THE MORNING BRIEFING.

TECNOLOGICI IN RIBASSO.

La giornata di ieri ha riproposto una price action correttiva dei principali listini azionari statunitensi, influenzata da una combinazione di dati economici contrastanti e performance settoriali negative. L’S&P 500 e il Nasdaq hanno registrato un ribasso rispettivamente dello 0.2% e dello 0.4%, in ragione della debolezza del settore tecnologico, con le azioni Nvidia, Amazon, Meta, Tesla e Alphabet tutte in territorio leggermente negativo, mentre Adobe ha perso oltre l'11% dopo aver fornito una guidance sui ricavi più debole del previsto. Il Dow Jones invece è rimasto stabile grazie alla minore esposizione ai titoli tecnologici. Sul fronte banche centrali, il mercato ha ormai accettato il fatto che la Fed taglierà, la prossima settimana, di 25 punti base, specie dopo la pubblicazione dei Jobless claims, saliti per la prima volta al massimo degli ultimi due mesi a 242 mila unità, ben al di sopra delle previsioni di 220K. Inoltre, l'indice dei prezzi alla produzione è aumentato più del previsto anche se l'indice core ha rallentato in linea con le aspettative. Le probabilità di una riduzione del tasso dello 0.25% sono attualmente al 98%.

 

VALUTE.

Sui cambi, ancora forza estrema di dollaro che ha spinto lo Jpy fino a 153.10 questa notte, mentre l’EurUsd scende sui supporti chiave di 1.0460. La pressione resta forte, in assenza di una Boj proattiva verso il tasso di cambio dello Jpy, così come sull’Euro, l’ultimo baluardo prima di 1.0330 è il livello attuale. Non sembrano esserci le condizioni per una inversione, ma solo eventualmente, per qualche sporadica correzione, dovuta a eccessi di ipercomprato di dollaro. Ma di fondo, il delta tasso continua a pesare sulle valute concorrenti del biglietto verde, e fino a quando non si creeranno le condizioni per una inversione anche da un punto di vista macro, il trend rimarrà quello attuale. E tali condizioni possono avvenire solo quando dovesse esserci un calo della congiuntura, o preoccupazioni per le politiche sui  dazi di Trump, o ancora quando dovessero emergere preoccupazioni per l’espansione promessa dal nuovo Presidente, fatta a debito, con questo stesso potenzialmente fuori controllo, come ha ricordato Jerome Powell. Sul fronte oceaniche, ancora debolezza, per correlazione con le majors, e anche il Cable che fino a ieri sembrava poter attaccare 1.2800, è sceso a 1.2650 con potenziale di ulteriore ribasso e target a 1.2500.

 

 


BCE, UN TAGLIO SCONTATO.

La Banca centrale europea (BCE) ha deciso di tagliare i suoi tassi di interesse chiave per la quarta volta quest'anno, di 25 punti base a dicembre 2024, come previsto. Le prospettive relative all’inflazione sono più favorevoli così come, a detta dell’Istituto, i miglioramenti nella trasmissione della politica monetaria. Si prevede che l'inflazione diminuisca gradualmente, al 2,4% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e dell'1,9% nel 2026. Anche l'inflazione core, escludendo energia e alimentari, dovrebbe scendere, con un obiettivo del 2% nel medio termine. Si prevede che la ripresa economica sarà più lenta di prima, con una crescita prevista allo 0,7% nel 2024, all'1,1% nel 2025 e all'1,4% nel 2026. La BCE rimane concentrata sul garantire che l'inflazione ritorni al suo obiettivo del 2% e adeguerà le sue politiche in base ai dati in arrivo, senza impegnarsi in un percorso a tasso fisso. EurUsd a ridosso de supporti chiave di 1.0460.

USA, PPI IN CRESCITA.

I prezzi alla produzione, negli Stati Uniti, sono aumentati dello 0,4% su base mensile a novembre 2024, più di uno 0,3% rivisto al rialzo a ottobre e il doppio delle previsioni di mercato dello 0,2%. Si tratta del più grande guadagno mensile degli ultimi cinque mesi. Su base annua, l'inflazione dei prezzi alla produzione è accelerata per il secondo mese consecutivo al 3% da un 2,6% rivisto al rialzo. Nel frattempo, il PPI corre, è aumentato dello 0,2% nel mese, al di sotto dello 0,3% di ottobre, e in linea con le previsioni. Il tasso di interesse core annuo si è stabilizzato al 3,4%, lo stesso del 3,4% rivisto al rialzo del mese precedente e superiore alle aspettative del 3,2%.

 

JOBLESS CLAIMS

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 17.000 unità rispetto alla settimana precedente, arrivando a 242.000 nella prima settimana di dicembre, ben al di sopra delle aspettative di mercato di 220.000, facendo segnare il livello più alto da ottobre. A loro volta, le richieste in sospeso sono aumentate di 15.000 unità rispetto alla settimana precedente, arrivando a 1.886.000, relativamente vicine al massimo triennale di 1.908.000 di inizio novembre. Il risultato ha messo in discussione le recenti speranze che il mercato del lavoro statunitense rimanesse rigido, favorendo ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed l'anno prossimo.

 

LA SNB TAGLIA A SORPRESA DI 50 PUNTI BASE

La Banca nazionale svizzera ha tagliato il suo tasso di riferimento di 50 punti base allo 0,5% a dicembre 2024, superando le aspettative del mercato, che scommettevano su una riduzione di 25 punti base. Si è trattato della quarta riduzione consecutiva ma anche della più significativa in termini percentuali dal gennaio 2015, così da spingere i tassi al minimo dal novembre 2022. La decisione arriva mentre l'inflazione si attenua, scendendo dall'1,1% di agosto allo 0,7% di novembre, con previsioni dell'1,1% nel 2024, dello 0,3% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, rimanendo entro l'intervallo obiettivo della banca centrale. Si prevede che il PIL svizzero crescerà di circa l'1% quest'anno, con un leggero miglioramento all'1-1,5% nel 2025, sostenuto dai recenti tagli dei tassi. Tuttavia, la crescente disoccupazione, la produzione più lenta e le incertezze globali, come le tensioni geopolitiche e le direzioni politiche poco chiare all'estero, pongono rischi per le prospettive economiche. Franco svizzero in leggero indebolimento, anche se non sufficiente a tranquillizzare le autorità monetarie, preoccupate dell’eccesso di forza della valuta locale. Buona giornata.


Saverio Berlinzani analista ActivTrades

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