Coronavirus e mercato immobiliare: quali conseguenze nel breve e nel medio lungo termine?
Stiamo vivendo una situazione decisamente complicata. Il primo pensiero va ovviamente a tutte le persone che in questo momento sono in gravissima difficoltà: persone anziane ricoverate in terapia intensiva e tutti i soggetti deboli che si trovano in isolamento. Penso che tutti noi, ciascuno nel proprio ambito di competenza, ha in questo momento il dovere di dare un contributo responsabile per uscire da questa grave crisi.
I provvedimenti del Governo si faranno sentire parecchio, tant’è che il dibattito relativo alle conseguenze del Coronavirus sull’economia reale si è già avviato.
Vorrei quindi spendere due parole e dare il mio contributo al dibattito parlando del mio settore.
Quali potranno essere gli effetti del “Coronavirus” sul mercato immobiliare?
Nel medio lungo termine il mercato immobiliare reggerà perché la casa è un progetto di lungo termine e passati i mesi di blocco, come quello attualmente in corso, gli italiani ricominceranno la loro routine rimboccandosi le maniche e tornando a lavoro. Il progetto di casa rimane un progetto a lungo termine che non viene fermato. Per la famiglia italiana l’affitto è considerato antieconomico e il concetto di proprietà sacrosanto.
Come può contribuire lo Stato a tenere buona la ripresa del mercato immobiliare che si stava respirando prima del Coronavirus?
Dovrebbe porre attenzione anzitutto alle banche. I tassi di interesse dei mutui, prima del Coronavirus, erano ai minimi storici, e le banche avevano iniziato ad “aprire i rubinetti” e concedere mutui alle famiglie e giovani coppie (seppur con le dovute e giuste verifiche). Ecco, lo Stato per tener buono il trend di prima dovrebbe tener d’occhio il fattore mutuo, molto importante per i privati che si affacciano sul mercato immobiliare per comprare casa.
Quali sono e saranno gli effetti sul mercato immobiliare? Guardando il lato investimenti sicuramente gli affitti a breve termine subiranno (e hanno subito) un calo importante, perché è una tipologia di affitto legata al turismo e quindi ha avuto la stessa crisi del settore alberghiero (voli chiusi, prenotazioni annullate, ecc.)
I prezzi delle case si alzeranno?
Non ho la sfera di cristallo, ci sono pareri discordanti dopo il fenomeno Coronavirus ma come sempre ti do la mia opinione. Io penso che il trend del mercato immobiliare prima del coronavirus era positivo e avevo la convinzione che i prezzi delle case, se non in pochi mesi ma in 2-3 anni dovessero piano piano alzarsi. E rimango della stessa idea! Penso che non si possa fermare il trend precedente. Il numero di contratti di compravendita stava aumentando, così come il numero di mutui accesi in questo ultimo periodo.
In Italia il “mattone” è sempre stato un bene rifugio. Ora che il Coronavirus sta provocando il crollo dei mercati finanziari (anche oggi la Borsa italiana perde diversi punti percentuali a causa della paura), se il mattone dovesse tornare a svolgere il suo ruolo storico ecco che la domanda di immobili non potrà che crescere, con un aumento generalizzato dei prezzi. Ad ogni modo dobbiamo restare positivi e utilizzare la solita cautela da investitori immobiliari professionisti.
Il trading immobiliare: ecco cosa devi assolutamente evitare!
Di certo quando si fa trading immobiliare, ovvero acquisto e rivendita, quello che ho visto nella mia esperienza è che non bisogna aspettare troppo quando si compra un immobile per poi rivenderlo perché nel giro di un anno possono cambiare scenari nella macroeconomia e nella microeconomia ovvero nella zona geografica dove si investe. Spesso si fa l’errore (e purtroppo cadono in questo errore anche investitori professionisti) di incaponirsi sul prezzo di rivendita dell’immobile e non chiudere operazioni per offerte di acquisto ricevute per poche migliaia di euro sotto al prezzo di richiesta. Non bisogna peccare di ingordigia perché nell’immobiliare spesso il tempo è più importante del denaro. Senza parlare per forza di crisi finanziarie e di Coronavirus, basti pensare all’acquisto di una villetta messa sul mercato dopo l’acquisto e la ristrutturazione ad un prezzo (più alto della media di mercato), e vedersi nel giro di un anno (trascorso invano senza aver ricevuto proposte di acquisto) costruire una lottizzazione di case nuove nelle immediate vicinanze. Cosa succederà? Succederà che non solo non si riuscirà a vendere la villetta al prezzo di richiesta ma cambiando gli scenari circostanti forse si dovrà rivedere anche il prezzo minimo di rivendita, proprio perché il mercato delle costruzioni nuove fa scendere il prezzo degli immobili circostanti.
Come imprenditore …
Quindi, che dire … Come in tutte le crisi, c’è sempre il lato positivo e il rovescio della medaglia. Sono una persona ottimista di natura e in questo periodo mi sono fermato in tutti i sensi e il fermarsi mi aiuta a riflettere. Di certo guardando questa crisi con gli occhi di un imprenditore sono sicuro che il Paese ha avuto e sta avendo un’opportunità: la digitalizzazione. Abituato per mestiere a lavorare in mezzo alle montagne russe della burocrazia, questa sarebbe una vera opportunità per lo Stato di fare un passo avanti con la digitalizzazione del rapporto tra amministrazione e cittadino.
Altro lato positivo è quello dell’uso della tecnologia e in particolare dello smartworking, anche l’uso di questa tecnologia per me è fondamentale non solo perché evita spostamenti casa-lavoro, riduce l’inquinamento, riduce costi per l’impresa ecc.. ma perché c’è un cambio di mentalità e stacca il concetto tempo-lavoro, ovvero “ti pago le ore che stai in ufficio” introducendo qualcosa di nettamente diverso: lavorare per obiettivi. Lo smartworking deve permettere cioè di lavorare e pagare la produzione e non il lasso di tempo di una persona seduta ad una scrivania.