Attività fisica in età avanzata: non è mai troppo tardi per iniziare!
Con una speranza di vita alla nascita che si attesta a 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne, nel 2017, e con un tasso di fecondità totale di appena 1,34 figli per donna, l’Italia è dei Paesi più longevi al mondo, con un indice di vecchiaia (rapporto tra gli anziani di 65 anni e più bambini di 0-14 anni) fra i più alti e pari al 165,3%.
Nel 2017 la proporzione di ultra-64enni ha superato il 22% dell’intera popolazione italiana e le più recenti proiezioni Istat indicano che fra circa 50 anni un italiano su tre (30%) avrà 65 anni o più e un italiano su 10 avrà 85 anni o più e l’indice di invecchiamento raggiungerà il 257.9%.
L’invecchiamento della popolazione rappresenta un “trionfo” ma anche “sfida” per la società.
Aumenta infatti il peso delle patologie cronico-degenerative, legate all'invecchiamento, con conseguente crescita dei costi assistenziali e difficoltà di sostenibilità di tutto il sistema socio-sanitario.
Basti pensare che Il 35-40% degli ultra-65enni cade ogni anno; chi cade 2-3 volte è più a rischio di cadute ripetute; il 10- 15% degli anziani che cadono ha serie conseguenze e necessita di cure; le cadute possono provocare trauma cranico con possibile TBI (trauma brain injury) e anche morte.
In Italia il 28,6% (26-31%) delle persone con 65 anni e più cade nell'arco di 12 mesi. Di questi, il 43% cade più di una volta. Il 60% delle cadute avvengono in casa. Secondo i risultati dello studio italiano Argento, gli anziani cadono il 48% delle volte fuori casa. Dentro casa gli ambienti a maggior rischio sono: la cucina (25%), la camera da letto (22%), le scale interne ed esterne (20%) e il bagno (13%).
Il Rapporto Scientifico PAGAC 2018 (Physical Activity Guidelines Advisory Committee) fornisce una forte evidenza che:
l'attività fisica riduce del 32-40% il rischio di lesioni da caduta nelle persone anziane
E questo include gravi cadute che richiedono cure mediche o ricovero in ospedale.
Uno dei fattori fondamentali per contrastare la componente negativa di questo trend è indubbiamente una corretta attività fisica, la responsabilità della corretta comunicazione in tal merito va sicuramente alle istituzioni, ma ogni Professionista che opera nel settore del Fitness e dell’Allenamento può dare un grande contributo in tal senso, facendo oggettivamente del bene alla comunità e allo stesso tempo alimentando ed ampliando il bacino di utenza a cui proporre i propri servizi.
Per fare ciò è necessario però essere preparati, bisogna sapere bene come porsi in relazione allo sviluppo e proposta di programmi di allenamento specifici per gli anziani, approcciando questo tema partendo da dati e studi scientifici e soprattutto dalla esperienza di chi in modo etico e altamente professionale da anni se ne occupa.
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