Buona fioritura!

Buona fioritura!

Sono seduto sul balcone di casa, ascoltando Einaudi, con il taccuino in mano e la penna che prende il sopravvento su una tempesta di emozioni che sgorgano, seppur in maniera confusa e singolare rispetto ai tempi che stiamo vivendo, magnificamente libere. Mi godo il sole sentendo l’acqua del fiume sottostante che scorre; in questo scorrimento penso all’umanità intera e a ciò che sta succedendo. Tutto fluisce indisturbato, in primis la primavera, di cui ne ammiro la bellezza che si esprime qui, davanti ai miei occhi. La sua potenza inesorabile consente ai fiori di nascere, alle rondini di arrivare, alle giornate di allungarsi. Non è vero quindi che il mondo si è fermato; solo noi ci siamo messi in pausa. Comprendo così la piccolezza e la fragilità dell’uomo che, con arroganza e quando corre a mille, cerca di porsi, pretendendo di capire tutto, sopra all’universo che invece, proprio ora, ci guarda con tenerezza e ci fa sapere che qualsiasi cosa succederà lui, non noi, resisterà. Se solo imparassimo ad accettare la nostra incompiutezza, potremmo dare vita a cambiamenti importanti, scegliendo così di germogliare dopo un lungo inverno, e per le prossime stagioni. Tentiamo allora di vivere il tempo nelle nostre case non come un tiranno, ma interpretandolo come grande opportunità per iniziare a ripensare ad un nuovo modello di comunità costruito su condivisione reale, autentico sostegno e una moltitudine di beni relazionali. Possiamo adesso concederci il lusso, stando in pigiama, di non dover soddisfare aspettative esterne bensì di ambire a definire rinnovati paradigmi, ognuno di noi provando a fare la sua singola, unica, importantissima parte. Penso non si possa attendere la fine dell’emergenza per tornare con trepidazione alla vita di prima; abbiamo il dovere immediato, innanzitutto per le vittime che questo virus sta mietendo, di responsabilizzarci al fine di compiere una trasformazione verso differenti priorità e nuovi modi di intendere i rapporti con noi stessi, con gli altri e con tutto quello che ci circonda. L’uomo è da sempre capace di affrontare le crisi, reagendo con coraggio, perché è innata in noi la forza di ricostruire e di rendere il terreno fertile per fresche fioriture. Siamo sprofondati in basso, ma la Vita è tanto generosa da donarci ancora, attraverso gli abissi di quest’esperienza, una nuova possibilità. Ormai risulta chiaro che Covid non si schiera con bianchi o asiatici, nemmeno con ricchi o poveri, donne o uomini, cristiani o musulmani; il virus è democratico ed è indifferente ai confini. Si espande cercando di trasformare la paura in psicosi, che però dobbiamo imparare a gestire consapevolmente, altrimenti ci sarà qualcuno che, peggio di prima, la vorrà dirigere per noi. Impegniamoci quindi, senza timore di soffrire, ad ascoltare il nostro vero io e a sviluppare empatia nei confronti delle altre persone, iniettando fiducia, estrosità e speranza. Apprendiamo ad amare, ma questa volta per davvero; creeremo così occasioni di generare pensieri ed azioni che potranno permetterci di sbocciare e, finalmente, di profumare di felicità. Non come prima, molto di più. Ricominciamo da qui, tutti insieme.   

 

 

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