ADDIO GIACOMO VERDE
Giacomo Verde anima BIT per la serie TRASH RAIDERS

ADDIO GIACOMO VERDE

GIACOMO VERDE, ADDIO.

Vi mando un mio ricordo di Giacomo Verde, prendendo spunto  da quello pubblicato su Facebook da Anna Maria Monteverdi, da cui era separato da tempo, e il cui figlio Tommy è nato lo stesso giorno di mio figlio Giacomo, che non si chiama così per caso, ma proprio pensando al grande Giac.

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L'amico Giacomo Verde, un Vero Grande Videomaker se n'è andato, con il suo francescanesimo ateo creativo. L'arte di fare tutto con niente. Forse imparata dall'essenzialità del suo essere capo scout: minimalismo, socializzazione e organizzazione.

Un paio d'anni fa, in un incontro pubblico con Carta Carbone, a Treviso, aveva raccontato in uno spettacolo la sua malattia, il Piccolo diario dei malanni: c’era dentro la forza di chi non si arrende, alla malattia e alla condizione instabile dell’artista, attenuata dalla leggerezza del racconto, dai disegni, dal gioco con gli spettatori. Mi tocca definirlo artista, anche se a lui non piaceva, perché in realtà era molto di più. Sapeva essere performer, provocatore politico, docente, animatore, agnostico che sa raccontare con grazia infinita le religioni del mondo ai bambini, con il suo coinvolgente TELE-RACCONTO. Racconta in diretta, con la sua telecamerina, tutto il meglio della vita, e sembra non spaventarsi ogni volta che deve fare un salto nel vuoto, tra momenti gloriosi e momenti d’ombra, che non ha mai fatto pesare a chi gli stava attorno.

Una vita fatta di incontri, di Festival, di connessioni straordinarie, di reti di artisti, di amicizie e collaborazioni, arte matta, sempre popolare, giocosa, accessibile. Ma anche fatica, continui viaggi, precarietà, con accentuata sofferenza da quando l'arrivo del figlio Tommy, nato lo stesso giorno del mio Giacomo, lo ha messo in una nuova dimensione di responsabilità.

Ci lascia l’ultimo videoartista italiano che aveva fatto suo lo slogan arte=vita, non per onanismo bohemien, ma per profonda convinzione politica che l'arte è la vitamina della società, unica risorsa capace di aprire le menti al di fuori della banale quotidianità, dal consumismo e dal conformismo intellettuale. Giacomo non si è mai voluto definire un intellettuale, ma sotto sotto lo era, ai massimi livelli di purezza ed essenzialità. Nonostante la malattia, ha continuato a creare, mettere in piedi gruppi nuovi, fondando un giorno un circolo di lettura e l’altro partecipando alle attività di “rigenerazione creativa”. Veramente vale per Giac il motto "Prima di morire era ancora vivo": con la malattia già molto avanzata e con difficoltà a camminare, aveva partecipato al Carnevale “de’ bimbi” di Viareggio, col suo DadaBoom, con tanti carretti rimediati e tante maschere da colorare.

Il giorno prima dell’ultimo ricovero stava facendo una proiezione “clandestina” sul palazzo davanti alla sua finestra (che era una chiesa), essendo anche lui confinato a casa dal virus. Una specie di happening video insieme al suo amico fraterno Alessandro. L’ultimo messaggio al gruppo Whatsapp che lui stesso aveva creato e che aveva voluto ironicamente chiamare “Giac come stai?” per dare notizie a tutti e per comunicare con le persone che gli volevano bene, è stato:

“Buon 1 maggio a tutti. Anche se è davvero molto strano questo primo maggio. Per il Coronavirus nel vostro caso e per il tumore nel mio. Nessuno di noi l’anno scorso si sarebbe immaginato questo 1 maggio. E chissà come sarà il prossimo? Ormai questo è andato. Quindi mi viene da augurarci buon 1 maggio 2021. Che sia meglio di questo! Facile eh?” 

La morte è una questione insignificante per un uomo che di vite ne ha vissute dieci tanta è stata l’esplosione produttiva poliedrica: non solo video. Ci vorranno anni per catalogare tutta la sua attività che era arrivata anche alla pubblicazione di libri di poesie, illustrati da suoi disegni (proprio nel mese di aprile). Giacomo lascerà un segno indelebile non solo nell’arte ma in tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ci ha insegnato molte cose per esempio che non siamo soli. Ovunque andasse lui creava comunità. Si creava intorno a lui, intorno ai suoi progetti un cerchio infinito di persone che lo cercavano per cose grandiose da allestire o per piccoli laboratori video: le maestre per imparare a giocare con la telecamera per una nuova scuola tecnoludica, gli artisti perché era un riferimento, gli studenti perché potevano “smanettare” a lezione.

Le nostre strade professionali si sono separate, quando si è trasferito a Lucca, dopo gli anni a Treviso, dove abbiamo fatto video insieme a Remo Vertieri, (noi, Blow Up Audiovisivi, Giacomo Se Stessi Video) con la partecipazione viva e attiva di Silvia Battistella, e poi piccole cose per noi,  per la comunità NON PARCHEGGIARE SULL'ERBA.

Io artigiano di provincia, un po' imbacchettato dalla vecchia scuola documentaristica RAI di fine anni '70, lui maestro del VHS e del Video-8, ormai noto a livello internazionale, eravamo comunque convinti che avrebbero vinto le idee, mentre inesorabili i massificanti media dei potenti lavorano giorno dopo giorno per uccidere pensiero laterale, vita libera e la manualità, la presenza tattile necessaria ad esprimerla. Unico rammarico, il fatto che Giacomo mi considerasse più un arido tecnico che un portatore sano delle competenze necessarie per esprimere compiutamente un progetto di comunicazione umanizzante. Io: Senza tecniche professionali non si va da nessuna parte; lui: Se non ti svincoli dal broadcast, sarai schiavo dei budget dei potenti... Mi piaceva ricordate il motto del Mahatma Gandhi: POSSIEDI I MEZZI E LE IDEE SI REALIZZERANNO DA SOLE. E qui ci troviamo in sintonia. Infatti Giac, per fare tutte le sue stupende opere con mezzi poverissimi, era proprio un sopraffino conoscitore di ogni minimo risvolto e potenzialità delle tecnologie minimaliste che usava. Ricordo i commenti ai festival, prima dell'esplosione del digitale: non credevano possibile che il mitico Verde riuscisse a fare i suoi effetti speciali con budget quasi nullo.

Abbiamo perfino fatto assieme una delle sessioni della MINIMAL TV, condotta dal fantasista Vanni Cilluffo, matta televisione di quartiere, esilarante e itinerante anche nella campagna trevigiana, fatta con i miei pezzi da museo, telecamere, monitor e mixer degli anni '80.

Ultimo lavoro importante condiviso (produzione Coassin Plurimedia), una serie di brevi video animati col suo personaggio BIT, per insegnare il riciclaggio dei rifiuti ai bimbi delle elementari. Iniziato a Studio Azzurro, poi ce lo siamo finito per conto nostro, a Treviso: più divertimento, più qualità, non avendo limiti di tempo, e infinita complicità.  Insomma, con Giac abbiamo fatto i suoi primi e i miei ultimi lavori video importanti. Alfa e Omega.

Giacomo era generoso e voleva che la sua opera fosse condivisa. E così rispondendo a questo suo desiderio, gli amici si sono impegnati ad aprire gli archivi del suo lavoro video, dei suoi scritti, dei progetti di installazioni.

Mi piace ricordarlo con questa poesia scritta un mese fa e che Alessandro Giannetti ha condiviso con gli amici.

Mancano 10 milioni di minuti e poi sarà tutto finito                       

Tra 10 milioni di minuti la terra esploderà   

Ci dissolveremo nello spazio                    Diventeremo polvere stellare                 

Sarà bellissimo polverizzarsi                     Voleremo veloci nel nulla                          

I nostri atomi si mescoleranno                 Con quelli di stelle e pianeti                      

La nostra percezione della vita                Non avrà più alcun senso                           

Tra 10 milioni di minuti                                Saremo liberi da ogni sentimento                          

 Lo spazio immenso delle stelle                               Ci accoglierà indifferente, in silenzio                     

E più nessuno potrà raccontare               Quello che avremmo voluto essere.                     

Tra 10 milioni di minuti                                Sarà finita per sempre.                               

Saremo la polvere che in realtà                               Siamo sempre stati per l’universo intero.

Addio Giac, un vuoto immenso riempito da TUTTO QUELLO CHE RIMANE... Gabriele

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