“Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”… anche nel lavoro
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“Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”… anche nel lavoro

Siamo sempre alla ricerca di armonia ed equilibrio, convinti che questi siano l’aspetto fondamentale del nostro benessere. Ma è davvero così o possiamo vedere il valore positivo anche della perdita dell’equilibrio?

Mi sono soffermata a riflettere spesso sul mio percorso professionale, rendendomi conto che la maggior parte delle volte i passi più importanti li ho fatti nei periodi quanto più lontani dall’equilibrio nel suo significato essenziale di stato di quiete di un corpo [dal lat. aequilibrium, comp. di aequus «uguale» e libra «bilancia»]. Eppure mi sono sentita felice, anzi, oggi sono felice proprio grazie a queste grandi crisi, dove ho messo ogni cosa in discussione e ho allontanato l’equilibrio.

Uno dei miei aforismi preferiti recita: “La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti”. Questo perché l’equilibrio lo cerco costantemente, ma lo faccio nel mio continuo bisogno di movimento e di crescita. E crescita significa cambiamento costante, quindi, qualcosa di diverso dall’equilibrio.

Cosa voglio? Dove sono e dove voglio andare? Cosa mi fa stare bene? Cosa posso fare diversamente? Quali sono le mie risorse?

Queste sono solo alcune delle domande che non dovremmo mai smettere di porci per assicurare che la nostra vita sia davvero allineata con la nostra “Vision professionale”, ovvero chi vogliamo diventare (essere), il nostro sogno per il futuro. La Vision, così come la successiva analisi della nostra Mission – quindi aver definito di cosa ci si occupa e cosa si offre di particolare –, aiuta a chiarire dove si vuole andare, cosa si fa e sulla base di quale principi si vuole agire o cambiare direzione.

Abbiamo quindi necessità di non smettere mai di interrogarci per fare qualcosa di diverso e quindi crescere. Dobbiamo abituarci a momentanee uscite dalla nostra zona di comfort in cui costringerci a ragionare. Questo perché non c’è colloquio di lavoro in cui non ci chiederanno dove ci vediamo tra 5-10 anni e/o cosa ci motiva, o qual è il nostro sogno per il futuro. Ma dobbiamo farlo soprattutto per noi: le domande attivano una ricerca che fa emergere nuove soluzioni e rinnovati bisogni. Come sostenuto da Lucia Giovannini, “Le domande hanno davvero il potere di cambiare la nostra vita. Ci portano a un livello di consapevolezza più alto, rendendoci coscienti di alcune dinamiche psicologiche che, altrimenti, non verrebbero in superficie. La capacità di porsi domande è di fondamentale importanza per il nostro presente e lo è ancora di più per il nostro futuro. Il problema è che, a scuola, si dedica ancora troppo poco tempo al pensiero critico e, anche nel mondo lavorativo, difficilmente chi fa domande viene apprezzato. Siamo così abituati ad agire in questo modo che spesso finiamo per dare tutto per scontato, non ci prendiamo il tempo necessario per chiederci perché stiamo facendo qualcosa, come potremmo farlo meglio o come potremmo essere più felici.”

Abbiamo bisogno di vivere consapevolmente le nostre scelte personali e professionali ponendoci costantemente “domande potenti” e, se serve, trasformare le cose che non ci piacciono, sacrificando momentaneamente il nostro equilibrio. Interrogarci sempre sulla nostra Vision, ricordando che “non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Mi capita spesso di incontrare giovani e meno giovani che affermano di voler crescere ma non hanno idea di come e quando farlo. Ecco, non c’è crescita senza responsabilità e presa in carico del nostro cammino. Qui a confermarcelo è un pezzo estratto dal più celebrato trip lisergico di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie:

“Alice: Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere.

Stregatto: Tutto dipende da dove vuoi andare.

Alice: Veramente importa poco, purché io riesca…

Stregatto: Beh, allora importa poco che strada prendi!”

Le nuove sfide, come le “crisi”, generano energia rinnovata e crescita, se queste si vivono con consapevolezza e determinazione. Ecco perché, a mio avviso, possiamo vedere il valore positivo anche della perdita dell’equilibrio. Anzi, a volte la perdita dell’equilibrio è proprio bella… Non bisogna aver paura di cadere ma voglia di volare!



N.B: Il titolo “Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo” riprende la citazione di Massimo Gramellini


Marco Di Rienzo

MRO Technical Support Engineer - Quality Manager

2 anni

L'instabilità spaventa soprattutto quando hai un consolidato di tanti anni...le nuove generazioni questo problema non ce l'hanno perché il mondo lavorativo li vuole precari: c'è solo da imparare dalla loro tenacia e costanza nel ricominciare sempre da capo

Liliana Coppola

Data Analyst | Sales Planner | Trader

4 anni

Belle riflessioni, grazie! Supratutto la frase "La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti" La vita è movimento, non staticità; paga di più adattarsi e cambiare ogni giorno, piuttosto che mirare alla perfezione e continuare a vivere in un determinato contesto.

Valerio Lalli

Community Manager & Communication PMO || HR Master Student @Radar Academy | Aston Martin enthusiast | Rome Future Week 2024 Ambassador

4 anni

Dalle crisi non nascono opportunità. Le crisi sono lo spunto per poter prendere una decisione e perdere l’equilibrio a volte risulta essenziale come “primo passo” verso un qualcosa di gran lunga migliore fermo restando che si sappia sempre dove andare. Questo tuo articolo è stato di spunto per me qualche tempo fa appunto per poter prendere una decisione e compiere quel primo passo che tanto mi spaventava. In quel momento mi sono chiesto dove volessi andare e avendo ben chiara la destinazione decisi che era giunto il momento di perdere l’equilibrio e vedere cosa sarebbe successo... :-)

Damiano Lucio Solida

Presidente BLUE SERVIZI

6 anni

La ‘e’ non è verbo.🙏

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