International Senior Consultant, Executive Leadership Coach, Multicultural Expert, Trainer & Development Specialist, Management Lecturer, Strategic Advisor, International Development Specialist, Capacity Building Advisor
Di seguito alcuni spunti e ragionamenti di natura manageriale, dunque non tecnologica, sollecitati da quanto osservato alla fiera
NUMERI: Partiamo da alcuni numeri per dare la dimensione dell’evento: oltre 230.000 m2 di superficie espositiva, circa 1300 aziende partecipanti, oltre 100.000 visitatori, 200 incontri con 750 relatori. Indubbiamente il più grande evento internazionale nel settore dell’elettronica di consumo
ORGANIZZAZIONE: il temine più adatto è “impeccabile”. Volutamente dall’aeroporto ho adottato una modalità “dummy”. Il badge di ingresso è già disponibile in aeroporto. E’ impossibile non arrivare nei padiglioni (enormi): personale di supporto ti guida, autovetture elettriche gratuite ti spostano in gallerie che cambiano colore da una parte all’altra degli immensi centri, navette frequenti e personale di supporto che orienta in maniera ordinata le persone senza affollamenti e corse fantozziane per prendere i mezzi. Controlli di sicurezza evidenti, efficienti e snelli
PRESENZA FISICA: questa edizione è stata la prima dopo il covid e pertanto, anche dal punto di vista comunicativo, c’è stato un forte richiamo all’incontro fisico. Personalmente ritengo che se vogliamo vedere un’opportunità derivante dalla crisi (forse) passata, la distanza fisica non è più un limite. Essendo un consumer electronics show, molti partecipanti erano interessati a scoprire novità, toccare e prendere gadget, come è normale che sia. La mia domanda è: in un’ottica di business, questi eventi hanno ancora un ritorno? I costi diretti ed indiretti di partecipazione sono enormi. Chi ha il coraggio di misurare il ROI? Sicuramente si torna a casa con una valanga di (virtual) business card, ma sappiamo benissimo che il numero delle stesse non è un indicatore dell’efficacia della partecipazione
PARTECIPANTI - 1 : molte start up da tutto il mondo. La rappresentanza italiana è stata indubbiamente significativa, professionale e molto ben supportata dagli organismi istituzionali, ITA in particolare. Molte aziende di grandi dimensioni nel settore automotive ed elettronica di consumo (ovviamente). Da notare come alcuni big big big player non erano presenti per non “diluire” la propria immagine e le relative novità in un evento mastodontico. Sono rimasto colpito dalla presenza di molte di micro aziende orientali con prodotti il cui valore, a mio avviso, poco si sposa con il contesto. Esempi? Cover per smartphone senza alcun contenuto innovativo e distintivo, batterie ricaricabili di uso comune. Forse dobbiamo ricercare la logica di tali partecipazioni, a mio avviso, in altri criteri di carattere istituzionalmente competitivo
PARTECIPANTI – 2 : molti centri di ricerca di università con prodotti molto interessanti ed innovativi nel settore dell’energia, e-health e dei materiali. Il nostro Paese non era presente in questo ambito. E’ ancora evidente il limite dei nostri modelli di relazione finalizzata alla creazione di valore tra università-ricerca-industria-mercato. Alcuni giovani connazionali altamente formati erano in rappresentanza di aziende ed università estere (sigh direbbe Paperino)
PARTECIPANTI – 3 : il ruolo importante del gaming. Soluzioni tecnologiche innovative con la naturale predisposizione alla sperimentazione ed anche agli insuccessi a volte, che fungono da battistrada per altri settori e prodotti di più ampio consumo
PARTECIPANTI – 4 : il ruolo dell’energia. Declinato in diverse forme e tecnologie, il tema ha avuto uno spazio importante e trasversale a diversi settori e prodotti. Dalla produzione dell’idrogeno sostenibile fino alle più elementari tecnologie di accumulo e messa a disposizione
I MIEI DATI PERSONALI: l’acquisizione molto poco discreta dei dati delle persone mi ha colpito molto. Gadget in regalo per chi lascia la mail, scheda a punti per ottenere un voucher per un dolcetto (?) se si seguono le presentazioni del prodotto e si lascia la mail, fino ad arrivare ad un vero skateboard in regalo in cambio del proprio profilo digitale. Da Europeo dove tra liberatorie, consensi ed autorizzazioni hai difficoltà anche a scrivere il tuo nome in stampatello, questa “disivoltura” (chiamiamola così) apparentemente gratuita, ma a grande beneficio dei destinatari mi ha colpito
EUROPA: da europeista convinto ed ipercritico rispetto alle derive iper-burocratiche, individualiste ed esitanti che osserviamo quotidianamente, ho visto in questa fiera una presenza importante dell’Unione attraverso stand con molte start up, richiamo ai numerosi progetti europei sull’innovazione, eventi riservati a paesi dell’Unione e la presenza concreta e pertinente di autorità comunitarie
FORMAZIONE IN MATERIA DI INTERNATIONAL MANAGEMENT: partecipare ad una fiera di tali dimensioni richiede una preparazione interculturale non improvvisabile e non subordinata al concetto “tanto il mio prodotto è buono e si vende da sé”. Comunicare in contesti multiculturali richiede delle modalità strutturate: trascuriamo la conoscenza della lingua franca, spesso trascurata! Parlare ad un’audience internazionale usando paradigmi comunicativi tipici della propria cultura, riferimenti comportamentali e relazionali di carattere locale non è efficace. In particolar modo per le start up, dove il pitch è lo strumento comunicativo di base rivolto ad investitori, partners, acceleratori, incubatori; le modalità destrutturate, improvvisate e culturalmente poco internazionali più simili alla gita di Totò a Parigi che ad un contesto multiculturale, sono difficilmente comprensibili a chi Totò lo ignora
ALLERGIA ED INTOLLERANZA ALLA (FALSA) AI: l’AI è diventato l’ingrediente di qualsiasi cosa. La cosa più assurda che ho visto è stato un segnalibro basato su “un algoritmo di AI”!!! Non so veramente cosa possa avere di intelligente un banale segnalibro che indica l’ultima pagina letta (…non basta un poco intelligente post it sulla pagina?). Salvo poi indagare sulla tecnologia sottostante per capire che il tutto spesso si rapporta più alla stupidità umana che all’intelligenza artificiale delle macchine. A tale riguardo mi sembra di osservare che la moda della blockchain sbandierata, anche nei lacci delle scarpe, sia stata velocemente scalzata in termini di banalizzazione distorsiva delle tecnologie, dall’Intelligenza Artificiale. Ultima in ordine di arrivo, un’azienda che attraverso un' app che ricalca un’altra app di accesso comune di AI generativa, mi ha creato una presentazione “basata su un algoritmo di AI (!!!)” riguardante il cross cultural management, dietro mia richiesta. C’è ancora molto da fare e come dice un proverbio africano “la curiosità istruisce”, nel senso tecnologico significa che Chat GPT ed altre cose simili le stiamo istruendo noi gratuitamente sulla base della nostra curiosità (ironia comprensibile a chi è più addentro a tali tecnologie)
Ottima sintesi, qualche piccolo commento:
- big big big player non presenti: non sarà che qualcuno ha iniziato a misurare il ROI? 😉
- molti centri di ricerca di università con prodotti molto interessanti ed innovativi, assenza italiana:
neanche EU Horizon 2020 e Horizon Europe riescono a far cambiare le cose ...
- presenza importante dell’Unione attraverso stand con molte start up, richiamo ai numerosi progetti europei sull’innovazione, eventi riservati a paesi dell’Unione e la presenza concreta e pertinente di autorità comunitarie: dovremmo allinearci, evitando che le nostre migliori menti vadano all'estero
- Comunicare in contesti multiculturali richiede delle modalità strutturate: evidentemente le nostre
rappresentanze non lavorano in contesti multiculturali e non si pongono il problema, magari imparassero
dalle lezioni del CES 2023 ...
Grazie per la condivisione,
Un Caro Saluto
Senior Project Manager | Research + Development + Innovation
1 annoOttima sintesi, qualche piccolo commento: - big big big player non presenti: non sarà che qualcuno ha iniziato a misurare il ROI? 😉 - molti centri di ricerca di università con prodotti molto interessanti ed innovativi, assenza italiana: neanche EU Horizon 2020 e Horizon Europe riescono a far cambiare le cose ... - presenza importante dell’Unione attraverso stand con molte start up, richiamo ai numerosi progetti europei sull’innovazione, eventi riservati a paesi dell’Unione e la presenza concreta e pertinente di autorità comunitarie: dovremmo allinearci, evitando che le nostre migliori menti vadano all'estero - Comunicare in contesti multiculturali richiede delle modalità strutturate: evidentemente le nostre rappresentanze non lavorano in contesti multiculturali e non si pongono il problema, magari imparassero dalle lezioni del CES 2023 ... Grazie per la condivisione, Un Caro Saluto
BrainSigns s.r.l - Director
1 annoGrazie di condivisione (attenzione al titolo) :)