CONNESSIONI LINKEDIN: I HAVE A DREAM
Ammetto di non aver usato Linkedin per molto tempo: ero rimasta all’idea di questa piattaforma come strumento di ricerca di lavoro e, essendo felice dov’ero, mi limitavo ad accettare connessioni di colleghi o persone della mia industry incontrate in meeting o eventi.
Poi sono diventata libera professionista e la prospettiva è cambiata, così come molte delle funzioni di questo che ormai è IL luogo virtuale delle connessioni professionali.
Ecco, adesso che ne faccio un uso sempre più intensivo e che ne raccolgo i molti frutti positivi anche offline, mi sento di suggerire agli amici di Linkedin una piccola grande modifica: rendere obbligatorio il messaggio che accompagna la richiesta di connessione.
So che sembra una misura estrema, soprattutto se la richiesta di connessione avviene a seguito (e non prima di) un incontro in persona.
Ma anche in quel caso, un semplice “E’ stato un piacere conoscerti” assolve l’obbligo e non toglie nulla a nessuno.
Eh, ma abbiamo tutti poco tempo…
Già, esatto, è proprio questo il punto.
Abbiamo poco tempo e sarebbe il caso che lo impiegassimo, qui su Linkedin, a costruire relazioni basate sul confronto e la condivisione di contenuti auspicabilmente utili.
Grazie ai preziosi suggerimenti del mio collega Luca Galati ho finalmente capito che avere centinaia di contatti “a caso” non solo è inutile: è potenzialmente controproducente.
I professionisti a cui chiedo di accogliermi nella loro rete e quelli con cui faccio altrettanto sono prima di tutto PERSONE, che come me hanno poco tempo e la necessità di ottimizzarlo, ma soprattutto che hanno interessi, bisogni e leve che li motivano.
Se non mi prendo il tempo di capire come potrei aggiungere valore alla loro rete, è giusto che non ne faccia parte.
Perché non inizi tu?
Certo, può anche starci che ci prendiamo noi la briga di iniziare la conversazione con chi ci manda una richiesta di connessione “a freddo”: negli ultimi giorni l’ho fatto spessissimo e, purtroppo, le mie sono rimaste lettere morte.
Perchè chiedermi di connetterci se poi non rispondi al mio "Come posso esserti utile?"
La cosa non solo mi sorprende moltissimo, mi proprio mi dà dispiacere. Perché non c’è niente di più bello, nel nostro essere animali sociali, di trovare i nostri punti in comune ed espandere i reciproci orizzonti.
E le occasioni sprecate sono solo quello, occasioni sprecate.
Siamo professionisti, restiamo umani.
HR Consultant
5 anniCarissima Elena condivido le tue riflessioni. la questione è delicata perché ha implicazioni di carattere sociale oltre che professionale. L'ubriacatura da social a cui ovviamente neanche Linkedin si può sottrarre, essendo diventato nel tempo per altro sempre più un "social", ha generato la convinzione in molti che questo fosse un succedaneo delle relazioni vis a vis. Salvo poi dimenticare che nelle relazioni, se sono umane, il rapporto, la comunicazione, la conoscenza, lo scambio sono gli elementi che sostanziano e differenziano un qualsiasi incontro fugace, da un legame, ancorché professionale. Se a tutto ciò aggiungiamo che i social sono luogo privilegiato per l' esibizione ci rendiamo conto che il confine tra recitare una parte e credere di viverla è decisamente sottile. Ma le cose stanno anche cambiando e smaltita la sbornia di follower, like e condivisioni, fatte magari senza leggere il contenuto, stiamo comprendendo sempre più che Linkedin ha senso e significato laddove è connesso con la realtà delle nostre relazioni, ne aumenta l'efficacia, la profondità e non semplicemente i numeri. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Founder, direttore commerciale, exceutive coach
5 anniDietro ad ogni azione c'è sempre un'idea che la guida; se voglio entrare in contatto con un professionista ed ampliare, legittimamente, la mia rete come posso farlo? 1) Inviare inviti a raffica senza personalizzare, spammando e rischiando di essere anche bannato (eh si perché quando rifiuti un collegamento, LinkedIn ti da la possibilità di segnalare le persone che non conosci...) >>> NO BUONO 2) Personalizzare SEMPRE spiegando il perché della mia richiesta (cerco un lavoro, voglio ampliare la rete, mi interessa il suo business, voglio conoscere i suoi servizi ecc.). Se non lo fai rischi che la persona in questione non accetti il collegamento (non è un'amicizia), oppure, come faccio io, vi risponda chiedendo il perché del contatto. A quel punto avete ancora una chance; è un po' come la seconda palla di servizio nel tennis, se sbagliate ancora fate doppio fallo e perdete il punto ;) >>> GOOD JOB