ANTISPOCCHIA - pensare agli altri insieme a se stessi, trovarsi al posto giusto quando necessari, sapersi mettere da parte quando non lo si è
ANTISPOCCHIA - 28 luglio 2022
Dal Vangelo secondo Luca - Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
RIFLESSIONE
Il Vangelo mi ha fatto ricordare un fatto a cui ho assistito. Ad una celebrazione del Papa si avvicina al settore autorità un tipo spocchioso (superbo, tronfio, arrogante, presuntuoso) che sbotta contro l’addetto che lo ferma alla transenna il tipico “Lei non sa chi sono io!”. Il gentiluomo vaticano con voce sommessa e “aplomb” squisita allora ribatte: “È esattamente questo il suo problema, perché se io sapessi chi è lei, l’avrei già accompagnata al suo posto”.
Ci viene regalata oggi una pagina divina antispocchia.
C’è bisogno di renderci conto che non tutto ci è dovuto.
C’è bisogno di superare l’aspettare sempre qualcosa in cambio.
C’è bisogno di recuperare la buona educazione di dire grazie.
C’è bisogno di ritrovare la spontaneità del fare per nulla.
C’è bisogno di accorgerci che gli altri possono arricchirci.
C’è bisogno di credere in Dio e sentirci meno padrieterni.
“L’antispocchia” è il titolo di un libro di Fulvio Scarparo. Una raccolta di aneddoti per difendersi dalla pesantezza degli arroganti, quindi molto spesso da se stessi. “Mi tolgo il saluto - annota l’autore - quando mi accorgo di essere caduto nella trappola dell’essere presuntuoso”.
Secondo i suoi studi di psicoterapia, sono tre le regole d’oro: pensare agli altri insieme a se stessi (non solo a se stessi, ma neanche solo agli altri), trovarsi al posto giusto quando siamo necessari e sapersi mettere da parte quando invece non lo siamo.
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Gesù ci era arrivato 2.000 anni prima, con la parabola di oggi.
Non suggerisce note di galateo o furbizia sul “posto giusto”, ma vuole destabilizzare il nostro vizio del sentirci “a posto”.
Piccole bassezze quotidiane sono tanti tipi di spocchiosità: furbizie, file saltate, posti non ceduti, divieti aggirati, prepotenze, invidie, intolleranze, abusi, giudizi, pettegolezzi, rivendicazioni, pretese, cafonerie, ruffianerie, burinaggini.
Pian piano questo causa un self-mobbing, un farsi del male che avvelena di infelicità e fa scattare micro-barbarie. Il peggio è che alle pessime maniere ci stiamo abituando. Non ne abbiamo più vergogna. Non ci danno più fastidio.
Gesù allora ci scuote: “C’è qualcosa di più degno! Spostati!”.
Per un cristiano, le buone maniere sono la traduzione del Vangelo in un comportamento personale e sociale.
Questo ci fa guardare con intensità e schiettezza, allora, al nostro essere fuori posto. Così ci ritroviamo poveri perché sciacquiamo tante occasioni di bene, storpi perché rattrappiti nelle nostre contorte idee fisse, zoppi perché ci sono le solite trappole in cui cadiamo, ciechi perché preferiamo essere complici delle ombre.
L’esistenza, come il Vangelo, è una lunga lezione di umiltà.
Attenzione! Se io mi scopro povero, storpio, zoppo, cieco allora sono proprio per me quelle tre parole: “Vai più avanti!”.
Sono il ritmo di una vita realizzata: vai più avanti!
Sono la forza per risolvere i problemi: vai più avanti!
Sono il motore di tante storie: vai più avanti!
Vai più avanti! Vai oltre! Spingiti più in su! Cosa aspetti?
Servizio Esterno di Comunicazione Istituzionale
2 anniGrazie sempre
product manager
2 anniGrazie Don Giulio! Ancora una volta diritto al "punto".
Avvocato - Partner presso Studio Legale Vezzoli e Associati
2 anniGrazie, Don Gilulio. Illuminante come sempre.