Commercio, l'americana Sears si arrende ad Amazon e invoca il Chapter 11
Tempi duri per la grande distribuzione non food. L'ultima vittima illustre è la catena americana Sears, travolta dal boom del commercio online: Sears (come il gigante del giocattolo Toys R' Us) ha chiesto il Chapter 11, una sorta di concordato in bianco all'italiana che ti protegge dalle esecuzioni dei creditori e ti consente di andare avanti se hai un piano industriale sostenibile e credibile.
Con il ricorso alla procedura fallimentare, Sears ha annunciato la chiusura dei suoi quasi 150 punti vendita negli Usa con 90 mila addetti. Fondata nel 1886 come compagnia di spedizioni, ha avuto il suo boom a partire dalla metà del secolo scorso creando megastore diffusi in tutti gli stati americani.
Dopo il boom sono arrivate le difficoltà e un indebitamento sempre più elevato. Talmente elevato che questa settimana la società non è stata in condizione di onorare un pagamento da 134 milioni di dollari. Le perdite accumulate dal 2011 sono arrivate a 11 miliardi di dollari e il fatturato è scivolato del 60% a 16,7 miliardi di dollari. A picco anche il titolo che, in dieci anni è passato da 144 dollari ai 59 centesimi attuali.
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