Anche Instagram ha i giorni contati
Sulla scia dello scandalo di Facebook e Cambridge Analytica, un analisi anche dello stato di salute dell'altro membro della famiglia, Instagram, minacciato dalla carica dei bot.
Di sicuro non arrivo per primo e non sono l’unico a cui sarà successo di ricevere visita sul proprio profilo Instagram da parte dei simpaticissimi bot.
I bot sono degli algoritmi che si installano nel proprio profilo attraverso delle applicazioni a pagamento (anche abbastanza economiche), ne prendono il controllo e iniziano a fare quello che vuoi al posto tuo.
Che carini che sono. Ti mettono like a un paio di foto, ti seguono e ti commentano “Hey -tuo nome- nice gallery” quando magari hai appena aperto il profilo e hai solo un paio di foto, magari anche bruttine.
D’accordo, magari sul momento potrebbe fare anche piacere ricevere una valanga di likes e followers, ma a ben vedere questi maledetti rovinano i profili sui quali si avventano.
Prima di tutto, mi dispiace deludervi, ma sono followers che dureranno solo per un paio d’ore. Provate a segnarvi prima di andare a letto il numero di followers dopo una “bot storm” e ricontrollate la mattina dopo.
Esatto, li avrete persi di nuovo tutti.
Infatti questi algoritmi sono programmati per svolgere l’infame compito del follow/unfollow, con la differenza di avere un ritmo di 100 e passa operazioni al minuto. Roba che neanche il dito di Fedez o della Ferragni.
Ma soprattutto, a cosa serve avere il profilo pieno di finti followers che in realtà non vedranno mai i vostri contenuti? Tutto ciò non potrà che svantaggiarvi, perché vedrete ridurre l’engagement rate.
In pratica, se prima su x follower, ricevevate y likes, dopo avrete un numero più alto di followers ma lo stesso numero di likes, vedendovi così abbassare il tasso di engagement.
Adesso pensate ai personaggi grossi, che fanno a gara a chi ha più seguito ma hanno in realtà sempre più i profili portati avanti dai bot.
Tutto questo a che serve? Se un’azienda sapesse che buona parte di quel numerino di cui si vantano tanto fosse in realtà gonfiato?
Prima si compravano direttamente falsi followers e likes.
Ora con i bot i profili sono effettivamente esistenti, ma è come se dietro non ci fosse più una persona reale a guardare ma un algoritmo a programmare.
Dov’è dunque il senso essere iscritti a Instagram? Far divertire gli algoritmi al posto nostro?In pratica è come se i robot usassero i social al posto nostro mentre noi siamo impegnati in altro.
A mio modesto parere, se la cosa dovesse prendere ulteriore piede non avrebbe più senso usare Instagram per mostrare i contenuti solo a dei bot e le aziende, saputo del trucchetto, potrebbero decidere di rivedere le loro strategie su piattaforme meno finte.
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