Giornata mondiale per il patrimonio audiovisivo: proteggiamo la nostra memoria collettiva
Se questo articolo fosse un film potrebbe iniziare con diversi scenari:
Fotogramma 1
La tv riproduce una pellicola in bianco e nero che mostra un bambino da piccolo catturato in un momento particolare della sua infanzia. Provate a chiudere gli occhi e ad immaginare, è lì che scarta i regali di Natale e i genitori riprendono la scena con una vecchia cinepresa. Ecco che i nostri sensi si attivano: il rumore dell’apparecchiatura, la scena non messa esattamente a fuoco, la ripresa amatoriale. Questi elementi ci portano immediatamente nel passato, nel nostro passato, è come se riuscissero a riprodurre esattamente scene di vita vissuta da noi.
Fotogramma 2
Cammini per strada, entri in un supermercato, sei sovrappensiero, hai poco tempo, devi sbrigarti, devi comprare qualcosa per il pranzo e poi tornare a casa, cucinare, mangiare, finire di lavorare. All’improvviso, però, ti blocchi, come se avessero messo la tua vita in pausa. Attraverso le casse del negozio parte una canzone, una canzone che probabilmente non sentivi da tanto tempo, che ti riporta al tuo passato, ai viaggi d’estate, alle prime cotte, ti strappa un sorriso, ma anche un po’ di malinconia. In quel momento sei sospeso nel tempo e nello spazio tra i tuoi ricordi, poi finisce la canzone e si torna alla normalità: “Si, un etto di prosciutto crudo, quant’è? Grazie, arrivederci”.
Ora starete pensando, sì Alessandro ma dove vuoi arrivare?
Ve lo dico subito dove voglio arrivare: i film, la musica e l’arte in generale hanno un impatto enorme sulle persone, caratterizzano le loro vite, le accompagnano in varie fasi del loro percorso personale, è come se fossero una voce nella testa, che a volte le consola e a volte è così dirompente da scuoterle nel profondo.
Sia l’audio che il video hanno un enorme potere sulla nostra psiche e come vi ho scritto nel titolo: sulla nostra memoria.
Oggi, come ogni anno dal 2005, si celebra la Giornata mondiale per il patrimonio audiovisivo (World Day for Audiovisual Heritage), proclamata dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), per aumentare la consapevolezza dell’importanza di immagini e suoni per la memoria collettiva.
Quindi tornando a noi, i patrimoni audiovisivi sono un tesoro inestimabile, che è stato ed è fondamentale per la costruzione delle identità individuali e sociali, per la formazione culturale delle persone, per la memoria collettiva dei popoli. Sono registrazioni radio e televisive, discografia e filmografia che raccontano la storia e l’oggi, che parlano del passato e interpellano il presente, che spiegano, incuriosiscono, insegnano, divertono, intrattengono ed entrano e rivivono nel vissuto quotidiano di chi ha la possibilità di poterne usufruire.
Oltrepassando i confini linguistici e culturali, i documenti audiovisivi hanno trasformato la società diventando un complemento permanente della tradizionale testimonianza scritta.
Consigliati da LinkedIn
Tuttavia, sono estremamente vulnerabili e si stima che non abbiamo più di 10-15 anni per trasferire i dischi audiovisivi al digitale per prevenirne la perdita. Attraverso l’utilizzo di tecniche e strumenti adeguati si può, però, procedere con il restauro digitale degli audiovisivi al fine di renderli fruibili per qualsiasi utente. Il nuovo documento audiovisivo prevede un’archiviazione digitale e un restauro adeguato sia alla natura elettronica del supporto originale che al repertorio storico, sociale e culturale che preserva.
Gran parte del patrimonio audiovisivo mondiale, purtroppo, è già stato irrevocabilmente perduto a causa dell'abbandono, della distruzione, del degrado e della mancanza di risorse, competenze e strutture, impoverendo così la memoria dell'umanità. Tutto questo non deve più succedere!
Il patrimonio culturale non ha solo un valore economico, non è per questo che è importante, ma è pregno della cultura, dei valori e delle tradizioni. Implica un legame condiviso, la nostra appartenenza a una comunità, la nostra storia e la nostra identità, il nostro legame con il passato, con il nostro presente e con il futuro.
Ricorda spesso manufatti, monumenti ed edifici storici, nonché siti archeologici, ma il concetto di patrimonio culturale è ancora più ampio di questo, ed è cresciuto gradualmente fino a includere tutte le prove della creatività e dell'espressione umana: fotografie, documenti, libri e manoscritti e strumenti, ecc. sia come singoli oggetti che come collezioni. Inoltre, non si limita solo agli oggetti materiali che possiamo vedere e toccare. Consiste anche di elementi immateriali: tradizioni, storia orale, arti dello spettacolo, pratiche sociali, artigianato tradizionale, rappresentazioni, rituali, conoscenze e abilità trasmesse di generazione in generazione all'interno di una comunità.
Si può dire, quindi, che è il risultato di un processo di selezione: un processo di memoria e di oblio che caratterizza ogni società umana costantemente impegnata a scegliere, per ragioni sia culturali che politiche, cosa è degno di essere preservato per le generazioni future e cosa no. Tutti i popoli danno il loro contributo alla cultura del mondo. Ecco perché è importante rispettare e salvaguardare tutto il patrimonio culturale non solo quello che appartiene al nostro paese, ma bisogna, attraverso leggi nazionali e trattati internazionali, proteggere l’eredità del mondo intero.
Il traffico illecito di manufatti e beni culturali, il saccheggio di siti archeologici e la distruzione di edifici e monumenti storici provocano danni irreparabili al patrimonio culturale di un Paese. L'UNESCO, fondata nel 1954, ha adottato convenzioni internazionali sulla protezione del patrimonio culturale, per favorire la comprensione interculturale sottolineando l'importanza della cooperazione internazionale.
Per quanto riguarda la tutela dei beni culturali ci si trova sempre davanti a situazioni molto delicate, poiché in ballo ci sono i difficili rapporti tra gli interessi del singolo e quelli della collettività, l'equilibrio tra diritti privati e diritti pubblici.
In un'epoca come la nostra di globalizzazione, l’identità culturale ci aiuta a ricordare le nostre peculiarità e la sua comprensione sviluppa il rispetto reciproco e il dialogo rinnovato tra culture diverse.
In conclusione, noi siamo come siamo perché i nostri genitori ci hanno cresciuto in questo modo, i nostri nonni ci hanno trasmesso i loro ricordi e le loro esperienze, la città e il paese in cui viviamo, ci hanno mostrato la storia. Basta fare una passeggiata, in qualsiasi posto d’Italia, dalla grande metropoli, al piccolo borgo arroccato, passando per le periferie, ovunque si respira la nostra cultura, ed è nostro dovere in quanto cittadini italiani, ma soprattutto in quanto esseri umani, preservare il nostro patrimonio a beneficio di tutti quelli che verranno.
Alessandro Maggioni