Che ne faccio dei miei limiti?
Li conosco? Li accetto? Li affronto?
Il più delle volte probabilmente li ignoro, non li vedo e in questo modo non mi dò la possibilità di oltrepassarli e di cambiare.
Li rifiuto ogni volta che continuo a perpetuare lo stesso comportamento anche se mi causa sofferenza. A volte non considero neanche la possibilità di sbagliare, sono sicura di agire nel modo giusto, magari l’unico che conosco, anche se comporta delle conseguenze negative.
Non metto in dubbio la qualità delle mie azioni, non mi permetto di vedere i miei errori e loro restano lì, a limitare la visuale delle mie possibilità, dentro e fuori di me.
E non è necessario prendere in considerazione grandi imprese per arrivare a capire dov'è che io mi fermo: nelle questioni importanti viene più facile mettersi in discussione e riflettere.
È nelle tante piccole cose di ogni giorno, nei gesti quotidiani che i miei limiti sono ben visibili, luminosi a dir poco: quando mi ostino a fare sempre la stessa cosa semplicemente perché credo che vada bene così, perché così so fare e ho sempre fatto, e non mi va di fare diversamente, nonostante il risultato non mi soddisfi poi tanto.
Se credo che mi mi basti quello che so e non sento il bisogno di sapere altro e di saper fare diversamente (e non è mai così), come posso crescere e migliorare?
Invece, se inizio a chiedermi: “In cosa posso migliorare? E lo sto facendo?”
“Che ne faccio dei miei errori? Li riconosco? Li ripeto o imparo da loro?”
Se li vedo, ne sono già al di là, e li apprezzo davvero se concedo loro la capacità di insegnarmi a fare diversamente.
Posso dare valore ai miei limiti e alle mie insicurezze, che non sono altro che manifestazioni della mia umanità e autenticità, rendendoli punti di svolta per la mia crescita.