Caro cliente, cosa cerchi? Siamo pronti ad ascoltarti

Caro cliente, cosa cerchi? Siamo pronti ad ascoltarti

In questi primi mesi con Banana Splint, abbiamo iniziato a sondare il terreno.

Abbiamo cominciato a creare delle comunicazioni e delle proposte mirate.

La domanda fondamentale che dobbiamo porci è: cosa cerca davvero il cliente?

Di primo acchito, quello che cercano tutti, sponsorizzazioni e marketing.

Noi però dobbiamo ascoltare davvero quello di cui ha bisogno.

Cosa possiamo offrire?

I social: quanti? E quali?

Nel momento in cui ci troviamo davanti al cliente, dobbiamo porre la prima, fatidica domanda: di cosa pensi di aver bisogno?

Ovviamente, lui risponderà “Facebook, marketing…” ed è lì che dovremo porli le domande più importanti e mirate, adattandoci a seconda di chi abbiamo di fronte.

Trasformare un marchio in qualcosa di amato, non solo riconosciuto.

Cosa significa? Che l’azienda non deve diventare semplice brand, ma deve essere riconosciuto e apprezzato per ciò che è, pregi e difetti.

Ed è quello che dovremmo spiegare al cliente.

La persona, il gruppo di persone, ha i suoi pregi e i suoi difetti; vogliamo che essi vengano riconosciuti? Vogliamo che ne venga riconosciuta la fatica?

Non basta solo creare il classico brand, ma creare un vero e proprio progetto di vita, dove il cliente, senza pestare i piedi al consulente, dia un apporto fondamentale, che non si limiti alle mere informazioni.

Mi è venuto in mente, ad esempio, un professionista che lavora nel campo dell’odontoiatria: le foto classiche lo immortalerebbe con le braccia incrociate.

E se noi girassimo un video con lui che parla con i denti, stile “essere o non essere”?

Riconoscendogli magari quell’ironia particolare, ma pur sempre sua?

Il mondo social e online è vasto.

Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn, Youtube, Pinterest, lo stesso Tik Tok, per citare quelli più importanti, sono tutti a nostra disposizione.

Allora perché non studiare quello più adatto al cliente, anche andando apparentemente contro le sue convinzioni?

Un branding online, costruito con tempo, pazienza e originalità, che sia coerente con quello offline, anch’esso altrettanto particolare.

Strumenti online alternativi

Gli advertising, oggi, si sono divisi in due categorie: quelli che puntano allo “wow!” a tutti i costi e quelli che ripiegano sul sicuro.

Una terza fascia, quella di mezzo, è stata lasciata scoperta: quella degli ads “carini e interessanti”.

Ecco, riscoprire quel tipo di campagne, affinché ci si ricordi dell’azienda per lungo tempo e non solo per quello del click.

L’email marketing, uno degli strumenti più potenti che esistano, viene spesso confusa con le newsletter.

L’impatto che bisogna avere, invece, è di un qualcosa di piacevole, che ti porta a cliccare, una CtA innovativa e interessante.

Un video di pochi secondi, una foto apparentemente fuori contesto, un’immagine particolare, accompagnata da un copy chiaro, semplice, diretto.

E una buona newsletter, che accompagna un blog a tutto tondo, apre a chi viene da fuori il mondo aziendale.

Vogliamo parlare poi di servizi come le cartoline digitali, gli eventi in sede e sui social, i live tweet, il canale youtube che diventa il portavoce dell’azienda, i microinfluencer?

Oppure lo stesso 3D, che ci viene in aiuto: costruire il mondo, a portata di mano, quasi rompendo la quarta parete.

Tutto può essere, basta saper scegliere per distinguersi davvero.





Condividiamo appieno il concetto che ascoltare il cliente è fondamentale per costruire qualcosa di unico e di nuovo. La crisi attuale ci offre un'opportunità unica di cambiamento. Come consulenti, abbiamo l'opportunità e la responsabilità di veicolarlo, aiutando le aziende a capire meglio i loro clienti e a creare prodotti e servizi che siano non solo utili, ma anche significativi per loro.

Silvia Lansione

Consulente Aziendale e Formatrice | Ti affianco nella gestione dell’impresa per ottimizzare i processi, fidelizzare le persone e realizzare il tuo sogno d'impresa 🚀

4 anni

Giusta riflessione Chiara, e a tal riguardo mi ritrovo molto con quanto ha suggerito da Claudio nell'estrapolare i desideri non confessati, quelli che non vengono palesati. Questo è fondamentale e può emergere soltanto grazie a un'accurata indagine e all'ascolto attivo ed è un concetto che vale in ogni settore, anche nel digitale. Tra l'altro aggiungo che il professionista serve proprio a questo...altrimenti è un mero fornitore di strumenti. In realtà lo strumento serve a raggiungere un obiettivo più ampio, sta al professionista comprenderlo, prima, e guidare il cliente, successivamente, nel raggiungere quella meta.

Stefano Todeschi

Public speaking pratico - consulente e formatore ▶︎ Per parlare in pubblico con sicurezza e autorevolezza

4 anni

Mi hai fatto pensare che deve esserci del sentimento anche nella relazione cliente fornitore. La frontiera attuale del HtoH.

Danilo Spanu

Founder e brand designer Banana Splint ➤ Progetto il tuo brand dalla D alla S (sì, faccio loghi 😉) ➤ Mi occupo di brand e personal brand su LinkedIn ➤ ho creato Furbes ➤ <2K contatti, ma conto di scendere

4 anni

Se aspettiamo che il cliente ci dica ciò che vuole, stiamo già sbagliando poiché egli raramente lo sa davvero. Lui vuole fatturare. Fare soldi. Comprarsi la macchina nuova, regalare un viaggio alla moglie, pagare gli studi al figlio, prendere una bella casa dove vivere. Perfettamente lecito. Il problema sorge nel momento in cui affidiamo a lui la scelta di come arrivare a quel risultato. Ci chiama dicendo che vuole rinnovare il marchio ma, magari, il marchio va benissimo com'è. Ci chiama dicendo che vuole la pagina Facebook piena di like ma, forse, quella pagina non dovrebbe nemmeno esistere. Ci chiama perché su Instagram nessuno commenta i suoi post e, probabilmente, i suoi post non sono interessati ed in focus. Cosa vuole il cliente? Visibilità? Un nuovo look? Oppure un cambiamento profondo, un rinnovamento. Bene, è in questo che dobbiamo intervenire. Il cliente è abituato a dirci cosa fare, non cosa vuole. Cosa fare per ottenere ciò che vuole è il nostro compito 😉

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