Comfort Zone: tra ombrellone e ignoto
Quando si parla di Comfort Zone nell'ambito della crescita personale e/o professionale, la rappresentazione più utilizzata è quella a forme concentriche.
Quando però mi trovo a dover spiegare questo argomento, mi piace usare lo "storytelling" calato in una metafora che trovo particolarmente calzante.
Il nostro viaggio inizia come sempre dalla zona in cui tutti vorremmo restare...
La spiaggia
Questa è la zona in cui, male che vada, ci si addormenta; qui tutto è tranquillo e sotto controllo: abbiamo ombra, qualcosa da bere se fa troppo caldo e la crema se vogliamo prendere il sole. Qui possiamo recuperare le forze, riposare e scaricare tensioni e stress, ma senza crescere e progredire.
Noi però abbiamo una gran voglia di imparare a nuotare per esplorare quella immensa tavola blu di fronte a noi... ma alzarsi e uscire allo scoperto non è facile ed è ora di imparare la nostra prima lezione:
Per fare il primo passo ci vuole "Coraggio" e noi non siamo certo dei rammolliti!
Il bagnasciuga
La storia qui è ben diversa il sole picchia e i primi timidi passi nell'acqua fredda ci fanno capire che la realtà non è come ce la immaginavamo.
"In fondo chi ce lo fa fare?"
"Abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?"
È ora di imparare la nostra seconda lezione:
senza "Determinazione", il richiamo della spiaggia è irresistibile, solo chi è determinato a raggiungere l'obiettivo può proseguire e la determinazione a noi non manca.
Dove si tocca
Molto bene, ormai lo shock è passato e ci siamo buttati, qui possiamo sperimentare, imparare cose nuove e finalmente fare le prime bracciate, magari con un mentore che ci aiuta.
Se siamo stanchi o beviamo un po', si può ancora stare in piedi e riprendere fiato; tutto ok, se qualcosa va storto siamo tranquilli, ma anche qui non è facile stare e ci tocca imparare la terza lezione:
apprendere cose nuove richiede "Impegno", mollare a questo punto è facile, perché se non ci impegniamo a sufficienza non avremo risultati e senza risultati non ci sarà neppure motivazione.
Noi, però, abbiamo visto "Karate Kid" e sappiamo bene che impegnarsi e passare la cera è fondamentale.
Oltre la boa
Finalmente abbiamo tutto quello che ci serve per nuotare da soli, sappiamo come si fa e ci siamo fatti un c.. 🤭 una grande esperienza preliminare.
Ora possiamo nuotare liberamente e migliorare sempre di più, il rischio c'è, siamo pur sempre dove non si tocca, ma se ci capita qualcosa qualcuno potrebbe venire ad aiutarci: qui dove siamo vediamo ancora la spiaggia e il rischio non è eccessivo.
La fatica però e tanta, le braccia fanno male e il dolore porta con sé il quarto insegnamento:
per crescere veramente è indispensabile avere "Perseveranza" e fin che ne avremo non ci sarà nulla che ci potrà fermare.
Ora siamo davvero troppo stanchi, è ora di tornare in spiaggia a goderci il meritato riposo e recuperare le forze; domani forse andremo ancora un po' più lontano... domani però.
Ma la storia non è finita qui.
Sorseggiando uno Spritz, il nostro vicino di ombrellone ci narra di persone che, pur sapendo nuotare discretamente, si sono azzardate ad andare oltre.
Verso l'ignoto, fino alla fine del mondo.
Qui se va male ci attendono cose brutte, volendo ci si può arrivare, intendiamoci, e di esperienza se ne fa come in nessun altro luogo, ma solo se si torna vivi per raccontarlo.
Chi si trova qui può fare una cosa sola, seguire la regola del "Buonsenso" e tornare in acque dove imparare a combattere il Kraken prima di doverlo affrontare.
Imprenditore seriale e Founder di askjinn.ai
8 mesiAndrea, Interessante, grazie per la condivisione!