Che cosa accadrebbe se a dover resistere al vuoto fossero gli umani in carne ed ossa, e non uno strumento qualunque?
Parliamo spesso delle macchine Julabo in correlazione ai test del vuoto, e per le componenti dei satelliti. Ma che cosa accadrebbe se a dover resistere al vuoto fossero gli esseri umani?
Esistono moltissimi dati basati sui voli di lunga durata di astronauti come Mark Kelly e Peggy Whitman, ma gli esperti di scienze della vita della maggior parte delle agenzie spaziali hanno bisogno di molti più dati per capire cosa accadrà ai futuri viaggiatori. In particolare, si è osservato come gli astronauti “a lungo termine” a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sperimentarono alcuni cambiamenti sconcertanti nel proprio corpo, alcuni dei quali persistettero molto tempo dopo il loro ritorno sulla Terra.
Tuttavia, nonostante i dati concreti e fattuali, l’opinione comune ottiene anche molti “dati” non affidabili dai film di Hollywood. In questi casi forse il dramma prevale sull’accuratezza scientifica, soprattutto quando si tratta di descrivere l’esperienza di essere esposti al vuoto. Questa dicotomia solleva una domanda del tutto comprensibile: cosa succede al corpo umano nel vuoto?
Se esposti al vuoto dello spazio, fintanto che non si provi a trattenere il respiro o impedirne la decompressione, questo è quello che succederebbe:
- Rimarresti cosciente per circa 10-15 secondi, durante i quali sentiresti l’acqua evaporare dalla lingua e l’umidità sulla pelle fare lo stesso, quasi come stessi sudando. Mentre la tua normale pressione sanguigna fermerà il sangue dall’ebollizione, lo stesso non accadrà con la saliva.Nel 1965, durante l’esecuzione di test presso la NASA, un soggetto fu accidentalmente soggetto al vuoto quando la sua tuta spaziale iniziò a perdere ossigeno mentre si trovava in una camera a vuoto. Non svenne per 14 secondi, tempo in cui il sangue non ossigenato raggiunse il cervello. Affermò in seguito che il suo ultimo ricordo cosciente era la saliva sulla sua lingua che cominciava a bollire.
- Se i tubi Eustachiani delle tue orecchie fossero bloccati dal cerume o simili, potresti riscontrare alcuni problemi all’udito, altrimenti non dovrebbero esserci problemi su questo aspetto.
- Il tuo corpo si gonfierebbe fino al doppio delle sue normali dimensioni, man mano che la pelle si dilata, a meno che non indossi un abito che ti tenga “ristretto”.Secondo il Bioastronautics Data Book, con una tuta elastica adeguatamente progettata e adattata, gli esperimenti dimostrano che la formazione di bolle di gas nei fluidi corporei può essere completamente prevenuta a partire da 15 torr (per riferimento, 760 torr è la normale pressione armosferica, 47 torr è il punto in cui il sangue inizia a bollire). Il gonfiore del corpo sarebbe dovuto all’umidità nei tessuti molli, che passa allo stato gassoso. Tuttavia, la pelle umana è abbastanza forte da contenere la sua distensione: non esploderesti, ma semplicemente ti espanderesti.
- Se esposto alla luce solare diretta, avresti estreme scottature, soprattutto senza l’atmosfera terrestre o altri mezzi che ti proteggano dai raggi UV.
- La pelle inizierebbe a diventare blu-viola a causa della mancanza di ossigeno, una condizione nota come cianosi.
- Il cervello e il cuore rimarrebbero relativamente intatti per un certo periodo, e il cuore continuerebbe a battere per 90-180 secondi. Nel momento in cui la pressione sanguigna comincia a scendere, il sangue stesso inizierebbe a bollire, provocando, tra gli altri problemi, l’arresto del battito cardiaco. Questo, tuttavia, non avviene in maniera istantanea, come rappresentato nei film. Se la pressione venisse ripristinata in tempo, ti ritroveresti temporaneamente cieco e incapace di muoverti, sintomi che passeranno.
D’altro canto, se si trattenesse il respiro o si tentasse in altro modo di impedire la velocità con cui l’aria viene inspirata durante la decompressione esplosiva, i polmoni e il torace si espanderebbero eccessivamente a causa della pressione intrapolmonare elevata, causando una vera e propria lacerazione e rottura dei tessuti polmonari e dei capillari. L’aria intrappolata verrebbe forzata attraverso i polmoni nella gabbia toracica, e l’aria iniettata direttamente nella circolazione generale attraverso i vasi sanguigni rotti, con enormi bolle d’aria che si muoverebbero in tutto il corpo e si depositerebbero negli organi vitali, come il cuore e il cervello.