Cinema campione d’innovazione: quando ai sogni serve la tecnologia
Si è aperta oggi 30 agosto e terminerà sabato 9 settembre la 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. È un evento tradizionalmente seguito da chi si occupa di cultura, spettacoli e in alcuni casi anche di gossip, ma non da chi, come me, si occupa di nuove tecnologie e innovazione. Invece il cinema è di per se stesso un’innovazione e continua ad attirare spettatori, studiosi e appassionati grazie ai costanti sviluppi tecnologici.
Un momento di autentica disruption è stata, nel 1896, la proiezione del filmato dei fratelli Lumière che si intitolava L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Leggenda vuole che gli spettatori fuggissero dalla sala terrorizzati, perché pensavano che il treno li stesse travolgendo. Uno stupore simile a quello che proviamo oggi, a distanza di più di 120 anni, quando indossiamo un visore per contemplare immagini in realtà aumentata (anche se non scappiamo più).
All'epoca le immagini erano su pellicola. La pellicola è composta di materiale vegetale e animale, è simile alla gelatina che troviamo nei dolci, ed è stata essa stessa un’innovazione. Fu una invenzione del reverendo Hannibal Goodwin, sacerdote episcopale di Newark, nel New Jersey, databile attorno al 1885. Goodwin depositò il brevetto nel 1887, ma gli fu riconosciuto solo nel 13 settembre 1888. George Eastman si impossessò illegalmente dell’idea del reverendo e produsse la pellicola in bianco/nero Kodak a base di celluloide, usata inizialmente nelle macchine fotografiche Kodak e poi come film per il Kinetoscopio di Edison. Una sorta di guerra dei brevetti non dissimile a quella che oggi caratterizza, per esempio, i grandi produttori di smartphone. Con il XX secolo, l'avvento delle macchine dei fratelli Lumière, che producevano pellicola in proprio, e l'esplosione commerciale del cinema nacquero altri formati e altre possibilità, come quella del colore.
Un ulteriore traguardo tecnologico fu l’avvento del sonoro. Fino al 1926 le pellicole non avevano la colonna sonora e qualcuno dall'esterno doveva riprodurre i rumori o suonare brani di accompagnamento al piano. La prima a scommettere sul sonoro sincronizzato con le immagini cinematografiche fu la Warner Bros, che nel 1925 acquisì dalla Western Electric il Vitaphone, un sistema per il sonoro sincronizzato con le immagini cinematografiche nel quale il sonoro era registrato su disco fonografico. Nel 1927 suono, voce e musica furono finalmente impressi e sincronizzati nella stessa pellicola.
Uno dei più recenti traguardi della tecnologia applicata al cinema sono le pellicole di ultima generazione composte di poliestere, materiale di cui sono fatte le bottiglie di plastica. Sono praticamente indistruttibili e quindi più vantaggiose delle precedenti, che erano costituite da materiali altamente infiammabili e deteriorabili.
Le pellicole in poliestere possono essere riciclate in oggetti di uso comune grazie a specifiche industrie. Anche in questo il cinema è stato innovativo, nell’essere precursore dell'economia del riuso o economia circolare, un argomento di estrema attualità .
Che cos'è l'economia circolare e perché può mantenere l'Europa competitiva
Il più recente traguardo tecnologico nel mondo del cinema è stato, negli ultimi anni, il passaggio al digitale. I film per il cinema non si stampano quasi più su pellicola: nonostante alcuni registi siano ancora legati a questo supporto, come per esempio Quentin Tarantino che ama girare in questo modo i suoi film, i cinema si sono convertiti praticamente in massa al digitale. E' finita l'era delle pizze giganti e siamo nell'era dei file. L’unità di misura del digitale è il pixel, elemento puntiforme quadrato o rettangolare che contribuisce a creare l'immagine: più pixel ci sono più le immagini sono definite.
Come si può intuire da questi brevi accenni, il cinema si nutre di tecnologia.
I contenuti di qualità sono indispensabili ma devono andare di pari passo con l'evoluzione tecnologica, che contribuisce a veicolare in modo sempre più efficace questi contenuti.
Tutto questo, e molto altro ancora, è ben spiegato al MIC – Museo Interattivo del Cinema e Cineteca Milano, nel quartiere Bicocca (le immagini qui pubblicate sono quelle del Museo). Un luogo stimolante, che punta sulla divulgazione e sull’interattività, dove è possibile vedere spezzoni di film attraverso la realtà aumentata, sperimentare il doppiaggio, elaborare immagini attraverso programmi di grafica e sostanzialmente “giocare” con il cinema. E' anche luogo di eventi, come la prima edizione del LongTake Interactive Film Festival, manifestazione culturale del luglio scorso ideate e realizzata dal sito di critica cinematografica LongTake.
Cinema dunque è immaginazione, fantasia, divertimento, sogno ma è anche tecnologia. Anzi, fantasia e tecnologia non possono fare a meno l’una dell’altra. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto.