3 cose sulla politica del terzo figlio in Cina
La politica del "terzo figlio" adottata dal Governo cinese è una notizia che a mio avviso avrebbe meritato più spazio sui media. Che piaccia o meno, la Cina è e sarà uno dei baricentri mondiali nel prossimo futuro e le politiche sociali adottate dal Paese più popoloso del mondo insieme all'India, non devono passare in sordina per almeno 3 motivi.
1. La "Factfulness" si manifesta puntualmente, ancora una volta
Hans Rosling nel suo "Factfulness" mostra, dati alla mano, come in tutte le economie avanzate, all'aumentare del benessere economico, diminuisce il tasso di fertilità. I dati cinesi degli ultimi 5 anni sembrano confermare, ancora una volta, questa teoria. Dal 2016 al 2019, il PIL pro capite cinese è aumentato del 26%. Dal 2016 al 2019 le nascite sono calate del 19%, per poi calare di un ulteriore 18% nel 2020 rispetto all'anno precedente. Questo ha spinto il Governo a correre ai ripari e ad adottare provvedimenti che mirano a supportare la maternità a tutto tondo: dai congedi parentali alla protezione del posto di lavoro.
Perché è importante? Le politiche macroeconomiche di forte pianificazione implementate dal Governo cinese sembrano sempre più inefficaci in un Paese in forte transizione economica e su una popolazione che inizia ad avere comportamenti economici e sociali in linea con i Paesi occidentali.
2. Non è mai troppo tardi…o no?
L'adozione del provvedimento ha le sembianze di una manovra d'emergenza. Innanzitutto perché il primo tentativo, fatto nel 2013 con l'abolizione dopo 34 anni della politica del figlio unico, non ha funzionato come si sperava. Dopo un primo aumento delle nascite nel 2014, che alcune testate hanno attribuito a registrazioni anagrafiche di bambini nati negli anni precedenti e fino ad allora tenuti "nascosti", dal 2016 il calo è stato costante.
Dopo soli 8 anni il Governo si trova quindi a dover rimettere mano alla politica di pianificazione familiare, sperando di riuscire a porre un argine al crollo delle nascite. Tuttavia il vero motivo per il quale il tasso di fertilità cala, non sembra sia legato al limite di legge, ora in procinto di essere rimosso. Reuters e The Guardian hanno pubblicato interviste a giovani coppie cinesi a cui hanno chiesto un'opinione sul tema. Le risposte più frequenti convergono sul fatto che si preferisca fermarsi a un solo figlio (in alcuni casi a zero) per motivi economici, per prediligere la carriera, per scelta personale o, in ultima istanza, per assenza di adeguate misure di sostegno. Da qui la percezione che forse si sia arrivati troppo tardi. Gli effetti di quanto riportato al punto 1 e il cambio di mentalità fanno sì che molto probabilmente anche se venisse rimosso qualsiasi limite alle nascite, il tasso di natalità non crescerebbe.
Perché è importante? Lo scollamento tra le misure adottate dalla leadership e il comportamento della popolazione evidenziano l'efficacia limitata delle politiche adottate dal Governo insieme al loro forte anacronismo. Basti pensare che le misure di incentivo alla natalità si applicheranno solo alle coppie sposate: le madri single non ne avranno diritto.
3. e se stavolta funzionasse?
Ipotizzando che l'effetto delle misure sia positivo, la Cina potrebbe invertire un trend di invecchiamento medio della popolazione che, se proseguisse ai ritmi attuali, porterebbe gli ultrasessantenni ad essere 300 milioni (oltre 20% della popolazione) nel 2025, rispetto ai 264 milioni attuali (18,5% della popolazione).
Perché è importante? Con i tassi di crescita economica spettacolari confermati anno dopo anno, il rischio che la rincorsa ad un benessere diffuso simile a quello delle principali economie occidentali possa essere fermato da una demografia che non garantisce sostenibilità, ha spinto la Cina a prendere provvedimenti drastici. In altre parole, il Governo sta tentando di esorcizzare la paura che la Cina diventi vecchia prima di diventare ricca ed egemone.
Fonte: statista.com