ABBRACCIARE O LASCIAR ESSERE

ABBRACCIARE O LASCIAR ESSERE

Con questo articolo vi auguro una serena estate affinché ciascuno di noi possa abbandonarsi al flusso della vita, senza paura, lasciandosi guidare da ciò che accade in totale fiducia. Non cerchiamo più di dare un senso alla vita ma lasciamo che la vita acquisti senso attraverso di noi, allora si che ci affideremo alla vita e la vita ci condurrà.

Gaston affermava che: "il distacco serve da trampolino per accedere a questo livello sottile. Il fatto che possiamo immergerci in questo livello è della stessa natura del fatto di essere capaci di amare. Si rannicchia nel più intimo del nostro essere, là dove nessuna conclusione può mai essere raggiunta. La trasformazione non è mai statica. C'è una comunione tra tutti gli strati della creazione. La conoscenza, la comprensione e la riflessione rappresentano altrettanti ostacoli all'esperienza dello stato di grazia, alla comunicazione nell'unità, alla comunione.

Una vera percezione conduce a quest'apertura. L'immagine che abbiamo di noi stessi scompare. Anche l'essere coscienti di essere coscienti, che è il principale attributo di un essere umano, o il fatto di sapere che sappiamo di sapere, tutto questo scompare.

L'attività dà la priorità all'azione. Succede allora che il sentimento di limitazione dia luogo a molto dolore. E' importante accogliere questo dolore nel proprio cuore, di essere il dolore senza ricercarne la causa e di lasciare così il dolore implodere e perdersi nell'apertura. C'è liberazione, un atto d'amore in cui l'amore stesso è senza oggetto. L'abisso è stato abbracciato. Siete in vita." (Gaston Saint-Pierre-Febbraio 2009)

Riporto questo pezzo tratto da un articolo del sito www.jungitalia.it, il quale tratta il principio dell'accettazione che amo sostituire, come diceva Gaston con le parole "abbracciare o lasciare essere".

Nel bellissimo libro-commento all’antico testo cinese “Il segreto del fiore d’oro”, Jung ci riporta uno stralcio di una commovente lettera inviatagli da una sua paziente sull’importanza dell’accettazione.

«Se semplicemente si riuscisse a lasciar andare le cose, ci si accorgerebbe che il male si esaurisce, e si afferma il bene.» (Jung)

«Recentemente ho ricevuto una lettera da una mia antica paziente, la quale descrive con parole semplici ma appropriate la trasformazione necessaria:

“Dal male ho ricavato molto bene. Il mantenere la calma, il non rimuovere nulla, il rimanere vigile e insieme l’accettazione della realtà – prendendo le cose come sono e non come avrei voluto che fossero – mi hanno portato conoscenze singolari ma anche singolari energie, quali prima non avrei potuto immaginare.

Ho sempre pensato che se non si accettano le cose, esse in un modo e nell’altro ci sopraffanno; ora invece non è più così, e solo accettandole è possibile prendere posizione di fronte a esse.

Anch’io voglio partecipare al gioco della vita nell’accettare ciò che di volta in volta mi offrono i giorni e la vita, bene e male, sole e ombra che costantemente si alternano, e così accetto anche la mia natura, con i suoi lati positivi e negativi, e tutto si ravviva.

Com’ero pazza, io che volevo forzare ogni cosa ad adattarsi al mio volere!”»

Serena estate a tutti.

Cristiana Naldi

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate