CI SONO GIORNI CHE 'CAMBIANO'​ UNA GENERAZIONE...

CI SONO GIORNI CHE 'CAMBIANO' UNA GENERAZIONE...

Il 19 luglio del 1992, seppur 24enne, mi guadagnavo da vivere facendo la giornalista. Avevo iniziato l'anno prima ed era il lavoro dei miei sogni. Lavoravo in TV a TGS, ai tempi una delle emittenti più importanti della regione e fare la giornalista significava 'cercare' le notizie (e gli strumenti con cui farlo, a quei tempi, erano la tua intuizione, un taccuino e la penna: meraviglioso!). Ma quel giorno li, non cercavo nulla. Era domenica, faceva molto caldo, non c'era il campionato di calcio e 'di turno', vista la domenica insignificante, c'ero io, la principiante. Quel pomeriggio mi ero portata in redazione i libri per studiare, visto che intuivo che sarebbe stato un pomeriggio senza particolari sussulti. Invece, intorno alle 17 e rotti, cominciai a sentire elicotteri, sirene spiegate. Il mio dovere, a quel punto, era interpellare al telefono le forze dell'ordine e così chiamai subito: mi dissero solo che era successo qualcosa di grave in via D'Amelio. Posai i libri di corsa, andai nella 'stanza degli operatori', acchiappai quello maggiormente munito di buona volontà (era domenica 19 luglio, faceva molto caldo) e, con il mio motorino e una telecamera enorme, corremmo in via D'Amelio.

Vidi quello che si vede in questa foto, anzi, di più: vidi l'inferno in terra. Vidi pezzi di corpi, non si riusciva a camminare perchè a terra ancora tutto bruciava.

Ma bruciava, sopratutto, dentro di me: piansi un minuto, a dirotto, davanti a quello scempio di umanità, di speranze e di giovani vite e quel giorno mi tolse per sempre la spensieratezza e mi donò il peso di una consapevolezza terribile. Era una terra già martoriata, la Sicilia, ma quello era davvero un punto di non ritorno.

Per molti giovani della mia generazione, quello fu il confine fra l'essere 'ragazzi' e l'essere adulti, con la voglia di combattere per sempre questo cancro che ammorbava il posto dove vivevamo. Una generazione si svegliò e diede vita a tutte quelle forme di coscienza civile che, ringraziando il cielo, accompagnano la mia ed altre vite da quel giorno.

Quel giorno che non riesco mai a dimenticare.

Giulia Noera

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