Attenzione alle statine
In questi ultimi venti anni e in particolar modo nell ultimo decennio, si e’ creato un vero e proprio dibattito fra gli scienziati sui giusti livelli di colesterolo nel sangue, reputato uno dei principali e piu pericolosi pericoli per il sistema cardiocircolatorio dell uomo. E ormai quasi consolidato nella comunita scientifica intenazionale che elevati livelli di colesterolo sono corresponsabili di infarto, ictus e di alcune forme di tumore. La soluzione farmacologica fino ad ora accettata e approvata per tenere sotto controllo i liveli di colesterolo nel sangue sono i farmaci a base di statine.Tra il 2000 e il 2005 l’uso di statine è aumentato di un enorme 156 % ,passando da 15,8 milioni di persone a 29,7 milioni di persone. La spesa per questi farmaci è balzata da 7,7 dollari miliardi a 19,7 miliardi dollari per ogni anno dello stesso periodo. Il problema principale delle statine pero è il modo in cui affrontano il problema del colesterolo, secondo alcuni ricercatori in modo semplicistico. Ma il corpo è un organismo complesso, usa il colesterolo ogni giorno per costruire nuove pareti cellulari, nella formazione della vitamina D e nella produzione di ormoni.
Il farmaco riduce sostanzialmente il numero totale di colesterolo, senza considerare il quadro completo che comprende anche le lipoproteine ad alta densità (HDL), lipoproteine a bassa densità (LDL), lipoproteine a densità molto bassa (VLDL) e i livelli di trigliceridi.
Il numero totale del colesterolo offre una panoramica generale e non fornisce informazioni necessarie per la valutazione del rischio di malattie cardiovascolari. Per una corretta valutazione è necessario confrontare i livelli di HDL, LDL, VLDL e trigliceridi, non il colesterolo totale.
Quello che attualmente la medicina allopatica insegna sul colesterolo è stato smentito da recenti studi scientifici che invece valorizzano i benefici del colesterolo, che non è la causa ma la conseguenza di malattie cardiache in atto.
Questi farmaci sono noti per i loro effetti collaterali come danni muscolari e debolezza. Ciò che è stato meno pubblicizzato è il potenziale legame tra statine e progressione dell’atrofia muscolare che può portare a una diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), conosciuta anche come morbo di Lou Gehrig.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riceve rapporti di sicurezza sull’uso delle statine dal centro per il monitoraggio internazionale dei farmaci riscontrando un numero sproporzionatamente alto di pazienti con lesioni del motoneurone superiore tra coloro che assumono farmaci come le statine.
Il capo ricercatore, Ivor Ralph Edwards, esperto in tossicologia, intossicazione acuta e cronica e reazioni avverse al farmaco nonchè consulente senior presso l’Osservatorio WHO di Uppsala in Svezia, afferma:”Sosteniamo che l’interruzione della somministrazione di statine debba essere presa in considerazione nei pazienti con malattie neuromuscolari gravi come la sclerosi laterale amiotrofica, data la possibilità che la progressione della malattia possa essere fermata o addirittura invertita.”
Uno studio recente pubblicato sull’Expert Review of Clinical Pharmacology, ha dimostrato che le statine possano causare la calcificazione delle arterie coronarie e possono funzionare come tossine mitocondriali che alterano la funzione muscolare nel cuore e nei vasi.
Le statine inibiscono anche la sintesi delle proteine contenenti selenio, una delle quali è la glutatione perossidasi che sopprime lo stress ossidativo. Un’alterazione della sintesi delle selenioproteine può avere ripercussioni nell’insufficienza cardiaca congestizia, come nelle cardiomiopatie dilatatorie in corso di deficienza di selenio.
Il dr Harumi Okuyama ha concluso affermando che“L’epidemia di insufficienza cardiaca e aterosclerosi che affligge il mondo moderno può essere paradossalmente aggravata dall’uso pervasivo delle statine. Proponiamo che le linee guida attuali sul trattamento con le statine sia criticamente rivalutate. Io non posso trovare alcuna evidenza scientifica che supporti l’uso delle statine e i pazienti che la assumono dovrebbero smettere.“
A sostegno dei risultati della ricerca è sceso in campo anche il dr Peter Langsjoen, cardiologo statunitense, che è co-autore dello studio e che ha dichiarato:
“Le statine vengono utilizzate in modo aggressivo e in un così gran numero di persone che gli effetti negativi stanno diventando evidenti. Questi farmaci non sarebbero mai dovuti essere approvati per l’uso. Gli effetti a lungo termine sono devastanti“.
Una ricerca della London School of Hygiene and Tropical Medicine riporta le seguenti conclusioni:
“A volte gli effetti collaterali delle statine vengono minimizzati, e le conclusioni vengono falsate da parametri sfasati. Come riporta una nota del 2007 del Scripps Mercy Hospital: ‘L’incidenza di rabdomiolisi da statine (rottura acuta dei muscoli scheletrici) è superiore nella realtà, in confronto agli studi controllati, considerata l’esclusione dei soggetti potenzialmente a rischio.'”
C’e’ da dire pero’ che quasi nessun ricercatore o medico neghi pesanti effetti collaterlai di questi farmaci ma essi asseriscono comunque che questi siano abbondanetmente superati dagli effetti benefici sul sistema cardioccircolatorio nei cai di eccesso di colesterolo nel sangue.
Per capirci si parla di ipercolesterolemia, quando il colesterolo totale (LDL più HDL) è troppo alto e quindi e necessario riccorre ai farmaci. Ma il colesterolo totale troppo alto non e’ di per se la causa di malattie cardiache, a meno che esso non superi i 300 (mentre le statine vengono somministrate quando questo livello supera i 220/230 ). Ci sono altri fattori di rischio molto più potenti. Uno dei test più importanti da prendere in considerazione per determinare il reale rischio di malattie cardiache è la spettroscopia NMR (dall’inglese nuclear magnetic resonance) che misura il numero di particelle LDL.
Questo particolare test comprende anche i marcatori per determinare se si è insulino-resistenti, una causa primaria del numero elevato di particelle LDL. Quando la secrezione d’insulina aumenta, di conseguenza aumenta anche la produzione di colesterolo. Elevati livelli di insulina, o una diminuzione della sensibilità sono correlati ai cibi che mangiate e all’esercizio fisico.
In tutti gli altri casi, il colesterolo può essere controllato tramite lo stile di vita e le scelte nutrizionali. Il fatto è che il 75% del colesterolo viene prodotto dal fegato, che viene influenzato dai livelli di insulina. Ciò significa che se si ottimizzano i livelli di insulina vi sarà anche un miglioramento sui livelli di colesterolo. Al fine di regolare in modo sicuro i livelli di zucchero nel sangue, la sensibilità all’insulina e il colesterolo è importante modificare la vostra dieta e lo stile di vita rimuovendo tutti gli zuccheri e le farine raffinate ed incrementando l’assunzione di grassi sani.
Amche assumere alimenti di alta qualità come l’omega-3, molto utile per la salute del cuore. Altri alimenti benefici per il cuore sono: l’olio d’oliva, olio di cocco, alimenti integrali, uova, avocado, frutta a guscio e semi.
Fare più esercizio fisico quotidianamente ed esercitarsi regolarmente. L’esercizio fisico ottimizza anche la produzione dell’ ormone della crescita, oltre ai benefici
Un buon sonno inoltre aiuta a ridurre i livelli di stress e a normalizzare i livelli di insulina per tutto il giorno.
Evitate l’eccessivo uso di alcol o tabacco sicuramente e ormai prassi consolidata per evitare spiacevoli conseguenze a liuvello cardiocircolatorio.
L’alcol contiene un’alta percentuale di carboidrati che influenzano i livelli di insulina. Il tabacco ha effetti sul sistema arterioso, aumenta temporaneamente la pressione
Includere alimenti fermentati nel pasto quotidiano. Non solo ottimizzano la microflora intestinale, che potenzierà le difese immunitarie generali, ma arricchirà anche la flora batterica orale. Le cattive condizioni di salute orale sono un altro potente indicatore di rischio di malattie cardiache. Inoltre un recente studio scientifico ha dimostrato che i probiotici e batteri intestinali simbiotici possono fermare il cancro. Insomma poche e semplici regole che potrebbero evitare di dover ricorrere a farmaci i cui effetti collaterali potrebbero essere peggio di eventuali benefici.