Attenzione al "Wishcycling"...
Scopriamo insieme di cosa si tratta...
Il "wishcycling" è una pratica sempre più diffusa tra noi consumatori che, nella buona fede di voler fare la nostra parte per l'ambiente, finiamo per contaminare i flussi di riciclo con oggetti che in realtà non sono riciclabili. Invece di informarci sulle regole locali per il riciclo dei materiali, speriamo che qualsiasi cosa possa essere smaltita nel bidone giusto, "sperando" che verrà comunque recuperata e valorizzata.
Ma il "wishcycling" è un grave errore, perché può causare più danni che benefici all'ambiente. Quando gli oggetti non riciclabili finiscono nei contenitori per il riciclo, la separazione dei materiali diventa più difficile e costosa, e i rifiuti contaminati possono danneggiare le attrezzature di riciclaggio, aumentando i costi di manutenzione e riducendo l'efficienza del processo di riciclo. Inoltre, i rifiuti contaminati possono essere scartati completamente e finire in discarica, dove non si decomporranno e potranno rimanere per centinaia di anni.
Qual è il materiale più colpito dal "wishcycling"?
Le materie plastiche che riportano i codici di identificazione del materiale all'interno del triangolo composto dalle tre "frecce che si rincorrono" sono particolarmente afflitte dal problema del "wishcycling". Questi codici distintivi spesso inducono il consumatore a credere che l'articolo sia riciclabile, ma in realtà ciò non è sempre vero. Solo il polietilene (PE), il PET e il polietilene ad alta densità (HDPE) sono relativamente facili da riciclare e hanno un mercato per la materia seconda. Gli altri tipi di plastica richiedono invece procedimenti molto più complessi e spesso finiscono in discarica o nell'inceneritore.
Per aiutarti a distinguere i vari tipi di plastica nella raccolta differenziata, ecco un elenco puntato delle categorie più diffuse:
N.B.: Per essere sicuri di effettuare una corretta raccolta differenziata, è importante informarsi presso il proprio comune o centro di raccolta sulla tipologia di materiale plastico che possono effettivamente riciclare.
Come possiamo fare la "nostra" parte?
Possiamo contrastare il fenomeno del "wishcycling" e promuovere un'economia circolare, basata sulla massimizzazione del valore dei materiali e sulla riduzione degli sprechi, adottando diverse soluzioni. In questo elenco puntato ti presento alcune possibili soluzioni che possono essere utili per contribuire a questo obiettivo:
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Ottime novità in tema di "Economia circolare" per l'Europa
Un'economia circolare autentica implicherebbe una diminuzione significativa dell'estrazione e dell'utilizzo di materie prime. Ciò sarebbe possibile grazie a una società incentrata sui servizi, in cui i prodotti e i materiali circolano il più a lungo possibile. Questo futuro è delineato nel "Libro bianco", intitolato "Reimmaginare la direttiva quadro sui rifiuti", redatto da Eunomia Research & Consulting. Tale libro propone una revisione della direttiva a breve termine (entro il 2026) e ne traccia le linee guida, ovvero:
Per realizzare tutto ciò, però, dobbiamo iniziare a lavorare sin da ora, soprattutto nell'imminente revisione della direttiva quadro sui rifiuti. Tale normativa ha orientato la politica comunitaria del settore sin dal 1975, ma ora rappresenta l'opportunità di sviluppare un quadro politico coerente per raggiungere l'obiettivo di un'economia circolare.
Siamo arrivati alla fine di questo articolo, fammi sapere se preferisci approfondire il tema del "Libro bianco" oppure rimanere aggiornato su altre tematiche legate all'ambiente!
Sono felice di ricevere il tuo contributo e di creare contenuti che possano soddisfare le tue curiosità in questo ambito!
Infatti...
...la tua "pausa" non deve essere solo un momento di riposo, ma anche un'opportunità per scoprire cose nuove e appassionanti!
Alla prossima settimana!