Corsi per disoccupati e i loro problemi.

In quest'epoca di anti-intellettualismo, populismo, post-verità, e movimenti anti-scienza (vedi no-vax, terrapiattisti, omeopatari, fuffari del detox, per fare alcuni esempi), sembra non ci sia più spazio per chi fa della cultura una ragione di vita.

È dura la vita, per noi intellettuali, trovare argomenti in comune con colleghi, o compagni di corso. Eh, sì, perché molta gente, compresa me, è "a spasso", e non lavorando cerca di formarsi con dei corsi gratuiti per disoccupati.

E qui arriviamo al punto. Il grosso problema della maggioranza di questi corsi, è che accetta chiunque. Per me, si dovrebbe fare una scrematura, capire chi ha interesse, e almeno una minima conoscenza del campo. Altrimenti può succedere, come mi ha raccontato un insegnante di uno di questi corsi, che la gente si iscriva soltanto per avere l'attestato, non ascolti, e faccia meno ore di lezione possibile. Oppure, come è capitato a me, che i 3 insegnanti dovessero adattarsi al livello basso di conoscenza di alcuni elementi della classe. Quando è così, è tremendo, per chi invece ha una base della materia su cui verte il corso.

Parliamo appunto dell'ultimo corso a cui ho partecipato. Come può una persona partecipare ad un corso di Social Media Marketing non conoscendo la differenza tra gruppi e pagine Facebook? Come può non conoscere l'uso degli hashtag?

Capisco benissimo che potrebbe non aver mai visto gli Insights di una pagina, o come si svolge una campagna, ma se una persona si iscrive ad un corso di SMM, un certo interesse per la materia dovrebbe averlo. E invece, si iscrive chiunque, solo perché "Social" ora è un termine ricercato dai recruiter. E le persone veramente interessate a lavorare in quel campo, ne escono danneggiate.