25 aprile, 82 e non sentirli...beh certo se i muti parlano ai sordi chi sente chi ?
Non so , ma dubito ci sia una data che per così tanti anni sia memoria di fatti che ancora incidono profondamente in una società ed in quella italiana in particolare, nemmeno le celebri idi di marzo, 82 anni dopo Tiberio governava dimentico della data della morte del suo nonno adottivo, invece noi siamo ancora profondamente legati al 25 aprile 1945 ed i motivi non mancano di certo.
La primavera del 1945 segnò l'apice e la fine di quella che per decenni fu una storia se non dimenticata, per lo meno nascosta o resa parzialmente, una vera e propria guerra civile e come ogni guerra civile che si rispetti ha avuto fatti cento volte più orrendi di una guerra tradizionale, travolgendo affetti e famiglie, amici e comunità i vincitori dovevano, forse giustamente, crearsi un'immagine adatta a governare una nazione che devastata e umiliata doveva ricostruirsi al mondo, fino al gesto di Violante in parlamento, con cui rendeva omaggio alla memoria di chi "sbagliando" era caduto per la repubblica sociale, parlare di chi aveva combattuto sotto la bandiera di Salò era un tabù, quasi con una rinnovata "damnatio memoria" l'Italia del 25 aprile cercava la verginità da cui essere divinamente partorita.
Negli ultimi anni gli studi storici sul periodo in oggetto sono diventati più oggettivi e meno legati a bisogni politici e occhiali ideologici, ma insomma a destra ed a sinistra restano imperterriti esegeti e idolatri di questa e quella posizione...pazienza per loro, il tempo prima o poi farà giustizia anche degli ultimi nostalgici.
Una cosa va detta subito, qualunque pensiero si abbia. quella che sui libri viene letta come "resistenza" fu militarmente inutile, ma socio politicamente indispensabile, se all'Italia toccò una sorte post bellica meno invasiva che Germania e Giappone ( la Germania divisa in due ed il Giappone rivoltato come un calzino) fu anche perchè nella vergogna dell'otto settembre e nell'azione partigiana gli alleati riconobbero almeno gesti di buona volontà, il governo che trattò la pace dopo l'armistizio di Cassibile non era alleato, ma cobelligerante (formula un po' ipocrita) e se pur spesso assaltando caserme vuote i partigiani conferirono a de Gasperi un atout morale che mancò a nazisti e militari giapponesi visti per come erano, nemici fino all'ultimo fiato.
L'occhio di riguardo non fu quindi dovuto alla guerra fredda che arrivò dopo e "salvò" la repubblica federale di Germania e impero giapponese, fu in qualche modo figlio dei morti partigiani e di Corfù, a questi caduti dovrebbe andare la riconoscenza di chi ha poi goduto sia della pace incredibile che ha premiato l'Europa (82 anni senza guerre cosa mai vista) sia del benessere in cui viviamo senza rendercene conto (un nostro cassetto contiene il doppio di quello che contenevano tutti gli armadi dei nostri nonni) certo come ogni ricorrenza anche il 25 aprile da fiato a tromboni e fanfaroni, sono certo che più declamavano i sacrifici della guerra in montagna e più probabilmente si trattava di patrioti arruolati il 24 aprile, come sempre in ogni vicenda umana valore e boria non vanno di pari passo, ma che ci si vuole fare ?
Celebriamo dunque l'ennesimo 25 aprile, non per i reali valori che ha seminato in Italia, a voler essere generosi di semi nelle brigate partigiane se ne trovavano un po' troppi e diversi per germinare qualcosa di sensato nei valori, ma per l'utilità strategica che ha concesso alla penisola ed ai politici che l'hanno rappresentata nelle trattative di pace di quel lontano 1945.