Guerra lascia la gestione operativa di Eataly, i Farinetti soli al comando
Scende il gelo tra Farinetti e Andrea Guerra, ex presidente esecutivo di Eataly.
Guerra lascia la gestione corrente per mantenere una poltrona di presidente senza deleghe. Nicola Farinetti, figlio 35enne del fondatore Oscar, resta amministratore delegato. Sono le ultime decisioni assunte dal consiglio d'amministrazione.
L'arrivo di Guerra nel 2015 (dopo 10 anni come ceo in Luxottica) era stato visto come un abile controllore dei costi e una garanzia da parte degli investitori, in primis Giovanni Tamburi con il 20% di Tip in Eataly. Si trattava anche di chiarire se Eataly è un modello di business sostenibile.
E che non fossero solo gli Stati Uniti a fare da locomotiva. Ora non si capisce se l'uscita di Guerra possa ritardare il processo di quotazione. O preluda anche al cambio di qualche azionista, a iniziare da Tamburi.
Dopo la stasi del 2018, il comunicato dell'azienda recita che il 2020 sarà "pieno di nuove iniziative con ulteriori importanti aperture in America e a Londra mentre il prossimo mese verranno annunciati i risultati del 2019 che può essere definito come un ulteriore anno di grande crescita globale della società". Il ruolino di marcia di Farinetti prevede per luglio 2020 l'apertura a Londra e a ottobre a Dallas. Nel 2020-21 a Verona.
I conti
Il 2018 di Eataly si è chiuso con un giro d’affari consolidato di 532 milioni (+14% rispetto al 2017), un Ebitda adjusted in calo a 21,12 milioni (-16%), un Ebit adjusted negativo per 5,32 milioni (+4,44 milioni nel 2017) e una perdita di 17,1 milioni (1 milione di utile l’esercizio precedente). L’Ebitda è positivo ma esiguo per un’azienda con una struttura dei costi pesantissima.
e.scarci709@gmail.com
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Entrepreneur and Independent Professional
4 anniÈ più buono perché costa di più.
EXPORT MANAGER
4 anniaddio quotazione in borsa
Amministratore unico, resp. commerciale ed account manager presso La Russolillo srl
4 anniComprare da azienda da primo prezzo di media bassa qualità, camuffarle con packaging premium al quintuplo del prezzo in cui si trovano nel mio supermercato sotto casa (col marchio originario del produttore), è prendere in giro il consumatore, colui che ti mantiene in piedi e chi ragiona così non merita e non può aspirare a clientela fidelizzata.
CEO Gruppo VèGè, Vicepresidente Vicario Federdistribuzione, Consigliere Confindustria Intellect, Vicepresidente Retail Institute Italy, Direttore Master Digital Retail Luiss Business School
4 anniEra Eataly ...
Project Manager Retail
4 anniGuerra era la garanzia azionaria....adesso? Mille scenari.....