AZIONARIO DEBOLE DOPO I DATI USA.
AZIONARIO DEBOLE DOPO I DATI USA
Ancora una volta, i dati americani hanno sorpreso gli investitori e operatori dei mercati, in un contesto che invece riteneva che la congiuntura a stelle e strisce fosse ormai vicino alla recessione. Ed invece, i numeri pubblicati ieri, e relativi agli ordini di beni durevoli, hanno evidenziato una economia che non molla e che costringerà la Fed ad alzare ancora i tassi e probabilmente anche reiterare la necessità di andare avanti nella stretta monetaria. Gli ordini di beni durevoli sono cresciuti a marzo del 3.2% rispetto ad un consensus di +0.7% e ad un dato precedente negativo a -1%. Il dato core ha mostrato un incremento dello 0.3%, superiore alle aspettative di -0.2% e al dato precedente di -0.1%. Sono salite le domande di mezzi di trasporto, sia per l’aviazione civile, sia per la difesa. Aumentata anche la domanda di computer, e prodotti elettronici. L’azionario ha reagito scendendo e per correlazione il dollaro, che in mattinata e prima dei dati aveva toccato dei minimi contro euro e sterlina, ha recuperato parte del terreno perduto, mentre ha guadagnato sulle oceaniche e contro Jpy e Cad. La sensazione è che gli investitori siano tutti convinti che l’economia rallenti ed invece per il momento tiene e con lei anche probabilmente l’inflazione. Ed ecco spiegata la ragione per la quale i banchieri centrali mantengono un approccio conservativo e restrittivo, perché evidentemente sono a conoscenza del fatto che la recessione sia ancora cosa lontana. In giornata si era sparsa la voce che ci potessero essere aiuti di stato per First Republic, dopo la notizia che a marzo l’Istituto avrebbe perso 100 miliardi di depositi per effetto dei prelievi dei clienti, ma tale notizia è stata categoricamente smentita dal governo.
VALUTE
Sul fronte dei cambi, un Euro ancora re incontrastato ha spinto il dollaro quasi a ridosso di 1.1100 per poi correggere 60 pips dai massimi, dopo che l’azionario ha cominciato a scendere, mentre dall’altra parte le oceaniche sono rimaste a ridosso dei minimi per l’intera seduta. Effetto dirompente sui cross EurAud e EurNzd, saliti su nuovi massimi a 1.6785 e 1.8080 rispettivamente. Tutti i cross dell’Euro sono saliti ancora, da EurGbp arrivato oltre 0.8865 all’EurJpy tornato in area 147.80. 90 pips di salita anche per UsdJpy, tornato non lontano dall’area di 134.00. Corona norvegese che, anche per effetto del calo del petrolio, ha ceduto con EurNok che ha rotto il precedente massimo a 11.698. Fino a giovedì prossimo, giorno del rialzo Bce, l’Euro potrebbe rimanere il protagonista assoluto del mercato dei cambi. Poi vedremo, perché le incognite legate alla crescita e al ritorno del patto di stabilità, potrebbero riproporre le divergenze strutturali all’interno del vecchio continente.
DATI MACRO
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La giornata sarà caratterizzata da una mattinata senza grandi market movers, mentre nel pomeriggio invece, avremo i dati sulla disoccupazione settimanale Usa, e soprattutto il Pil Usa del primo trimestre, atteso a +1.9% dal 2.6% del dato precedente. Si tratta della prima rilevazione, ma è sicuramente un segnale importante, in attesa di una settimana, la prossima, in cui saranno protagoniste le banche centrali. Buona giornata e buon trading.
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