Alberto Quaglia CEO ARO e presidente Gipea è intervenuto alla conferenza “Gipea incontra la Liuc e i suoi studenti tra big data e industria 4.0”

L' università castellanzese ha incontrato il Gruppo italiano produttori etichette autoadesive e insieme hanno visitato i-Fab, dove l'industria del futuro è già realtà. A introdurre la mattinata, il presidente dell’associazione Alberto Quaglia, che ha esordito con un monito:

 “Mi aspettavo la presenza di molti più giovani questa mattina, soprattuto in una cornice come questa dove sono loro ad essere in maggioranza”.




Sempre a proposito del luogo scelto per l'incontro, Quaglia precisa che “la LIUC è un’università particolare, perché voluta e costruita dalla volontà di circa 300 imprenditori della provincia di Varese e dell’Altomilanese, affinché vi fosse un istituto che potesse formare i giovani al mondo del lavoro, per prepararli ad affrontare con consapevolezza e capacità il loro futuro”. “Gli impegni che GIPEA si assume per il futuro- continua Quaglia- sono quelli di continuare il rapporto con il mondo accademico e, proprio in questa direzione, abbiamo sviluppato un nuovo master in eco-packaging design che permetterà ai laureati di inserirsi anche nel nostro contesto lavorativo, inoltre puntare sui giovani è l’unico modo per evitare che le nostre aziende invecchino sempre di più non restando al passo con i tempi”.

“Quest’oggi- conclude il presidente- oltre a discutere e confrontarci sui classici temi di natura economico imprenditoriale, avremo l’occasione di poter visitare l’i-fab: una piccola industria 4.0 all’interno dell’università dove troveremo i requisiti fondamentali per l’industria del futuro come l’internet of things, l’analisi dei big data e l’automazione”.

Sulla necessità di valorizzare i giovani, si concentra anche l’intervento del rettore dell’ateneo, Federico Visconti che esordisce dicendo che “non è giusto seminare rassegnazione, è indispensabile che gli imprenditori di oggi prendano con coraggio le loro decisioni, e investano seriamente sui giovani perché è questo il terreno più profittevole sul quale possiamo costruire” . “Il modo di lavorare della Liuc – conclude il rettore – è quindi una ricchezza perché permette una precisa contaminazione tra il mondo accademico e il mondo delle imprese, tuttavia senza la parola rischio non è possibile scommettere e sviluppare un progetto vincente sui giovani”. A concludere gli interventi della mattinata, Elisabetta Brambilla, consigliera di GIPEA che ha presentato e commentato i dati FINAT (Associazione europea dei produttori di etichette autoadesive) relativi all’anno 2016: “hanno partecipato all’elaborazione dei dati 60 delle 300 aziende che fanno parte di FINAT, tra queste il 70% ha un fatturato compreso tra i 3 e i 30 milioni di Euro, mentre quelle con un fatturato superiore ai 50 milioni sono solo il 2% in leggero aumento”. “I quattro settori – approfondisce la Brambilla – su cui la maggior parte della produzione è concentrata sono farmaceutico, alimentare, cosmetici e bellezza e bevande, per quanto riguardo i dati elaborati dall’associazione sappiamo che la crescita media dei fatturati è stata dell’8%, mentre per quanto riguarda gli investimenti circa il 26% delle aziende acquisterà una macchina per stampare digitale mentre il 46% ne acquisterà una tradizionale”.

La mattinata poi è proseguita con la visita dell’i-fab dell’università dove alcuni studenti erano al lavoro nel montaggio di calcio-balilla seguendo una catena di montaggio informatizzata che permetteva in tempo reale di elaborare dati su produttività e tempi di assemblaggio così da poter correggere eventuali errori o migliorare nella tempistica: un chiaro ed efficiente esempio di industria 4.0.

(estratto dall’articolo di Tommaso Marcoli su Varesenews)

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