#nonveniteaRoma #caosGiubileo #smartworkingxRoma Se fino allo scorso anno un cittadino romano passava in media 107 ore nel traffico, possiamo già ipotizzare una proiezione per il 2024: 140 ore (dato peraltro sottostimato). #10km da percorrere non dall'estrema periferia al centro, ma da un quartiere storico residenziale (Monteverde) al quartiere Trieste. Nelle ore di punta. 1h 45' fino a 2h 30' con i mezzi pubblici. 1h 15' / 1h 30' con l'automobile (ma poi c'è la ricerca parcheggio, impossibile). 40' in moto/scooter (quando il tempo normale dovrebbe essere di circa 20'). Le ragioni: 3.650.000 residenti, con servizi già in "overbooking". Peccato che Roma veda circa 6.000.000 di persone circolanti ogni giorno (considerando pendolari, studenti/lavoratori fuori sede e turisti). La città sarà quindi SEMPRE CONGESTIONATA, e non avrà mai servizi adeguati (se tarati solo per i residenti: provate ad andare ad un pronto soccorso). Peraltro, si continuano a creare #falsiservizi: piste ciclabili non utilizzate che tolgono parcheggi o riducono strade (congestionandole ancora), eventi senza possibilità di accesso (se non si hanno parcheggi ...). Soluzioni per l'immediato? 1. #smartworkingxRoma obbligatorio per tutte le aziende private e pubbliche almeno fino al termine del Giubileo. 2. Anziché castigare le due ruote, togliamo qualunque limite ZTL per chi invece contribuisce a rendere più snella la città: se non ci fossero motociclisti e scooteristi la Capitale sarebbe semplicemente FERMA, un tappeto di auto. 3. Roma è patrimonio storico e culturale dell'Umanità. Facciamo un grande #bandointernazionale, coinvolgendo le più grandi università del mondo per un #partenariatopubblicoprivato che possa "riprogettare" la città, con poteri speciali (NO interruzione lavori a seguito di scavi: è ovvio che troveremo i resti delle strutture antiche, piuttosto valorizziamole). Dunque... buon viaggio ma, #nonveniteaRoma. Piuttosto, fate una call, o vedetela con un visore VR. https://lnkd.in/dBgCuQXu
Post di Vittorio D'Orsi
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Stamattina, nell'orario in cui la maggior parte delle persone si sposta (per lavoro, per andare a scuola, ...), per percorrere 2,5 km in città ho impiegato circa 22 minuti, in auto, con una velocità media inferiore ai 7 km/h. Uno scenario non isolato, che si ripete e si ripete praticamente ogni giorno. Questo mi ha fatto un po' riflettere: perché opporsi alle #città30, se già ci muoviamo a velocità ben inferiori a causa del traffico? Da un lato, infatti, il limite di 30 km/h sembra quasi irrilevante, poiché le condizioni urbane reali ci costringono comunque a rallentare molto di più. Cosa cambierebbe davvero? Non stiamo già "subendo" questa lentezza? Dall’altro lato, guardando la questione in modo più ampio, le città a 30 km/h potrebbero portare molti vantaggi, anche se questi si manifesterebbero prevalentemente nelle ore della giornata con poco traffico: velocità più regolari, marcia veicolare più fluida, meno frenate e ripartenze continue, quindi meno emissioni e, soprattutto, più #sicurezza per tutti, specialmente pedoni e ciclisti. Non è dunque un sacrificio, ma un miglioramento della vivibilità urbana. Eppure, leggo di chi dipinge questo cambiamento come una penalizzazione per gli automobilisti. Ma è davvero così?
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🚗🚦 Il Traffico a Roma e Milano: Un Problema da Record 🏙Il traffico a Roma è diventato ormai parte della città e i suoi cittadini devono convivere con questo problema. La questione del traffico è risultato di diversi fattori, il fenomeno però non è isolato unicamente all'Italia e nel report di TomTom che stilla la classifica mondiale delle città più trafficate, quest'anno troviamo Roma al dodicesimo posto, mentre Milano si posiziona al quarto posto, superata solo da alcune città asiatiche e sudamericane. 🛣E' impressionante provare a quantificare le ore perse nel traffico, i dati del report stimano che ogni romano perda in media 107 ore all'anno nel traffico, quasi 20 minuti al giorno, mentre a Milano il numero raggiunge addirittura le 137 ore. Insomma, un dato significativo che mostra quanto sia pressante il problema del traffico nelle principali città italiana e i numeri sono in peggioramento nonostante le città si stiano evolvendo per offrire più soluzioni alternative di trasporto, sintomo di un problema non lineare e semplice da risolvere. 🌍🚐 Tra le novità in arrivo ci sarà il servizio di van pooling di Wayla, per cui sarà possibile lasciare la propria macchina a casa e contribuire a ridurre il traffico nelle strade, optando per una soluzione di mobilità condivisa, conveniente, veloce ed efficiente. Unisciti a noi per cambiare la mobilità urbana e per città più vivibili e sostenibili! #Wayla #VanPooling #MobilitàSostenibile #Traffico #Roma #Milano #mobilità #tomtomindex #innovation
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[ GIOVEDI’ CODA!! ] Il giovedì a Bologna il traffico è più intenso e si fa la fila, soprattutto dalle 18 alle 19 dove il tempo medio per percorrere 10 km è di 20 minuti. Grazie ad un articolo di Caterina Giusberti ho scoperto la sezione del sito del TomTom dove sono raccolti tutti i dati del traffico delle città di tutto il mondo. Lo studio prende come riferimento percorrere 10km nelle varie aree metropolitane.. In questo inizio 2024, mediamente, impieghiamo 20 secondi in più rispetto ai 14 minuti e 50 secondi dell’intero 2023 e attualmente siamo al 244°posto della classifica mondiale del tempo trascorso in macchina per percorrere questi famosi 10Km. Credo che alla fine il 2024 ci porterà ben più di 20 secondi di aumento della percorrenza poiché l’anno scorso non si considerava l’entrata in vigore dei famosi 30Km/h dell’area urbana. Sempre dalla ricerca di TomTom abbiamo trascorso 551 ore alla guida di cui ben 239 ore congestionati nel traffico. Rimando al sito della ricerca invece i vari dati relativi al costo dei nostri viaggi Interessanti, invece, sono i dati che ci vengono descritti rispetto a se utilizzassimo veicoli alternativi alle vetture private, sia in termini di costi operativi che di risparmio sui tempi di spostamento. Indirettamente lo studio mette al centro l’importanza delle politiche per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Dobbiamo sempre più, dare la garanzia che le persone possano spostarsi da un punto all’altro della città (e non solo) in modo rapido, economico, comodo, puntuale e affidabile. C’è movimento nell’aria, grandi sfide e grandi cambiamenti anche culturali ci attendono non solo come cittadini bolognesi, ma proprio come cittadini europei. Adina Valean, commissaria europea ai trasporti ha dato il via ad una Taskforce sulla Mobilità del Futuro. La commissaria sostiene che “le tecnologie digitali hanno tutto il potenziale per rivoluzionare il modo in cui ci muoviamo rendendo la nostra mobilità più intelligente, più efficiente ed ecologica”. Dentro a questa visione rientra anche Bologna in quanto sarà tra le 100 città climaticamente neutre entro il 2030. Così come tutti i lavoratori del trasporto pubblico, dagli autisti agli impiegati amministrativi saranno chiamati a partecipare al grande cambiamento per rendere sostenibile a 360 gradi il modo di muoversi, quindi non solo sotto il profilo ecologico, ma anche dal punto di vista di un nuovo stile di vita ed un nuovo impatto all’interno delle nostre città. #Bologna #tpl #futuremobility #tecnologia
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Le attività di #monitoraggio, in ambito pianificatorio, rivestono un ruolo fondamentale: analizzare i trend attuali permette di individuare #strategie più efficaci di sviluppo urbano e della mobilità. Il Comune di #Bologna esegue annualmente dal 2011 rilievi ciclabili, monitorando i passaggi di biciclette lungo alcune strade significative. TPS supporta l’amministrazione dal 2021 tramite il sistema di rilevamento MIOVISION Scout, con videocamere a decodifica automatica, che grazie all’intelligenza artificiale contano biciclette e monopattini in transito, nel rispetto delle norme sulla privacy. L’analisi di serie storiche di monitoraggio permette di prendere decisioni data driven, basate quindi su dati oggettivi e non su percezioni o convinzioni. #pianificazione #mobilità #sostenibile #miovisionscout #biciclette
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Carissimo direttore, sono un affezionato abbonato di QUATTRORUOTE da molti anni e lettore da ancor prima, ma questa sua teoria che ci sia la volontà di ostacolare la mobilità privata nascosta dietro l’implementazione dell’elettrico (da lei sottolineata a più riprese), non mi vede proprio d’accordo. La questione auto elettriche c’entra relativamente con la gestione della mobilità urbana in quanto il problema è si legato alle emissioni, ma anche e soprattutto agli spazi occupati dalle auto in marcia e in stazionamento (le dimensioni delle auto prescindono dal tipo di alimentazione e lo spazio disponibile nelle città è un elemento sempre più prezioso e che impone un utilizzo più proficuo che non come parcheggio di automobili ferme per il 96%del loro utilizzo).L’automobile è stato, ed è ancora, un fenomenale strumento per la mobilità privata - come sostiene - ma adesso è opportuno ripensarlo per i viaggi di medio/lunga percorrenza, non più (o almeno non in questa misura) in ambito urbano. L’Italia è prima al mondo nel rapporto auto/abitanti e questo è un fatto…complice la politica portata avanti per decenni dalla FIAT, che ha indotto i nostri governanti a privilegiare questo veicolo oltre ogni ragionevole misura, rispetto a tutti gli altri (treno in primis).Il punto vero è che oggi (in realtà già da ieri…)bisogna ripensare la mobilità urbana in un’ottica moderna così come già adottata da molte città europee e non solo. L’auto ha avuto, ha, e avrà sempre un ruolo importante per i nostri spostamenti, ma nelle città il suo utilizzo va ridotto perché è controproducente in termini ambientali, di salute pubblica e non ultimo per i tempi di percorrenza. Non dico si debba eliminare ovviamente, anche perché ci saranno sempre categorie di persone che, per vari motivi, non possono farne a meno, ma per la maggior parte di chi vive le città è necessario ricorrere ad altri mezzi di trasporto pubblico o privato le cui dimensioni siano compatibili con le esigenze di cui sopra. Ha ragione sul fatto che si sia persa un’occasione dopo il Covid di non aver strutturato lo Smart working soprattutto in una città come Milano dove le attività lavorative svolte, soprattutto, nel centro della città, ben si presterebbero ad essere condotte anche da casa (almeno per alcuni giorni la settimana) con estremi benefici per il traffico (e qui una nota dolente è la figura del Mobility Manager…totalmente trascurata se non in rari casi…). Un’ultima considerazione sul TPL a Milano: non mi risulta ci siano state riduzione di investimenti, semmai il contrario. Che poi la situazione italiana del TPL non sia propriamente ideale è un fatto, ma forse è su questo tasto che bisognerebbe insistere…anche per tutelare quella libertà di mobilità personale così importante per tutti. Un caro saluto
Editor in chief, Quattroruote | Ruoteclassiche | Quattroruote Fleet&Business, Car of the Year jury member
Due considerazioni sui risultati dello studio di Go-Mobility sul traffico italiano, che aumenta e rallenta. # 1. A Milano aumentano - più che altrove - sia la dipendenza dall’auto, sia gli spostamenti effettuati con essa, sia la lunghezza media dei viaggi. Quindi - come avevamo scritto in tempi non sospetti - le talebane politiche della mobilità della giunta Sala e dei suoi volenterosi carnefici dell’auto non servono a nulla, se non a creare scientemente le condizioni per un caos dal quale voler far finta di uscire soltanto attraverso ulteriori divieti. Del resto, invito tutti a verificare di persona la qualità del servizio pubblico urbano, drasticamente ridotto nelle frequenze per problemi di budget. Sempre detto: l’obbiettivo ultimo della transizione non è l’imposizione dell’elettrico, ma la compressione della mobilità individuale. # 2. Si è sprecata la grande (unica?) lezione del Covid, ovvero che esiste un modo diverso - e altrettanto efficace - dal lavorare seduti alla scrivania dell’ufficio.
Di nuovo troppe auto in strada, italiani imbottigliati - Ultima ora - Ansa.it
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Gian Luca Pellegrini Con questo post conferma un assunto importante della #mobilitàelettrica di "MASSA" che è quello della "mutabilità dello scenario", che la pandemia di #covid19 ci ha insegnato. Quindi la chiave di lettura dei Piani di Mobilità Integrata Sostenibile del 2015, non è la semplice sostituzione dei mezzi, ma il tentativo di ridisegnare #mobilità e #logistica, partendo dalla situazione attuale, sia con interventi sulle infrastrutture sia sulle caratteristiche specifiche delle esigenze di spostamento. La scelta del vettore energetico da utilizzare, diventa così strettamente correlata con il "servizio" e non con la polivalenza del mezzo. Sicuramente ci sarà ancora necessità di mezzi polivalenti, ma dalle analisi dei dati Istat e Isfort, questi non saranno più del 20% del parco circolante e di questi solo il 25% potrà essere #elettrico. Lo studio di GO-Mobility è conferma che l'assenza di un modello strutturato della #mobilità, richiede un eccesso di mezzi polivalenti, che l'urbanistica, avendo abbandonato il concetto di città, richiede per rendere fruibile l'urbanizzazione . Il fenomeno del traffico è il risultato del prevalere degli interessi del #mercato #automotive e della #cementificazione senza criteri e controlli. Per uscire da questo vortice ambientale, sociale, economico e geo politico, vi è una sola via; la #transizioneecologica. Transizione Ecologica che , come appare evidente non è un monopolio culturale dell'ambientalismo professionale, ma di tutti gli elementi della società a cominciare da imprese e famiglie. Se "veramente" vi è un interesse concreto a far si che il futuro delle nuove generazioni continui ad essere il loro orizzonte, c'è la necessità che si viluppi un dibattito, in cui "tutti" gli interessi contribuiscano in modo propositivo
Editor in chief, Quattroruote | Ruoteclassiche | Quattroruote Fleet&Business, Car of the Year jury member
Due considerazioni sui risultati dello studio di Go-Mobility sul traffico italiano, che aumenta e rallenta. # 1. A Milano aumentano - più che altrove - sia la dipendenza dall’auto, sia gli spostamenti effettuati con essa, sia la lunghezza media dei viaggi. Quindi - come avevamo scritto in tempi non sospetti - le talebane politiche della mobilità della giunta Sala e dei suoi volenterosi carnefici dell’auto non servono a nulla, se non a creare scientemente le condizioni per un caos dal quale voler far finta di uscire soltanto attraverso ulteriori divieti. Del resto, invito tutti a verificare di persona la qualità del servizio pubblico urbano, drasticamente ridotto nelle frequenze per problemi di budget. Sempre detto: l’obbiettivo ultimo della transizione non è l’imposizione dell’elettrico, ma la compressione della mobilità individuale. # 2. Si è sprecata la grande (unica?) lezione del Covid, ovvero che esiste un modo diverso - e altrettanto efficace - dal lavorare seduti alla scrivania dell’ufficio.
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Ed è anche il primo Paese UE per numero di auto a testa: 684 ogni 1.000 abitanti. Coincidenze? Difficile stabilirlo con certezza – la correlazione non implica causalità – ma ancora una volta quello della mobilità è un tema da approfondire. Ci capita mai di stare in macchina, bloccati nel traffico, nervosi perché siamo in ritardo e realizzare all'improvviso che il traffico siamo anche noi? A Roma oggi perdiamo 107 ore nel traffico ogni anno, a Torino 86, a Milano 59. È stato calcolato che fino al 30% del tempo passato in macchina in città lo impieghiamo cercando parcheggio e questo, oltre ad alimentare il traffico, aumenta le emissioni di gas serra: proprio il traffico veicolare è responsabile di un terzo del totale delle emissioni a livello urbano. Con conseguenze sull'inquinamento atmosferico e acustico, e sullo stress della popolazione. Non si tratta solo quindi di problemi legati a ritardi, ma anche e soprattutto di problemi legati alla qualità della vita delle persone che vivono nelle nostre città. A differenza di molte realtà europee, in Italia il trasporto pubblico è molto meno sviluppato, e si vede: solo il 21% dei cittadini usa abitualmente i mezzi pubblici, mentre per il 77% usa in prevalenza l'automobile. A livello di spazio urbano, però, questo si rivela tremendamente inefficiente: infatti fino al 30% degli spostamenti in città avviene nel raggio di 2 km, e il 50% degli spostamenti totali è sotto i 10 km. Distanze che per molte persone sarebbe molto più veloce coprire in bicicletta o con mezzi in sharing. Ecco perché è necessario cambiare approccio e affrontare il problema nel suo insieme, progettando ambienti urbani e sistemi di trasporti in modo integrato e sostenibile, in modo da garantire infrastrutture sicure e accessibili per tutti i tipi di spostamento. Soprattutto per chi abita fuori dai centri urbani, l'auto spesso rimane ancora oggi un mezzo indispensabile. Ma è sempre più tempo di trovare soluzioni che ci permettano di raggiungere l'obiettivo condiviso di ridurre il più possibile le emissioni legate ai nostri spostamenti e ridurre la dipendenza di spazi e mobilità urbani dalle auto. #auto #mobilità #parcheggio #will #willmedia
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Storie (vere) di mobilità urbana Vorrei partecipare ad un convegno, ma ho un altro impegno a metà programma. Provo a inizio mattinata, uscendo da un laboratorio analisi. È all’Ara Pacis, piena ZTL a 6.1 km da casa, cerco un taxi con 3 app diverse per 20’. Nada. I tempi sono stretti. Rinuncio con rammarico e mi incammino verso casa. Nel mentre arriva un tipo, lascia l’auto in mezzo alla strada e con flemma entra nel laboratorio. Non credo ai miei occhi. In pochi minuti si crea l’ovvia coda strombazzante. Sono tentato di rientrare a tirare per il collo questo fenomeno. Dallo sportello del passeggero si affaccia una donna anziana: la macchina non è abbandonata. - Scusi, signora, ma Le sembra il modo di parcheggiare l’auto? - Non è parcheggiata, è in sosta, c’è differenza. - Grazie per la lezione, comunque è in mezzo alla strada. - Perché, non ci passano? - E no, li sente? - (fa per scendere) Io sono invalida, non posso correre. - Non è Lei che deve correre, è il guidatore. - Ma ci si mettono tutti, in seconda fila! - Sta bloccando mezzo mondo, è mancanza di rispetto verso il prossimo. - Sapesse quante ne abbiamo subite noi… - Cos’è, una vendetta? Da una delle auto bloccate scende uno, sale sulla macchina “in sosta” e la sposta con tutta la signora. Del guidatore nessuna traccia. Mi avvio sconcertato. Più tardi riprovo a cercare un taxi per l’incontro in presenza. Nisba. Vado in auto e la lascio in un garage. Dopo l’incontro provo a vedere la chiusura del convegno. Ritento coi taxi per la 3a volta, poi gioco la carta Uber. Non lo uso da anni, non so neanche se è operativo visto che vanno a singhiozzo. Ho cambiato iPhone: aspetto che si aggiorni l’app e mi registro daccapo. Finalmente riesco a chiamare un’auto, preventivo onesto. Dopo lunga ricerca mi viene assegnata una vettura. Francesco sarà da me in 8’. Sulla mappa vedo che deve fare un giro assurdo per prendermi e per proseguire. Se mi sposto di 100m ci cambia la vita. Vorrei proporglielo. Chiamo 3 volte invano. Poi inizia un carosello surreale. Improvvisamente Francesco scompare e appare Paolo in 7’, poi Antonio in 10’… Mi prendono e mi mollano in sequenza ben 4 driver. Aberrazione totale: è come se Novara 42 ti scaricasse mentre viene a prenderti. L’unico affidabile è Simone. Lo seguo sulla mappa finché “Fra 1’ sarà da me”. Questo minuto ne dura 20. Intervistato, mi dice di aver preso la chiamata a 6 km di distanza: il pronostico era di fantasia. L’operazione Uber nell’insieme è durata 45’. Non so cosa abbiano detto al convegno, io ho fatto in tempo solo a socializzare durante il buffet. Il titolo era “Verso una nuova mobilità urbana: innovazioni e sfide per le aree metropolitane”. Chissà quali meravigliose innovazioni avranno magnificato. Spero che abbiano ben presenti le sfide della realtà quotidiana. Da queste storie qualunquiste (+bonus nel 1o commento ⬇️) si traggono elementi di vera preoccupazione. E una morale: L’AUTO PRIVATA HA UN BRILLANTE FUTURO.
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https://lnkd.in/esR5mxHC Negli anni 20 si cercavano le soluzioni per sfruttare lo spazio urbano in verticale... oggigiorno ancora tanti parcheggi occupano gli spazi e il terreno disponibile e ciò nonostante siamo continuamente in cerca del posto libero per parcheggiare Merita una riflessione...e non soltanto per quello che concerne i parcheggi ma tante altre soluzioni adottate oggi con un'efficacia limitata
Il piacere della scoperta | Nella New York degli anni '20, gli ascensori per veicoli ottimizzavano lo spazio di parcheggio in una città in crescita | Facebook
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Verso il 21° Rapporto sulla Mobilità degli italiani Quanto valutiamo il tempo trascorso in auto per spostarci? E quanto risorse sprechiamo per effetto della congestione nelle nostre città? L'analisi incrociata dei dati TomTom e dell'Osservatorio "Audimob" di Isfort ci consente di fare una prima stima #audimob #mobilità #sostenibilità #traffico #congestione #valoredeltempo #bigdata #humandata
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Titolare di Claudio Bises Rappresentanze Tessili dal 1970 fino al 31 Dicembre 2019 ora solo amante dei tessuti !
7 mesiGrazie della condivisione