale nazionale. La portata della supremazia del diritto comunitario sulle Costituzioni nazionali è dunque ancora oggetto di divergenze interpretative, poiché le Corti costituzionali nazionali limitano in varia misura la gettata del principio del primato in ambito interno, mentre la Corte di giustizia europea assolutizza invece gli effetti del medesimo principio, il quale per ragioni ontologiche non potrebbe subire deroghe o eccezioni. Il dibattito sul principio del primato del diritto dell’Unione sulle leggi nazionali e sulle stesse costituzioni è ancora aperto, come si può rilevare dalle pronunce della stessa Corte di giustizia dell’Unione europea, anche se tale supremazia non è contenuta nei trattati dell’Unione, a parte un cenno che ne viene fatto nella dichiarazione allegata al trattato di Lisbona. In tutti i casi in cui il diritto dell’Unione prevalga sul diritto nazionale in conflitto, le disposizioni nazionali non vengono automaticamente annullate o invalidate, ma le autorità e i tribunali nazionali devono rifiutarsi di applicarle finché sono in vigore le norme imperative dell’Unione. Questa è in breve sintesi quella che può essere definita la gabbia europea da cui, neanche invocando i principi fondanti della nostra Costituzione, non è facile uscire. https://lnkd.in/dXTFv7GT
Il primato del diritto dell’Unione europea nell’era dell’economia neoliberista.
https://www.studiolonoce.it
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#ilmegliodiexportiamo - #Italia #Kosovo - il testo disciplina gli aspetti concernenti la fiscalità diretta nelle relazioni economiche e finanziarie tra i due Paesi e prevede i presupposti giuridici utili all’eliminazione dei fenomeni di #doppiaimposizione
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🇪🇺 UE, entra in vigore il nuovo quadro di 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝗻𝗰𝗲 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮 📈 Questa riforma ambiziosa mira a promuovere una crescita sostenibile e inclusiva. La nuova legislazione ridefinisce le norme economiche europee, rappresentando la riforma più significativa, ampia e ambiziosa delle regole di governance economica dell'Unione dall'inizio della crisi finanziaria. 🔎 Scopri di più sui cambiamenti seguendo il link al primo commento
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Recentemente, è stato pubblicato il mio elaborato su Munus 3/2023. Nell'articolo tratto due temi principali: - i regolamenti 452/2019 e 2560/2022 (rispettivamente, su FDI e sovvenzioni straniere) potrebbero portare a sovrapposizioni inaspettate e impasse procedimentali tra controlli nazionali (FDI) e sovranazionali (sovvenzioni), di cui si offrono alcuni casi pratici e le possibili soluzioni; - a livello strutturale, i due regolamenti mostrano un nuovo paradigma di intervento dell'UE non sufficientemente integrato, il cui rischio maggiore è l'adozione di un approccio politico-strategico, assorbente delle competenze dei singoli Stati membri, ma in difetto una specifica attribuzione. Per tirare le somme, la revisione in arrivo del regolamento 452/2019, e una prassi applicativa consolidata da parte della Commissione potrebbero strutturare una più coerente divisione delle attribuzioni dei DG preposti ai rispettivi controlli, e assicurare la certezza del diritto per gli operatori economici stranieri.
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Francesco Iodice ed Elio Maciariello hanno pubblicato un articolo su Il Sole 24 Ore sulla proposta di un nuovo Regolamento UE in materia di FDI. L’articolo è disponibile al seguente link: https://ow.ly/mBAC50RJulZ #FDI #ForeignDirectInvestment #ForeignInvestmentReview
Investimenti esteri diretti: più controlli, armonizzazione e coordinamento nella proposta di un nuovo Regolamento UE
ntplusdiritto.ilsole24ore.com
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Avvocato | Corporate - Restructuring
8 mesiComplimenti Federico, chiaro e attuale!