Giancarlo Rado

Giancarlo Rado

Serata con l'Autore Giancarlo Rado - Veneto Fotografia - 06-05-2024

- note di Gabriele Coassin

Chi mi conosce non si spaventerà della schiettezza e poca diplomazia dei miei commenti, quindi, così come ho scritto di getto a Giancarlo Rado, senza equilibrismi semantici e lui mi autorizza a pubblicare.

Purtroppo, per chi non era presente tra il folto pubblico, nella serata di Veneto Fotografia a Silea, non sarà facile intendere ciò che dirò senza aver visto i capolavori apparentemente elementari del Prof. Giancarlo Rado, che spero voglia intercalare queste mie note - appena possibile - con adeguate immagini illustrative.

Ecco cosa gli ho scritto subito dopo l’evento.

 

Troppo comodo per chi ospita questi incontri (e non solo qui, ma anche a Lab 27 e altri) dare la parola all'autore senza prendersi la responsabilità di una presentazione! 

Aggiungo una tirata di orecchie a chi ha regolato i livelli del proiettore in quella sala pubblica: tipica taratura sensazionalista da PowerPoint commerciale, fatta per quelli che tengono le luci accese durante la proiezione, ma che sacrifica sfumature, livelli dei bianchi e dei neri ecc. in una rassegna filmica o fotografica di qualità come la tua, che meriterebbe ben altra calibrazione in un ambiente giustamente da te proposto in piena oscurità,...

Insomma, ero tentato di chiederti - a fine proiezione - se ti andava di lasciarmi dire due parole ai presenti, prendere il microfono e riflettere un po' sul tuo lavoro, sui punti significativi, che stravolgono le abitudini di alcuni foto-club; ma poi temevo di rompere l'incantesimo che avevi creato e che qualcuno se ne sarebbe andato senza vedere le tue stampe. Quindi sono stato zitto.

Ecco in sintesi le mie osservazioni che almeno condivido con te rientrato a casa, tentando di descrivere il tuo modus operandi:

  • niente vezzi tecnologici, le focali usate sia nel medio formato sia del 24x36 sono sostanzialmente solo tre, fisse ed equivalenti
  • rigore compositivo senza stravolgimenti prospettici sensazionalistici da capogiro o postproduzione esasperata
  • nessuna paura degli odiati flare (un vero tabu ossessivo per molti, anche per me, confesso) laddove la naturalezza della scena, per te, deve prevalere sul timore di un controluce un po' abbagliante
  • rinuncia a tentazioni estetizzanti, ai fronzoli puramente formali con il mito della creatività, e aderenza alla più pulita scuola di documentazione visiva: cerco qualcosa che mi interessa, ti spiego perché, lo trovo e te lo mostro, al meglio della mia tecnica, che poi in ambiente internazionale si chiama arte, quando travalica il puro artigianato rappresentativo, ma in Italia ancora si stenta a chiamare arte la fotografia
  • progettualità coerente e costante nel tempo, ma capace di rinnovarsi con nuove idee pertinenti ad ogni diverso soggetto, vale a dire: ogni tema o filone di ricerca ha uno stile, che non si ripete su altri, ma sa proporre un punctum riconoscibile; puoi vedere una sola foto di tutta la serie e sai già a quale gruppo tematico appartiene; non è noia, ma rigore, non è ripetitività, ma coerenza
  • straordinaria idea dei quaderni dove raccogli i manoscritti autografi con le testimonianze dei soggetti fotografati, non solo per tenere traccia dei contatti, per ritrovarli e poi portargli le foto, ma per conservare uno spaccato vitale e personale di quel momento, il loro vissuto hic et nunc (io ho fatto qualcosa di simile con ragazzi a scuola - foto e video -  "dove sono, dove vorrei essere" e "chi sono, chi vorrei essere") ma la tua estesa pluriennale ricerca fotografica partecipata e condivisa con i soggetti non so se abbia precedenti; sicuramente preziosissimo equilibrio tra documentazione e intimità: non per niente ti ricordi a memoria i nomi di tutti…
  • stampare le foto! meglio piccole piuttosto che rinunciare di stamparle a causa dei costi; almeno queste le ritroveremo anche fra cent'anni, i file, chissà...
  • e viceversa, l'altra straordinaria idea: accettare una stampa forse non perfetta, economica ma grandissima, per dare impatto e visibilità anche fuori dai circuiti specialistici e a contatto col grande pubblico
  • infine, immensa ammirazione per la tua memoria storica, nomi, fatti, protagonisti, fascinazione degli intrecci narrativi, culturali, sociali e ambientali del nostro territorio
  • e aggiungerei, nessuna paura di rifarsi ai classici, reinterpretazione non pedissequa, ma ossequiosamente re-inventata, trovando traccia di Diane Arbus, August Sander, Paul Strand (i primi che mi vengono in mente) e potrei continuare...

Grazie Giancarlo per questo regalo che fai alla comunità tutta e che resterà indelebile per tutti noi.

Gabriele Coassin

 

 

 

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