51 - Nessun impatto se non cambiamo prima noi
Una delle questioni che da consulente mi trovo sempre ad affrontare è quanto un'organizzazione debba cambiare affinché possa davvero aspirare a contribuire all'impatto che definisce la sua missione. Se ho ben chiara questa domanda fondamentale (e almeno come Board o come consulente dovrei averla ben chiara), un soggetto del Terzo Settore, della Pubblica Amministrazione o un'impresa possono già lavorarci impegnandosi con qualità e significativo investimento di risorse nello sviluppo delle seguenti fasi di crescita organizzativa, relative alla definizione di:
Inoltre, tutte queste 3 fasi, se frutto di un lavoro serio, partecipato e competente, già preparano al meglio la fase successiva: la "messa a terra" di quanto pianificato. È di questa fase che vorrei parlarvi in questo numero della newsletter.
CAMBIARE DENTRO PER CAMBIARE FUORI
Partiamo dalla fase 2 sopra descritta. La domanda guida che ne dovrebbe discendere è: ma noi, con le risorse attuali (di persone, di competenze, di fondi, di rete), siamo già "attrezzati" per cercare di contribuire alle priorità identificate? E se per alcuni outcome di breve periodo, per i quali si è deciso sostanzialmente di dare continuità al lavoro in corso o che partirà a breve, la risposta è relativamente semplice (sono quelli per cui siamo già "attrezzati"), per quelli che abbiamo identificato come aree di crescita, la risposta dovrebbe essere consapevolmente negativa: no, non siamo ancora pronti per arrivare fin lì. È su questa base che dovrebbe partire un lavoro parallelo, ma integrato, alle 3 fasi sopra descritte, per mettere le persone e l'organizzazione (risorse, processi, funzioni... ) nelle condizioni per arrivarci. Detta semplice: si rende necessario un percorso di cambiamento organizzativo, che è sia culturale che gestionale.
FACILITARE LA REALIZZAZIONE DEI PROPRI OBIETTIVI
Senza entrare in complicati studi di change management (ma citando un po' da John Kotter e un po' rielaborando riflessioni cresciute in Mapping Change), vi propongo alcuni punti chiave per facilitare la messa a terra di una strategia di medio-lungo periodo (dando per acquisite le fasi da 1 a 3 sopra citate):
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In particolare, nel primo anno di messa a terra della strategia la cura dei primi cinque punti chiave appena elencati risulta cruciale. Perché le cattive abitudini tendono a prevalere sulle migliori intenzioni e l'uscita dalla zona di comfort è particolarmente difficile da gestire, soprattutto da alcune persone e uffici/dipartimenti.
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Mapping Change è un'offerta di consulenza integrata, nata per rispondere in modo personalizzato e con approccio sistemico alla crescente necessità delle organizzazioni di ripensarsi nell'attuale contesto, carico di incertezze e caratterizzato da rapidi e continui mutamenti.
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9 mesiCondivido! La dimensione personale la poniamo anche noi al centro dei vari percorsi che facciamo (sostenibilità, modelli di business e così via). Si cambia da dentro, non da fuori infatti!