DA VICINO NESSUNO E' DAVVERO NORMALE
Noi di www.coopcrea.org la vediamo così: ognuno è unico ed irripetibile.
La pensava così Franco Basaglia, rivoluzionario del mondo della psichiatria, tanto da immaginare di chiudere i manicomi. Nessuno aveva mai osato pensare di chiudere un manicomio prima di lui. Non c’erano esperienze, né manuali, né un pensiero a riguardo. Ma Basaglia aveva un bagaglio etico, voleva davvero curare le persone, ma non in un luogo di prigionia, di non-cura come un’istituzione totale.
Chi meglio delle persone internate poteva aiutarlo? Basaglia incoraggia la partecipazione attiva dei pazienti, promuovendo l'autodeterminazione e l'empowerment. Nascono, così, le forme di democrazia dal basso come le assemblee, che innescano un cambiamento profondo nella relazione tra medico e utente. Il medico impara a sospendere il giudizio, a guardare con rispetto, l’utente trova la sua voce e la usa.
La relazione cambia. Perché Basaglia sa che non c'è cura senza relazione. Non c'è cura se la persona non ti sta a cuore. La relazione non sarà più strumento di potere, ma di riconoscimento. La cura diventa la relazione stessa tra Persona e Persona, dove anche il paziente assurge a Persona con una storia e dei diritti, dismettendo i panni di numero o di diagnosi.
Rispetto. Perché Basaglia introduce il rispetto. E la tenerezza. Non c'è cura senza tenerezza. Le persone con disturbi mentali passano da prigionieri ad essere trattati come cittadini con diritti.
Basaglia promuove un approccio multidisciplinare: servono psichiatri, ma anche psicologi, assistenti sociali, infermieri e altri professionisti, perché la qualità delle cure è migliore se siamo in tanti con competenze diverse, perché la malattia mentale non è un problema esclusivamente biologico da trattare con farmaci e terapie invasive, ma con l'attenzione anche a fattori sociali, economici e culturali dove la persona va presa in cura nella sua globalità.
Con la legge 180 del 1978 viene sancita la chiusura dei manicomi in Italia; di fatto negli anni 2000 eravamo ancora impegnati a smantellarli.
Oggi, a noi rimane un compito: abbattere lo stigma. Lo stigma del disagio mentale, che è un fenomeno che trasuda pregiudizi e discriminazione, che porta a percepire come pericolose, inaffidabili o incapaci di prendere decisioni persone alle prese con la fatica di vivere, che porta incautamente a credere che i disturbi mentali possano essere superati con la sola forza di volontà, che rende difficile ottenere un lavoro, che fa vergognare della propria condizione, che impedisce di chiedere aiuto, che porta all'isolamento.
Presso l'ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano, dal 4 giugno al 4 luglio 2024, un bel festival organizzato da www.olida.org nel centenario della nascita di Basaglia con diversi incontri che affermano l’attualità del suo pensiero rivoluzionario e delle sue pratiche di libertà.
Perché anche un festival crea una coscienza collettiva. Perché ci vuole consapevolezza e comprensione per abbattere lo stigma, perché bisogna sfatare miti e pregiudizi per andare oltre, perché ascoltare le testimonianze diviene strumento potente per cambiare le percezioni.
Combattere lo stigma richiede uno sforzo concertato da parte di tutti noi. Non ti tirare indietro: anche tu puoi fare la differenza.
#francobasaglia