Post di Simone Di Ruscio

Centromarca – Associazione Italiana dell’Industria di Marca alla #gdo: lavoriamo insieme per creare valore e sui temi precompetitivi Verrebbe da rispolverare un linguaggio da Prima Repubblica: convergenze parallele. Su temi precompetitivi come sviluppo sostenibile, efficienza logistica, digitalizzazione l’industria di marca invita la gdo a rafforzare la collaborazione. E chiede di muoversi insieme anche ai tavoli governativi, nell’interesse complessivo della filiera Lcc. Ci saranno tante questioni rilevanti al centro della 33esima edizione degli incontri tra industria di marca e distribuzione moderna in programma mercoledì 13 e giovedì 14 novembre presso il Centro Congressi NH Milanofiori di Assago. Al centro, come di consueto, la dinamica della relazione commerciale. L’appuntamento, promosso da #Centromarca, ha un titolo di particolare attualità: Competere e creare valore nell’era dell’instabilità. Pur essendo a porte chiuse, per rispondere alle numerose richieste pervenute negli anni scorsi, sarà aperto anche alle adesioni delle industrie food e non food del largo consumo. Sul fronte retail, il programma prevede interventi di Acqua & Sapone , #Agorà #Network, Conad , Coop Italia, Gruppo VéGé Lidl Italia e Selex Gruppo Commerciale Esselunga e #Crai saranno coinvolti nel dibattito in programma nella mattinata della prima giornata. Come di consueto l’agenda prevede contributi scientifici, quest’anno a cura di Circana , Deloitte, Consumer Panel-YouGov, Ipsos e Prometeia Dunque un’opportunità di approfondimento, scambio di idee e networking unica nel suo genere nella filiera Lcc. “Industria di marca e distribuzione si incontrano, a livello di vertici, per due giorni, e parlano di tematiche fondamentali per il largo consumo -sottolinea Vittorio Cino, direttore generale Centromarca-. Durante la sessione plenaria, nella mattinata del primo giorno, affronteremo temi più ‘politici’, come il contesto economico, l’inflazione, i problemi e le opportunità da cogliere come filiera. Poi ci saranno gli incontri dedicati alle strategie delle aziende distributive. Ogni retailer illustrerà i piani di sviluppo per il prossimo anno”. Ma in che scenario si svolgeranno i lavori? “Veniamo da una rivoluzione epocale. Il consumatore sta cambiando la logica dei suoi acquisti e la fedeltà all’insegna e alle marche sullo scaffale non è più la stessa. Per questo l’industria e la distribuzione devono comprendere a fondo il contesto e sviluppare insieme nuovi piani per intercettare la domanda. Sarà importante, per esempio, la condivisione dei dati sugli shopper e sulle categorie. In parallelo, in un mercato che fatica a generare extra volumi, anche l’efficienza della filiera è fondamentale. In particolare, in ambiti come la gestione degli ordini o la corretta gestione degli investimenti sul consumatore”.

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L’industria di marca guarda con estrema attenzione all’evoluzione dello scenario internazionale e al suo impatto sulla supply chain. “È un ambito di tipo precompetitivo che industria e distribuzione dovrebbero presidiare congiuntamente ai tavoli governativi, perché i cambiamenti hanno ripercussioni trasversali. Penso alla volatilità dei prezzi delle materie prime o ai noleggi marittimi. Qualche esempio. I prezzi del caffè e del cacao hanno registrato un’impennata. Fino al 2022 c’è stata carenza di vetro e sulla plastica i costi stanno diventando proibitivi. Aumentano i costi dei trasporti, dei container, delle assicurazioni. Durante il Covid ci fu un innalzamento del costo dei noli marittimi perché la Cina prenotò in anticipo centinaia di cargo porta-container causando una penuria incredibile nei traffici tra Europa e Nord America”.

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