Dieci aspetti da considerare per acquistare online in modo sostenibile
Chi ama leggere, e non vede l'ora di potersi dedicare ai romanzi messi da parte negli ultimi mesi per essere divorati sotto l'ombrellone o al fresco di una vallata alpina, sa che la carta del libro è come un tappeto volante su cui farsi trasportare in tempi, luoghi e soprattutto vite che ampliano infinitamente la nostra esperienza e la arricchiscono.
E, con tutte le difficoltà del caso, si può dire che anche la Rete sia un tappeto volante che ciascuno di noi può dirigere verso quelle terre che trova più interessante esplorare. Da anni si discute se la tecnologia sia buona o cattiva: quel che è certo è che non è neutrale, perché cambia continuamente le regole del gioco e l’unica alternativa al ritirarsi a vita privata è adeguarsi al nuovo tempo e provare a renderlo utile rispetto ai nostri bisogni e interessi, ma anche coerente con i nostri valori.
Come riporta RetailX [link], in questi mesi è cresciuta la sensibilità verso la sostenibilità ambientale degli acquisti effettuati online: qualche giorno fa, Google confermava tale tendenza e richiamava una ricerca secondo la quale un quarto dei resi non possono essere riutilizzati e vengono dunque buttati [link]. Gli acquisti d'impulso alimentati dal social commerce e le politiche di recesso gratuito o di estensione del periodo oltre i 14 giorni canonici debbono dunque essere messi alla prova del costo che il fenomeno dei resi sta rappresentando, non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale.
Una lista, pur parziale, di aspetti a cui prestare attenzione quando si visita un sito e-commerce che mi sento di condividere è la seguente:
- l'impegno verso l'ambiente è stato comunicato efficacemente in un'area dedicata del sito e sono stati indicati con precisione gli ambiti, i risultati conseguiti e gli obiettivi di tale impegno? Un sito che mi pare non solo testimoni, ma comunichi efficacemente i propri valori è 3Bee.com [link];
- il modello di vendita online è stato innovato introducendo, ad esempio, la possibilità di acquistare prodotti fallati, ricondizionati o scegliendo modalità di abbonamento così da migliorare lo smaltimento dell'usato? Fra gli esempi più interessanti, merita citare The North Face Renewed [link];
- nelle schede prodotto sono evidenziati valori utili a comprendere la bontà della scelta? Ad esempio, nel caso di prodotti ricondizionati, è stata indicata la minor impronta carbonica rappresentata dal più lungo ciclo di vita di tale prodotto? Che peccato che i nuovi biglietti del treno non riportino più il confronto con l'uso di mezzi alternativi come l'automobile o l'aereo...
- sono state fatte scelte formali da parte del venditore quali la trasformazione in "società benefit" come nel caso di Gaia Segattini Knowear [credits: Angelo, link]?
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- è stata introdotta la disponibilità di formule di consegne "senza fretta" e tali soluzioni sono premiate?
- vi è la possibilità di ritirare il bene presso punti vendita fisici o lockers? Su Linkiesta [link] avevo provato ad approfondire la distribuzione disomogenea di queste opportunità e il fatto che al momento nel nostro Paese sono per lo più riconducibili ad Amazon;
- è presente la comunicazione di fattori quali il possibile riutilizzo delle confezioni, il mancato uso di plastica negli imballaggi e l'impiego di confezioni di dimensioni adeguate al bene contenuto? Velasca è uno dei primi e-commerce italiani ad avere introdotto il packaging riutilizzabile;
- è segnalato l'impiego dell'etichettatura ambientale volta a facilitare lo smaltimento corretto dei rifiuti? Andrea Spedale di Aicel ha sottolineato la consapevolezza e la preparazione dei merchant verso questo adempimento su Points di Nonsoloambiente [link];
- sono presenti elementi utili a comprendere le scelte fatte sul piano della supply chain, dei fornitori coinvolti, della loro appartenenza al territorio, del loro rispetto delle condizioni di lavoro del personale? Sul piano dei consumi rappresentati dall'infrastruttura informatica, è interessante approfondire gli elementi che emergono dall'uso di tool come Karma Metrix [link];
- sui profili social si sono messe in evidenza le scelte legate alla sostenibilità e soprattutto la buona reputazione del venditore è confermata delle recensioni ricevute?
- le politiche legate ai resi sono state impostate per scoraggiare resi gratuiti e, più in generale, sono comunicate con trasparenza le scelte di gestione dei resi, dei guasti, dell'invenduto? Da valorizzare tutti i contenuti e gli strumenti presenti sul sito utili a valutare l'acquisto e a calcolare le taglie come MySizeID [link].
Se, come abbiamo visto, nuove buone pratiche stanno emergendo per affrontare gli aspetti critici della sostenibilità ambientale del commercio elettronico, è però la crescente consapevolezza dei consumatori a costituire il migliore fattore di “competizione al rialzo” per introdurre elementi di innovazione nel mercato e per lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato.
Co-Chairman Sustainability Coordination
2 anniE' comunque un movimento verso una maggiore responsabilita' e coscenza. E' un bene che si diffonda. Roma non fu fatta in un giorno e cosi' non si ferma il consumismo senza fatica
Head of Business Development - MyBank
2 anniVado via di testa Andrea. Questa "moda" del sostenibile, dell'ESG non si può sentire. Mandami uno bravo a casa subito che questa ipocrisa non la reggo.