CoronaVirus tra morti di serie B e morti di serie A
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CoronaVirus tra morti di serie B e morti di serie A

Le sfaccettature dalle quali si può affrontare il tema sono molte e io mi sento di sottolinearne una che personalmente mi sta turbando.

Ogni volta che si affronta la lettura delle notizie o che si assiste ad un dialogo sui numeri dei decessi non si può fare a meno di notare che ogni volta viene sottolineato con enfasi che le Persone morte erano Persone anziane che avevano già in corso altre malattie, e la sensazione che provo ogni volta è di forte disagio perché la sottolineatura sulle malattie preesistenti e sull’età avanzata sembra quasi una dichiarazione che afferma che “tanto dovevano morire lo stesso”, ecco io trovo la cosa aberrante.

Io comprendo che questo atteggiamento può scaturire più dalla voglia di esorcizzare la paura che possa toccare proprio a te e spero che non sia figlio di un meno giustificabile spirito cinico.

Ma leggendo i media e sentendo certi discorsi sembra quasi che perdere una Persona anziana sia cosa di poco conto e siano solo poco più che queste Persone siano solo un numero relativo ad un evento ineluttabile, ma stiamo parlando di Persone che avrebbero sicuramente potuto vivere di più, non so se per anni, un mese, una settimana od anche solo un giorno.

Si sono Persone anziane è vero e proprio per questo con la loro perdita comunque prematura si perde un grande valore umano, penso a quanti sorrisi in più per i loro nipoti, a quante storie non raccontate, a quanti buoni consigli o insegnamenti in quei giorni in più avrebbero potuto elargirci, ma anche quanti figli avrebbero avuto la possibilità di dare una carezza in più ai propri padri o madri, a quanti piccoli chiarimenti si sarebbero potuti dare, a quanti può essere mancata la possibilità di dire al proprio genitore un “Ti voglio bene” magari mai detto o comunque dettato dal cuore, a quanti abbracci non dati avrebbero potuto scaldare i loro giorni e le loro vite.

Penso al dolore delle famiglie che si sono viste portare via da questo virus una Persona che amavano e ricordiamolo quel portare via è un portare via prematuramente, anche fosse solo per un giorno.

Si per ora sono morte Persone anziane ma presto probabilmente non ci saranno più solo gli anziani a mancare e mi domando se chi finora ha affrontato il dare o recepire la notizia come finora fatto saranno ancora capaci di affrontare la cosa con lo stesso spirito, soprattutto se dovesse toccare a qualcuno a loro vicino.

Non auguro né a loro né a nessun altro di trovarsi nella situazione di perdere una Persona cara nè per il CoronaVirus nè per nessun altro motivo, ma a chi sta affrontando la morte di queste Persone anziane con l'approccio più diffuso e manifestato finora mi verrebbe da domandare : “Tu sapendo che devi morire preferiresti farlo domani, tra una settimana, tra un mese o magari tra un po’ di mesi?”

Tu cosa risponderesti ?

E se guardiamo questa situazione in prospettiva il turbamento aumenta ancora di più, visto che sembra ormai presa la strada che porterà i reparti di terapia intensiva a non poter sostenere il numero delle Persone che ne avranno necessità e quindi ci si troverà a dover fare delle scelte costringendo i medici a decidere chi portare in terapia intensiva e chi no, e qui può sorgere la domanda: "come faranno a scegliere chi privilegiare?". Perchè non dimentichiamolo, volenti o no, di privilegio si tratterà.

Documentandosi un po' si scopre che esistono delle indicazioni a cui si dovranno rifare i medici e queste indicazioni prevede che si dovrà "curare i più giovani e chi ha più probabilità di salvarsi".

Il documento è redatto dalla SIAARTI ed è datato 6 marzo scorso. Si tratta di sette pagine redatte sotto il titolo “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”. Un gruppo di lavoro composto da specialisti ha redatto il documento che è indirizzato agli operatori sanitari e che riguardo al punto 4 induce a riflessione.

Qui testualmente quanto riportato al punto 4. “Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in TI (Terapia Intensiva). Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone. In uno scenario di saturazione totale delle risorse intensive, decidere di mantenere un criterio di ‘first come, first served’ equivarrebbe comunque a scegliere di non curare gli eventuali pazienti successivi che rimarrebbero esclusi dalla Terapia Intensiva”.

Vale a dire che se ci sarà da scegliere tra un quarantenne ed un settantenne si dovrà lasciare fuori il settantenne dalla possibilità di avere le cure necessarie in terapia intensiva, non sarà proprio come condannarlo a morte ma sicuramente rendergli quasi impossibile la possibilità di guarire si, lo stessa cosa vale anche che se nel frattempo si dovesse evidenziare la necessità per un trentenne e a quel punto restare fuori sarebbe anche il quarantenne.

Ora conoscendo alcuni abituali processi comunicativi della politica che prevedono di iniziare a parlare di un problema o di un pericolo ancora prima che si presenti in modo da preparare il popolo a ritenerlo ineluttabile e quindi accettabile, viene forse da chiedersi se tutta questa voluta sottolineatura sul fatto che i morti siano solo Persone anziane non sia anche e soprattutto una strategia per prepararci ad accettare che qualcuno non si sarà potuto curarlo come avrebbe avuto bisogno ma si è scelto di non curarlo solo perchè comunque non ce l'avrebbe fatta.

Comunque sia, visti i comportamenti del popolo italico al quale non possiamo non concedere l'alibi di non essere stato aiutato ad avere chiarezza sui pericoli e sulle regole da rispettare, se la progressione dei contagi seguirà quella degli ultimi giorni avremo inevitabilmente una situazione in cui ci saranno malati di serie A e malati di serie B.

Purtroppo il rischio è che i malati di serie B, i meno giovani ed i meno in salute, rischieranno in modo molto più elevato di perdere la vita.





Doriana Andreoli

Esperta energia e gas - Referente al tuo servizio - Key Account Manager per le aziende

4 anni

che amarezza!!!

Enrico Parente

Holder presso ITALMAR SRL

4 anni

Ahimè come darti torto?

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