AIUTO, HO ASSUNTO UN BAMBINO!!!
Avete letto il libro Alla ricerca delle coccole perdute di Giulio Cesare Giacobbe?
Per chi non l'avesse ancora letto, è un libro molto interessante in cui l'autore, docente universitario e psicoterapeuta, getta le basi della psicoterapia evolutiva.
Provo a farne un esile e semplificato riassunto, non me ne voglia l'autore, a cui va tutta la mia stima.
Giacobbe, nella sua pluriennale attività di psicoterapeuta, si è ritrovato più volte a constatare che i suoi pazienti, posti in stato di ipnosi, tendevano ad identificarsi in una figura infantile. In altri termini, benché si trattasse di persone anagraficamente adulte, a livello profondo si poteva riscontrare la permanenza di una personalità infantile, caratterizzata da insicurezza, dipendenza, ansie e fobie non giustificate.
A partire da questa constatazione, l'autore ha potuto identificare altri due tipi di personalità, quella adulta, connotata da una sopravvenuta indipendenza e una solida sicurezza interiore, e quella genitoriale, capace di prendersi cura anche delle altre persone.
Da qui la definizione di nevrosi infantile, ovvero la permanenza della personalità infantile anche in età cronologica avanzata.
L'autore è perentorio: "La nevrosi infantile costituisce la struttura nascosta di gran parte delle sindromi a composizione ansiosa e depressiva con somatizzazione più o meno grave".
E' oltremodo possibile essere "nevrotici adulti" e "nevrotici genitori", laddove si riscontri una cronicizzazione di quella precisa personalità.
Una persona pienamente equilibrata è infatti capace di interscambiare queste personalità a seconda delle circostanze e degli eventi della vita.
A cosa sono dovute queste nevrosi? L'autore sostiene che la nevrosi infantile è molto diffusa, e ciò è dovuto principalmente (ma non esclusivamente) alla mancanza di esperienza maturata nel cavarsela nella vita con le proprie mani.
L'età in cui ci si affranca dai genitori è infatti mediamente sempre più avanzata.
Qualcuno potrebbe ribattere individuando nelle turbolenze dell'economia la ragione di questo mancato "svezzamento".
Questo aspetto in realtà non incrinerebbe le convinzioni dell'autore, la cui "prescrizione" è quella di andarsene il più presto possibile da casa e cominciare a lavorare, un lavoro qualsiasi, (magari affiancato da un'attività di studio per poter ambire a posizioni lavorative migliori).
Giacobbe non ne fa una questione di prestigio lavorativo, bensì di esperienza da affrontare per poter sviluppare una personalità adulta.
In concreto: imparo a cavarmela con le mie mani, da solo; in questo modo posso sviluppare un senso di indipedenza e una solida sicurezza interiore. Sono in grado di arrangiarmi e prendere il controllo della mia vita".
Personalmente apprezzo molto il pensiero dell'autore e trovo molteplici riscontri nel mondo del lavoro e dell'impresa.
Tuttavia, apprendo con stupore che questa tematica non è stata adeguatamente trattata proprio in relazione al contesto sopraindicato.:
Elenco un caso (piuttosto comune) a scopo didattico:
1) Mario Rossi e Luca Bianchi sono due giovani che desiderano diventare imprenditori.
Mario Rossi è bloccato, sa che gli servono dei finanziamenti, non osa chiederli in famiglia ("Se poi non funziona e perdo tutto come faccio a guardarli ancora in faccia") e figuriamoci alla banca ("Non me li daranno mai!").
"Mario, hai fatto il business plan?"
"Eeeeh? Cos'è? No.."
Luca Bianchi invece cerca informazioni più mirate, comprende l'importanza di stendere un business plan, si arma di entusiasmo e pazienza, e comincia a bussare a varie porte (banche, fondi europei, business angels, famigliari con possibilità economiche, ecc.) per sottoporre il proprio progetto.
Incassa parecchi rifiuti, ma prosegue fin quando ottiene quell'unico sì.
E parte, pur prendendo in considerazione l'ipotesi di poter fallire e ritrovarsi poi nei guai.
Avevate mai analizzato queste dinamiche alla luce del modello di analisi offerto dalla psicologia evolutiva?
Io lo trovo piuttosto interessante.
Il tema presenta svariate articolazioni, pertanto necessita di ulteriori approfondimenti.
Per ora "getto il sasso", e resto in attesa dei vostri commenti.
(Marco Machiorletti)