Campus COAL, più di un percorso formativo

Campus COAL, più di un percorso formativo

Costruire processi su misura di realtà aziendale, che tengano conto del territorio e del contesto, appare oggi una sfida necessaria e inevitabile. È per questo che abbiamo intrapreso con COAL un percorso entusiasmante e innovativo, che ci ha fatto divertire e ha permesso a ogni partecipante di mettersi in gioco, incontrare generazioni diverse, ripensare al proprio ruolo.

 Ne ho parlato con Alessandro Buoso, direttore generale di COAL, 25 anni di distribuzione e di conoscenza del settore in ogni suo ambito. E soprattutto la distribuzione sia in logica di affiliazione, sia in quella di gestione diretta.

Chi è Coal e come è organizzata?

È storia, passione, valori. È una cooperativa che basa le logiche di business sulle logiche dell’associazione. Un termine importante perché non comprende solo l’affiliazione ma che trova nella forza della cooperazione una risposta concreta ed efficace all’aggressione del mercato da parte dei grandi gruppi, salvaguardando quel prezioso patrimonio di fiducia e rapporto personale che lega il consumatore al suo punto vendita. Non solo brand e impostazione di business, ma una vera e propria associazione di idee, di lavoro e di organizzazione. La partecipazione dei nostri soci è a 360 gradi in quella che è la strategia e l’operatività della cooperativa.

Una cooperativa da circa 300 negozi, 6 regioni, con una capillarità importante, che copre oltre 200 comuni.

Quando nasce l’idea del Campus e perché?

È un’idea geniale e lungimirante nata dal vertice con la pretesa di diventare una vera e propria scuola, l’inizio di un cambiamento culturale: un percorso che fosse non solo un percorso formativo, ma un’esperienza che coinvolgesse a 360 gradi Soci e Dipendenti e che facesse comprendere che oggi non c’è più spazio per l’improvvisazione. Piani didattici che possano accompagnare i nuovi e attuali imprenditori verso un modello nuovo di fare impresa e di fare organizzazione.  

Abbiamo una governance dalle idee chiare, che fa della cooperativa il suo asset di governo e che ha capito - molti anni fa e oggi concretamente – che fare la differenza non significa parlare esclusivamente di acquisti o di vendita, ma fare entrare in gioco anche competenze e risorse umane.

 Il 17 ottobre abbiamo dato il via alle attività. È stata una giornata intensissima, entusiasmante anche per i suoi risvolti umani: se dovessi raccontarla con degli aggettivi o delle parole, come la definiresti?

 È stata una giornata emozionante innanzitutto perché abbiamo dato il via a un percorso che a me piace definire ambiziosamente ‘scuola’. Nelle logiche, nelle prospettive, nelle volontà dell’azienda c’è proprio quella di creare un percorso di studi dedicato alla ‘creazione’ di imprenditori. Ma l’aspetto più bello è stato vedere in tutte le persone che hanno partecipato al corso gli occhi curiosi e divertiti del bambino che è in ognuno di noi. Un distacco dalla quotidianità e dalla operatività che ha permesso di ritrovare leggerezza e gioia anche nel parlare di lavoro.

Quali sono state le prime impressioni e quali sono state le voci del post evento?

Abbiamo c’entrato l’approccio! Credo d’altronde che se vogliamo toccare le corde delle persone, non possiamo pensare di farlo stando in un’aula e tenendo una lezione. Dovremmo essere invece in grado di risvegliare la voglia e la passione e di permettere a tutti di mettersi in gioco. L’obiettivo è quello di disegnare insieme un nuovo percorso e sono certo che ci riusciremo.

Dal prima al dopo ho osservato un cambiamento incredibile. C’era uno scetticismo importante tra i partecipanti, si aspettavano di cominciare con un – passami il termine – noioso corso di formazione. E invece sono stati sorpresi. In un ambiente che ha consentito loro di aprirsi, di capire che cominciava un percorso davvero diverso.

Cosa pensi dell’integrazione di generazioni in un viaggio formativo come questo?

È il fil rouge che un po’ accompagna la cooperativa. È chiaro che le mentalità di generazioni tra loro distanti siano completamente diverse. Penso al contesto in cui i giovani si inseriscono, alla rivoluzione digitale e tecnologica a cui hanno preso parte.

Questo momento di incontro è stato se non altro un bellissimo momento di rottura degli schemi. In cui ogni generazione ha avuto modo di trasmettere il proprio bagaglio all’altra.

Quali sono stata gli ingredienti strategici del progetto campus?

Passaggio generazionale e creazione di nuovi imprenditori penso siano due punti chiave della strategia dell’azienda. Basiamo il nostro business sul sistema associazione, abbiamo quindi bisogno di imprenditori e non possiamo più pensare di affidare negozi a risorse che non riescono a stare al passo con il tempo. Oggi non basta ‘alzare la serranda’ per generare guadagni: serve un’azione importante che possa creare una proposta commerciale interessante e che possa lavorare su quelle che sono le soft skill del personale presente in negozio. Per parlare in maniera consapevole di engagement del consumatore e di vendita in senso ‘moderno’.

Cosa hai apprezzato del modo di lavorare di Cavalieri Retail e di gestire progetti di questo tipo?

Parlare di grande competenza sarebbe forse riduttivo e banale. Credo sia importante il grande valore che avete messo in campo anche sotto il profilo umano: sapete calarvi nella realtà con cui vi confrontate e per la quale state spianando un percorso, sapete leggere i contesti e creare empatia e ingaggio affini ai valori dell’azienda. Un valore aggiunto che non è da tutti, quello di riuscire a creare un vestito su misura della realtà che avete di fronte.

A cosa servirà in questo percorso?

Servirà a tenere viva la cooperativa. Oltre che l’onestà e la voglia di fare bene insieme, la passione è l’elemento che fa la differenza. A tutti i livelli e in tutti gli ambiti. La passione come leva per rendere il campus il progetto straordinario che ci siamo prefissati.  


Ho osservato le espressioni, rigide all’inizio e poi man mano sempre più distese, e mi ha affascinato assistere a questo cambiamento: quando era ormai chiaro che dietro ci sarebbe stata una sfida, un modo di pensare e lavorare diverso, che ognuno avrebbe dovuto mettersi alla prova, lavorare in gruppo, allora credo sia scattato un meccanismo che ha generato voglia di fare. Un approccio orientato alla sperimentazione che mi ha affascinato e colpito nelle reazioni positive e sorprese dei partecipanti. Si sono alzate le aspettative, dovremo essere bravi a mantenere alto il livello di competenza e metodologia sempre innovativa, ma adesso vedo persone che hanno voglia di continuare questo percorso. Persone radicate nel territorio e con una grande visione del futuro.

 

MAURO SIMIONATO

AREA MANAGER consulenze e vendita FOOD canale GDO

1 anno

Grande ALESSANDRO !! Competenza + Innovazione + Curiosità (Voglia di scoprire cose Nuove ) + riscoperta spirito della Squadra + lungimiranza = VISIONE !!! Un BRAVI a tutti Voi !!

Giovanni Arzenton

Learning Advisor at Mylia Advancing Humanity

1 anno

Alessandro condividevamo la scrivania quando avevamo i capelli neri 😉. Strada ne è stata fatta tanta, esperienze ancor di più. E' bello vedere come la visione strategica e la lungimiranza delle scelte ti hanno portato a grandi risultati. Grande!

Claudio Barchetta

Socio/Titolare Empix Multimedia Srl - Consulente in Comunicazione e Strategia Digitale - Direttivo Terziario Innovativo Confindustria Macerata

1 anno

Complimenti Buoso Alessandro !!!!!

Davide Cavalieri

CEO Cavalieri Retail

1 anno

Grazie Giorgio

Giorgio Santambrogio

CEO Gruppo VèGè, Vicepresidente Vicario Federdistribuzione, Consigliere Confindustria Intellect, Vicepresidente Retail Institute Italy, Direttore Master Digital Retail Luiss Business School

1 anno

Siete formidabili !!!! Davide Cavalieri Buoso Alessandro 💪🏻💪🏻

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