Post di Roberto Summer

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libero professionista - editorialista "Il Camino" Di Baio Editore

L' #impronta #ecologica dei #combustibili (3) Come tutti i prodotti per il consumatore, anche il #pellet richiede imballaggio e trasporto, che consumano energie: i sacchi di pellet sono di #polietilene a bassa densità (LDPE), materia plastica di facile e pressoché totale #riciclabilità, basta fare la giusta raccolta differenziata e da essi potranno nascere altri sacchi e oggetti di grande utilità, a fronte di cui svaniscono i costi energetici di cui sopra. L'articolo di Repubblica si basa su uno studio dell'Institute for the Environment dell'università del North Carolina: io l'ho letto e, a parte che è molto didascalico e privo di evidenze sperimentali, si basa soprattutto sul processo di produzione del pellet negli Stati Uniti che condurrebbe alla conclusione che il pellet inquina 2,8 volte rispetto ai combustibili fossili, una cifra ad effetto non sostenuta da dati verificabili. In effetti in USA il pellet si ricava dal tronco intero mentre in Europa dagli scarti di legno vergine e in questa differenza di processo si spiega una radicale sproporzione di risultato. Da quello che ho potuto constatare nelle visite agli stabilimenti italiani e austriaci, la lavorazione del pellet non comporta produzioni di inquinanti e la #cogenerazione permette di ulteriormente abbattere l'impronta ecologica con #produzione di #energia #elettrica e #calore non solo per la fabbrica ma anche per edifici residenziali, scolastici, istituzionali e produttivi nei dintorni. Veniamo alla #combustione del pellet: essendo composto di solo legno, senza additivi, bruciando emette solo la #stessa #quantità di #anidride #carbonica accumulata nelle fibre durante la vita arborea, con un #bilancio a #zero; è vero che la pianta ha impiegato molti anni ad accumularla e altrettanti ne impiegherà la nuova pianta a ricostituire la scorta, ma la risorsa legnosa rimane e rimarrà per.molto tempo rinnovabile e abbondante, dato che la #superficie #forestale è #aumentata negli ultimi anni del 30% in Italia e in Europa, molto più di quanto si tagli. Del resto nello stesso articolo si dá atto che il pellet è tra le biomasse quella #meno #inquinante, producendo pochi incombusti e particolato, nonché meno ossidi di azoto e ossidi di zolfo, ma con un po' più di composti organici e ossido di carbonio. Inoltre si dice che sono molto migliorate le stufe a pellet che rispetto a quelle anteriori al 2010 producono ben l' 80% in meno di particolato. Basta infatti consultare le schede tecniche delle stufe attualmente in vendita e si vede che per un apparecchio di classe energetica A o A++ e con prestazione ambientale 4 o 5 stelle i valori di emissioni sono molto bassi, anche per polveri sottili e ossido di carbonio, inferiori a quelli di una caldaia a condensazione a metano in analoga classe. È proprio qui il.vantaggio del pellet: se la stufa, tecnologicamente aggiornata, viene tenuta pulita e in ordine e sottoposta al controllo e alla manutenzione annuale, l' impatto ecologico sarà minimo. (segue)

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