Autonomia finanziaria in età avanzata e quantificazione degli obiettivi.
Non c’è dubbio che l’autonomia finanziaria rappresenta un obiettivo estremamente importante per affrontare serenamente il proprio invecchiamento. Evitare di dipendere economicamente da altri soggetti per soddisfare i propri bisogni, dai più elementari ai più complessi, rappresenta nella società attuale una forte motivazione al risparmio ed, in alcuni casi purtroppo, l’unica scelta possibile per poter avere una terza e quarta età dignitose.
Autonomia finanziaria, concretamente, significa avere i soldi sufficienti per pagare le spese legate al proprio mantenimento e per tutti i servizi di cui potremmo avere bisogno.
Quantificare correttamente queste risorse, cioè quanto serve, è un obiettivo molto importante ed in questo calcolo dovrebbero entrare tutti i costi legati non solamente alla propria sussistenza o ad un’assistenza sanitaria qualificata ma anche a quantificazione di tutto ciò che riteniamo importante poter pagare in una situazione futura.
Nel calcolo di quanto potrebbe servire deve essere considerato anche l’aspetto di quanto abbiamo già a disposizione perché già fornito, ad esempio, dal servizio sanitario nazionale o da coperture assicurative derivanti da contratti di lavoro e così via.
Una volta definito l'obiettivo quantitativo, in questa analisi, a seconda dell’età in cui ci si trova, potremmo procedere a pensare a come creare capitali finalizzati alla gestione delle spese future, come generare rendimenti dai capitali accumulati in precedenza e pensare a quali soluzioni esistono per coprire spese il cui costo potremmo trasferire ad un terzo soggetto professionale.
Un aspetto importante riguarda, quindi, la quantificazione economica degli obiettivi che si desidera conseguire.
Questo significa fare un’attenta analisi partendo da quanto mi serve oggi per vivere, prevedere quanto mi servirà in futuro, quanto ho già a disposizione e, per differenza, calcolare quanto mi manca da raggiungere.
- Quanto mi serve. Un buon punto di partenza è iniziare considerando quanto spendo mensilmente per acquistare tutto ciò che acquisto. Poche famiglie sono abituate a questo piccolo esercizio di “economia domestica” sul quale torneremo in futuro.Da questo dato di partenza possiamo procedere eliminando costi che non dovremo più sostenere e aggiungendo nuove categorie di costo che oggi non stiamo sostenendo (togliendo, per esempio le spese pre l’educazione dei figli e aumentando il valore delle spese di cura).
- Quanto ho già. Risparmi già accantonati, investimenti con scadenze certe, reddito da lavoro ed altri redditi sono la base da cui partire per prevedere quanto potrei già avere domani considerando redditi da pensione, pensioni integrative già avviate, redditi futuri.
- Quanto manca. È la differenza tra i due valori precedenti e rappresenta il fabbisogno da colmare per ottenere gli obiettivi desiderati.
Un’avvertenza nell’eseguire questo esercizio è quella di non essere eccessivamente ottimisti rispetto a certe dinamiche economiche future ma cercare, nei limiti del possibile, di effettuare stime prudenti.
Un’obiezione a questo approccio è senz’altro quella che le famiglie italiane non HANNO L’ABITUDINE DI RAGIONARE IN QUESTI TERMINI.
Nel prossimo articolo torneremo su questo tema che, come altri di cui parleremo, è influenzato da condizionamenti culturali ed emotivi.