“Chi lascia la strada vecchia per la nuova ..… esce dalla zona di comfort!”
G. lavora da 6 anni in un’azienda, ma da diverso tempo non è soddisfatto: non ha prospettive di crescita, non si trova bene con i colleghi, non stima il suo capo, l’unico suo obiettivo settimanale è ormai diventato il Venerdì; ma qualcosa gli impedisce di guardare oltre. Si risponde che "alla fine è fortunato perché ha (ancora) un lavoro", "in ogni lavoro ci sono pro e contro", "sono pochi quelli che svolgono un lavoro che gli piace" … e se lo contatta un Recruiter per una posizione aperta, si sente anche a disagio!
Perché abbiamo così paura di cambiare?
La paura è un’emozione normale: ogni #cambiamento mette a repentaglio la nostra sicurezza, uno dei bisogni primordiali dell’uomo. L’istinto di sopravvivenza ci porta ad evitare l’ignoto: la nostra routine, compiere le stesse azioni e le stesse attività, ci da sicurezza, perché ci muoviamo in una zona che conosciamo bene e, anche se non è gratificante, è prevedibile, la nostra #zonadicomfort.
In realtà, la paura del nuovo inibisce il nostro slancio vitale e ci limita nella realizzazione.
La frustrazione, l’insoddisfazione e lo stress, sono segnali importanti: il nostro organismo ci sta comunicando che stiamo affrontando una “crisi”, che, in ogni ciclo di vita, è sempre una tappa fondamentale per la crescita personale e professionale. La nostra vita inizia fuori la nostra #zonadicomfort.
Quindi? Cosa possiamo fare?
Come in ogni viaggio, ciò che può darci sicurezza è progettare accuratamente il nostro percorso.
- il punto di partenza: quando decidiamo di cambiare percorso professionale, conosciamo già il nostro punto di partenza, ovvero un lavoro che non ci soddisfa e mina il nostro benessere, motivo valido per mettersi in cammino.
- il punto di arrivo: la meta da raggiungere, dove possiamo sentirci veramente realizzati. Soltanto quando siamo consapevoli del nostro #obiettivoprofessione siamo pronti per partire.
- le risorse e gli strumenti che possediamo (o di cui dobbiamo attrezzarci): per affrontare un viaggio è importante avere consapevolezza delle risorse che abbiamo a disposizione e quali, invece, dobbiamo procurarci, anche per fronteggiare eventuali avversità.
Buon viaggio!
Talent Acquisition & Recruitment Specialist@Exprivia | ISTUD Alumni
4 anniDomande veramente interessanti, di difficile soluzione per chi, come me, si sta affacciando sul mercato del lavoro e non conosce ancora bene determinate dinamiche. E' una questione che tocca tutte le componenti, soggettive e oggettive, del mercato stesso. E' infatti vero che la paura gioca troppo spesso un ruolo determinante, impedendoci di compiere scelte che potrebbero consentirci di lavorare non soltanto per dovere, ma per e con passione. E' altrettanto vero che ci sono delle condizioni oggettive (quali scarse prospettive di crescita, scarsa conoscenza delle opportunità lavorative e di realtà aziendali che potrebbero realmente contribuire al nostro benessere) che se non legittimano, rendono comprensibile una certa difficoltà a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Quel che è certo è che, anche in un contesto non idilliaco, è di fondamentale importanza ascoltare i segnali che spesso il nostro organismo ci invia, elaborare un progetto, essere sempre pronti e aperti verso nuovi orizzonti. Ancora una volta, grazie!