"BELLA STORIA" A LIETO FINE: IL  CENTRO DIURNO DI NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA DI CREMA
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"BELLA STORIA" A LIETO FINE: IL CENTRO DIURNO DI NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA DI CREMA

La sofferenza può attraversare tutte le età e tutti gli strati sociali: ansia, attacchi di panico, depressione, ritiro sociale, autolesionismo… Appartenere alla vita a cui si appartiene può essere molto oneroso. 

Non fanno eccezione i giovanissimi, la cui disperazione può essere senza fondo.

Giovani incastrati in una vita che ha paura della vita, tanto da sviluppare la tendenza ad evitarla. Giovani che, per dirla alla Recalcati, hanno perso il contatto con la vocazione profonda del desiderio. Giovani che godono di una libertà che, in fondo, li spaventa, perché la libertà contiene sempre anche il pericolo dell’insuccesso. Giovani dalle famiglie frammentate, che anelano a una presenza vigile che li faccia sentire al sicuro. Giovani che non hanno fatto l’esperienza del no, del limite, della frustrazione, tanto da ritenere che tutto sia sempre possibile.   

Come navicelle scomparse dal radar, non riescono più ad intercettare i messaggi altrui. Galleggiano in una distanza siderale, garantendosi un isolamento protettivo che impone di vivere nel chiuso, piuttosto che nell’aperto. Stare all'aperto li fa sentire nudi: fa freddo là fuori quando ci si sente scoperti.

Le relazioni si fanno distanti, sono tenute a distanza, d'altro canto la vicinanza con l'Altro è fonte di scompiglio. Quando si è distanti da sé, l'Altro è spesso solo un nemico da tenere a distanza. Eppure nel loro orbitare, queste navicelle solitarie inviano deboli segnali alla terra, forse con la speranza di essere intercettate. 

Un Centro Diurno Minori è innanzitutto questo: “base spaziale” per vite impossibili. Un punto fermo. Base che accoglie, legittima, cura il disagio, perché la vita si faccia possibile. 

Il Centro Diurno “BELLA STORIA” di Crema (TheSIS Group) è popolato di giovani in gamba che percepiscono la propria vita minata dagli sgambetti. E al Centro Bella Storia quella verità soggettiva viene rispettata, perché la cura parte dal rispetto di ciò che si ha dentro: assenze, squarci, autogoal, solitudini... I giovani sostano come navicelle in fase di rifornimento in un hangar che contiene e protegge, un luogo che custodisce senza pretendere.     

Gli eventi interiori che hanno portato questi giovani qui sembrano caratterizzarli molto più dei tratti somatici: sono disagi dell’anima che a volte una pelle tagliuzzata denuncia impietosamente, svelando in ogni taglio la volontà di dividersi da una parte di sé, quella parte che si sente persa, smarrita, svuotata, angosciata, interrotta irrimediabilmente.

Di fronte all’evidenza che non c’è niente di più pasticciato della realtà umana, il Centro Diurno Bella Storia si interessa delle vite particolari, guardandole dal basso e non dall’alto.  Sono vite che per qualche ragione non giudicabile si sono lasciate alle spalle la coerenza, inoltrandosi nel caos delle contraddizioni che spesso avvolge la vita umana. Vite che non disdegnerebbero di ammazzarsi, dove il donarsi la morte avrebbe il senso di salvare la vita da un dolore insopportabile. Vite che hanno smesso di pretendere che la vita non le svaluti. Vite stracciate dalla vita, che odorano di rassegnazione cinica. Vite senza più passioni. 

Si può addestrare la vita alla vita? È davvero possibile curare una vita affinché non abbia più paura della vita? Si riesce a sostenere una vita perché possa smettere di pretendere di dominare la vita accogliendone, piuttosto, il lato ingovernabile?  

Se esiste un metodo per costruire un domani, questo affonda le sue radici nel contatto con la tenerezza: non c'è cura senza tenerezza.

Dalla tenerezza alla vocazione: prendersi in mano ha a che fare prima con il riscoprire una propria tenerezza interiore, poi con il ricercare la propria vocazione, dove risorse e potenzialità personali vedono la luce.   

Il Centro Bella Storia fornisce un servizio di sostegno e riabilitazione psicologica, sociale ed educativa, qualcosa che può fare la differenza nella vita interrotta di un giovane e della sua famiglia. Introducendo la forza tenera del contatto, mette sul piatto il calore della parola, sceglie il potere del riconoscimento reciproco, mira a stabilire autonomia.

Attraverso la proposta di attività varie, le più svariate, sia di natura terapeutica sia di natura ludica (perché il gioco è fonte di creatività), senza forzare, obbligare, esercitare alcuna pressione, piano piano succedono cose: succedono dentro ognuno di quei giovani e sono cose buone.

Succedono cose buone anche solamente nel sostare senza fare, condividendo quel luogo sicuro che il Centro Bella Storia rappresenta, perché un luogo può divenire fonte di appartenenza e qualcuno di quei giovani ha proprio bisogno di assaporare la sensazione di avere un posto, di essere atteso, di essere visto, di essere solo ciò che è.   

E' così, in un luogo che accoglie e contiene, che legittima e non giudica, che cura senza forzare, che la dimensione rancorosa e depressa della vita può sfiorare una nuova luce. 

Cinzia Cristina Sacchelli

Responsabile Servizio Psicologia ASST di Crema e Consigliere Ordine Psicologi Lombardia

3 settimane

Ottimo esempio di efficace collaborazione tra il centro diurno e i professionisti della Neuropsichiatria e Psicologia

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