CAMMINA, NON CORRERE

CAMMINA, NON CORRERE

#HISTORYTELLING - LA SINDROME DELL’AVIDITÀ 

Oggi, cari lettori, voglio approfondire con voi una bella frase di Mahatma Gandhi: “La terra fornisce abbastanza per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo”.

E a questo scopo vi invito a leggere la breve storia che segue.

PICCOLA STORIA INSEGNA

Sam e Tom erano due gemelli identici, così identici che persino la madre trovava difficile distinguerli, almeno nei loro primi giorni di vita. Erano però molto diversi in tutto ciò che non aveva a che fare con il loro aspetto. Sam non aveva amici, mentre Tom era estremamente socievole. Sam era generoso e altruista, Tom era avido ed egoista!

Quando furono un po’ cresciuti, il padre decise di suddividere la sua fortuna equamente tra loro. Ma Tom non fu d'accordo e sostenne che chi dei due si fosse dimostrato più forte e intelligente avrebbe dovuto ricevere una quota maggiore di ricchezza. Sam alla fine accettò il punto e il padre decise di risolvere la cosa organizzando una competizione tra di loro. 

Chiese ai due figli di camminare il più a lungo possibile, ma di rientrare a casa prima del tramonto. La ricchezza sarebbe stata divisa in proporzione alla distanza percorsa. Come regola della competizione, non era permesso di portare con sé un orologio per tenere traccia del tempo.

Il giorno seguente, Sam e Tom iniziarono a camminare. Sam si avviò con un passo lento ma costante, mentre Tom invece partì subito con uno sprint perché era determinato a vincere la gara e a guadagnarsi una parte maggiore della ricchezza del padre.

Sam si era fatto il conto che avrebbe potuto spingersi il più lontano possibile solo fino a mezzogiorno, ma allora avrebbe dovuto riprendere la strada verso casa per riuscire a rientrare in tempo per il tramonto. E così fece. 

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Tom invece, spinto dalla sua avidità di guadagnare più ricchezza, continuò ad avanzare anche fin dopo mezzogiorno. Camminò due volte più a lungo di Sam convinto che sarebbe stato ancora in tempo per rientrare a casa nei tempi prescritti. Prese infatti la via del ritorno solo quando vide il sole diventare arancione. Sfortunatamente per lui, non riuscì a percorrere nemmeno metà della strada verso casa prima che l'oscurità inghiottisse il suo cammino e dovette quindi alla fine trascinare nel buio i suoi piedi stanchi verso casa. Così perse la gara a causa della sua avidità.

Morale della storia: talvolta è allettante correre più degli altri per superare tutti: l’avidità di Tom però lo portò a sopravvalutare le proprie capacità e quindi a perdere la corsa... e con essa la ricchezza a cui aspirava. Nel frattempo il duro lavoro di Sam dava i suoi frutti e gli faceva vincere la gara grazie alla sua perseveranza.

FUOR DI METAFORA

Manfred Kets de Vries, Professore di Human Resource Management all’INSEAD di Parigi, ha descritto molto bene nel suo blog una tipica “persona avida”, che ha chiamato Pavel, Direttore Generale di Raler Co. 

“Pavel nell'ultima riunione del Consiglio di Amministrazione della società era riuscito a strappare un pacchetto di stipendio e bonus del valore di $ 20 milioni annui. Tuttavia Pavel non abbandonava il pensiero che alcuni dei suoi colleghi di altre società quotate guadagnavano più di lui (…) e continuava a chiedersi se non meritasse di più. Dopotutto, non era lui il motore dell’azienda? (…)  

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Come sempre però la vita è piena di sorprese. Nel mezzo di un’accesa discussione di lavoro Pavel fu colpito da un grave infarto. Per un breve periodo fu tenuto in vita artificialmente, ma presto la morte pose fine alla sua “non soddisfazione”. Per Pavel la vita senza i soldi che riteneva gli spettassero era stata sempre incompleta, ma il denaro senza vita si rivelava adesso del tutto inutile.”

SEGNALI E CONSEGUENZE

Pavel è un buon esempio dell'avidità incontrollata che è il segno distintivo di molti manager. E quali sono, secondo de Vries, i segnali della sua presenza?

  1. Il comportamento fortemente egocentrico delle persone avide. Esse dicono sempre "io, io, me" con poco o nessun rispetto per i bisogni e i sentimenti degli altri.
  2. L'invidia e l'avidità sono caratteristiche “collegate”. Mentre l'avidità è un forte desiderio di un sempre maggior possesso, l'invidia include un forte desiderio che le persone avide hanno per le proprietà degli altri.
  3. Le persone avide mancano di empatia. Il preoccuparsi dei sentimenti degli altri non fa parte del loro repertorio. Come tali, hanno pochi scrupoli nel causare dolore agli altri. 
  4. Esse non sono mai soddisfatte. Invece di pensare che tutti trarrebbero beneficio quando la torta diventa più grande, la vedono come un qualcosa di costante e mirano ad averne quanto più è possibile. 
  5. Le persone avide vivono nel breve periodo: si concentrano sul saziare i loro bisogni immediati e lasciano agli altri il compito di far fronte alle conseguenze. 
  6. Non conoscono limiti nel perseguire i loro bisogni materiali. Le persone avide non rispettano i confini. Sono pronte a compromettere l’etica e i valori morali per raggiungere i loro obiettivi. 

Ma è possibile per queste persone uscire dalla “sindrome dell’avidità”? 

LEZIONI DA IMPARARE

Per motivarsi a cambiare, queste persone dovrebbero scoprire le fonti inconsce della loro singolare ricerca della ricchezza.

Farlo significa che potrebbero dover affrontare conflitti irrisolti, far fronte a emozioni e rabbia represse, aver bisogno anche di conoscere ciò che è veramente essenziale nella vita come l'amore, l'intimità emotiva e l'accettazione incondizionata degli altri (e di sé in primo luogo).

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Le persone che soffrono della sindrome di avidità devono trovare il modo di passare dagli sforzi egoistici a quelli più altruistici.

È importante che riconoscano di avere una scelta e che possono essere davvero ricche solo se sono in grado di “dare”. 

Prendere questa strada altruistica richiede perseveranza, umiltà, coraggio e impegno. Non farlo rappresenterà per loro un serio rischio e pericolo, come Pavel ha scoperto a suo danno.

L'avidità è una caratteristica che accompagna la maggior parte degli sforzi umani e lo è da quando la nostra specie è sulla terra. Nel corso della storia, l'avidità ha avuto una stampa discorde. 

Da un lato è stata salutata come il motore della crescita economica e del progresso umano, dall'altro è stata vista come la causa di molta miseria. 

Si dice che senza avidità vivremmo ancora nelle grotte ma, lasciato incontrollato, il desiderio insaziabile di più e migliori cose materiali può essere distruttivo.

Nonostante questi esempi, la nostra cultura continua a dare un grande valore al materialismo e, per estensione, all'avidità.

LESSON LEARNED

Come ha scritto Fyodor Dostoyevsky: 

“Il mondo dice: hai dei bisogni – soddisfali, tu hai il diritto di farlo come il ricco e il potente. Non esitare ad appagare le tue necessità; anzi aumenta i tuoi bisogni e chiedi di più. Questa è la dottrina che guida il mondo oggi. E loro credono che questa sia libertà. Il risultato per il ricco è l’isolamento e il suicidio, per il povero l’invidia e il delitto.”  

Il principale compito che dovremmo darci è quello di cambiare la società in cui viviamo, che è basata troppo sul desiderio irrefrenabile di acquisizioni ed eccessi. 

La risposta è che dobbiamo imparare a superare l'avidità per avere una vita più semplice, più significativa e più felice.

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Diego Parassole

Speaker e consulente. Narratore di stranezze umane, capricci neurali, vertiginosi cambiamenti, originali modi per stare al passo.

4 anni

Grazie per le sagge riflessioni Edoardo. Gli avidi spesso vincono brevi battaglie ma non la guerra. Perché per loro è una guerra. Che non trova mai pace. 😊

Afsoon Neginy

General Manager / Executive director branding BBS / Esperta ASVIS/CSR and sustaniability director / Fractional CEO &GM

4 anni

E come disse Napoleone; siccome ho molta fretta vado piano!

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