Adolescenti: Impronte che lasciano un segno
Ricordate gli anni della prima giovinezza, quando avete iniziato ad approcciarvi al mondo esterno, scoprendo nuove passioni, quando alternavate istanti di totale tranquillità ad altri di estrema ribellione contro tutto il mondo?
Molti di noi spesso stentano ad avere un ricordo nitido di quel periodo, tutto è avvolto da una nuvola di ombre, segno che la memoria ha voluto creare un enorme buco volontariamente, al fine di dimenticare difficoltà e possibili traumi.
Nell’ottica comune l’adolescente viene visto come un ribelle, presuntuoso e incapace di rispettare le regole, ma ci siamo mai chiesti da cosa dipenda quest’esplosione di “rabbia” e negazione delle regole?
C’è una fase importante nella vita di ogni essere umano caratterizzata da una profonda e lenta metamorfosi che prende forma nel corpo del bambino, rendendolo un essere a metà strada tra l’età infantile e quella adulta. È un ibrido passaggio, non immediato, che pone le basi ad un nuovo bisogno di sentirsi differente e ricercare una nuova immagine di sé, che sia più coerente con i cambiamenti esteriori cui il suo corpo è sottoposto.
Questo nuovo individuo, cresciuto ed educato secondo i principi familiari, necessita di scoprire il mondo attraverso una nuova percezione che viene dall’interno di sé.
Infatti, se il bambino di pochi mesi fa si affidava completamente all’opinione dell’adulto, ora questo nuovo soggetto sente una forte spinta interna che lo incoraggia a riflettere con la sua testa ed agire attraverso nuovi parametri di giudizio, spesso incomprensibili alla famiglia, al mondo circostante e perfino a se stesso.
L’adolescente potrà amare questi cambiamenti in essere, sentirsi “figo”, al centro dell’attenzione dei suoi pari, invincibile e in tal modo vivrà questa fase di transizione in maniera del tutto positiva, pur scontrandosi con il mondo adulto.
Se non accetterà il suo nuovo corpo, si sentirà goffo, inappropriato e a disagio in ogni ambiente, rendendosi sempre più inibito e cercando di diventare il più possibile invisibile.
Proprio in questo caso il senso di ribellione prende il sopravvento, manifestazione di un chiaro segnale di malessere e velata richiesta di aiuto.
La famiglia dovrà essere pronta ad accogliere, ascoltare e supportare con pazienza e totale assenza di giudizio, tenendo ben a mente che in questa fase è in corso una vera e propria “tempesta ormonale” ed una crisi d’identità.
Qualora la famiglia non riuscisse ad accogliere questo “estraneo” che vaga per casa, lui (l’estraneo) cercherà rifugio e comprensione all’esterno tra i suoi coetanei, dove non si sentirà amorfo e continuamente ripreso per i suoi atteggiamenti.
La sua chiusura nasce da una richiesta di dialogo non recepita dalla famiglia, che lo spinge a trascorrere sempre più tempo all’esterno con gli amici e quando è in casa, nella sua camera, il posto dove si sente a suo agio, libero di aprirsi alla scoperta di sé, dove può sognare ad occhi aperti, progettare il suo futuro e assaporare nuove emozioni.
Slanci di onnipotenza lasciano a volte il passo alla paura di non farcela, di non riuscire a vincere le sfide future che l’adolescente incontrerà sul suo cammino e nei casi più gravi sfociare in un senso di fallimento.
Vive forti pressioni provenienti da vari fronti: lo studio, lo sport, le relazioni amicali, le prime esperienze amorose, e non ultima, dalla famiglia e pur volendo da essa allontanarsi, l’adolescente è consapevole che la famiglia rappresenta l’unico punto fermo, immutato e stabile e di cui ha bisogno…
Volgiamo lo sguardo indietro a quando anche noi adulti eravamo alle prese con la scoperta di noi stessi e solo così potremmo sorridere ed essere un valido supporto per questi futuri uomini e donne, aiutandoli ad assaporare con grinta, entusiasmo ed ottimismo il loro cammino di vita.
Dott. Antonio Buonaiuto