Dalle illusioni alla realtà: un viaggio verso le virtù autentiche
Io credo che io abbia tanti difetti e il primo è non essere sincero. Sopratutto con me stesso. Ho semplicemente bisogno di autoconfortarmi con pensieri così illusori che, se non li sapessi riconoscere, potrei essere definito schizofrenico.
Quindi perché questa abitudine, tipica dell'essere umano (si perché non sono mica il solo), di rifuggirarsi in questi mondi illusori. Molti dottori direbbero che lo facciamo per sfuggire i nostri traumi. Ma a questo punto la domanda é: tutta l'umanità è traumatizzata? Nessuno può essere considerato sano? Eh si, il punto è proprio questo. Infatti molti psicologi non parlano più di pensieri folli o sani (dato che siamo tutti folli) ma di pensieri funzionali o disfunzionali. Ma fate attenzione, molte persone folli hanno pensieri che possono essere a loro funzionali e appaiono come perfettamente sane. E, al contrario, esistono molte persone "sane" ma con pensieri disfunzionali da apparire folli.
Ma io non mi voglio arrendere ad una realtà illusoria, io voglio percepire la realtà per quel che è: impresa piuttosto ardua che molti psichiatri e psicologi definiscono non solo audace ma uno delle imprese più alte che l'uomo posso raggiungere.
Per ora l'unica cosa stabile che ho trovato è la relatività del mio pensiero: ma io non sono quel che penso, io sono quel che faccio.
Infatti, come diceva Kant, l'unico modo per accedere al noumeno (realtà in se) è attraverso la legge morale. Cioè nel praticare le virtù dello spirito cioè compassione, amore, gentilezza e mettiamoci pure la disciplina.
Chissà forse è un sogno irrangiungibile pensare di percepire la realtà per quello che è senza essere influenzati dai propri pregiudizi (non ci riescono nemmeno gli scienziati) però l'idea di praticare le virtù mi attira.
E so che come attira me attira tanti altri. E questo mi fa sentire meno solo.