Affideresti i tuoi progetti alle tre scimmie?
Se un buon inizio vale il 50% del progetto, non bisogna pensare poi di abbassare la guardia e aspettarsi che i risultati arrivino semplicemente “facendo quello che era stato stabilito in pianificazione”. Magari andasse tutto come noi avevamo previsto, ma nella realtà difficilmente potrà accadere. Anzi, se così fosse, dovremmo considerare la possibilità che ciò che percepiamo sia solo apparenza e che probabilmente stiamo gestendo il nostro progetto come le tre scimmie giapponesi Mizaru, Kikazaru e Iwazaru. Ci tappiamo occhi, orecchie e bocca per evitare di prendere atto della reale situazione e di dover intervenire.
Dello stesso parere deve essere stato Dwight D. Eisenhower quando, nel dicembre ’57 (esattamente 60 anni fa!) alla National Defense Executive Reserve Conference in Washington, D.C. diceva:
“Plans are worthless, but planning is everything”
Il vero significato dietro a questa citazione che condivido pienamente, non è che pianificare non serva, ma piuttosto che il processo di pianificazione è opportuno continui lungo tutto il progetto. Soprattutto, afferma Eisenhower, è importante saper pianificare in emergenza. E non potrebbe essere altrimenti, dato che per quanto si cerchi di considerare tutte le possibili variabili che possono influenzare le nostre attività, durante la loro esecuzione capiterà senz’altro qualcosa che non avevamo previsto e che ci porterà a dover reindirizzare la rotta. Come quando si va in barca a vela, la variabilità delle condizioni atmosferiche e del mare influiscono in modo imprevedibile sul nostro viaggio, così nel corso del nostro progetto, la variabilità delle condizioni ipotizzate all’avvio potrà influire sul mantenimento di quanto pianificato.
Assunti, vincoli, rischi ed opportunità, sono le quattro stampelle sulle quale poggiano in equilibrio dinamico i nostri progetti. Finché questi supporti non vengono erosi dal passare del tempo e dagli eventi, i nostri piani mantengono la loro validità, ma non appena uno di questi comincia a vacillare dobbiamo agire per rafforzarlo o per riconsiderare anche gli altri tre e aggiornare di conseguenza la nostra pianificazione, portandoci ad una nuova situazione di equilibrio. Nessuno andrebbe per mare senza aver tracciato prima la rotta e senza essersi portato tutti gli strumenti necessari per fare il punto nave, per valutare la distanza fra la propria posizione e quella prevista e poter correggere il percorso per arrivare a destinazione. Lo stesso principio sta alla base dei nostri progetti. È fondamentale averli pianificati nelle fasi iniziali, al meglio delle conoscenze in nostro possesso e stabilendo una baseline di riferimento, ma è altrettanto fondamentale avere la capacità (e soprattutto la volontà) di monitorarne l’evoluzione e di misurare la distanza fra la situazione attuale e la baseline iniziale per reimpostare quando serve la rotta verso la nostra destinazione, la produzione di risultati che rispondano ai requisiti rispettando tempi, costi e qualità.
Ma cosa deve fare chi consciamente o inconsciamente si è affidato alle tre scimmie giapponesi, e spera che siano loro a salvare il progetto “che era stato così bene pianificato”? Il consiglio è di effettuare un pellegrinaggio a Nikko, in Giappone, al mausoleo dello Shogun Tokugawa Ieyasu, dove le tre scimmie sono poste come guardiane simboliche, e chiedere loro consiglio! Ma attenzione, anche per affrontare questo pellegrinaggio tra cedri, scalinate, ponti e cascate, per quanto suggestivo, dovremmo garantirci la capacità di una sana ripianificazione.
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