E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE
Il dolce far niente e la scoperta dei suoi benefici anche e soprattutto sul luogo di lavoro. Ecco perché dovremmo concedercelo tutti.
Ma chi l’ha detto che per stare bene si debba sempre produrre, si debba sempre fare.
Nella società neoliberista nella quale viviamo, anche il tempo è diventato oggetto di consumo, dominati come tutti siamo dall’horror vacui, da quel senso di colpa che ci sorprende violento se ci scopriamo inerti senza nulla da fare, da quel processo lesivo identitario che radica noi stessi esclusivamente in quello facciamo.
Cosa succederebbe se smettessimo di lavorare 9, 10, 12 ore non stop?
Cosa ne sarebbe di noi se gestissimo un progetto alla volta, se di quando in quando ci fermassimo per un attimo, ritagliando dalla nostra vita attiva, dominata dalla pulsione alla performance continua, uno spazio per una vita contemplativa tutta nostra, dove non fare nulla, ma proprio nulla e lasciare che la vita sia. Che il pensiero nuovo arrivi a noi. Che il contesto ci parli, senza essere noi a rincorrerlo.
Ci vengono in aiuto alcuni studi scientifici e il nostro buon vecchio filosofo coreano Byung-Chul Han che nella sua ultima opera saggistica “Vita contemplativa o dell’inazione”, pubblicato dalla casa editrice Nottetempo, osanna il potere dell’ozio in resistenza alla coazione a performare, baluardo del regime neoliberista dal quale in occidente - arrendiamoci - non possiamo prescindere, e che noi spesso interpretiamo come crescita e libertà.
“Oggi ci sfruttiamo di proposito credendo di realizzarci - ricorda il filosofo -. Ci abbandoniamo al culto, alla funzione religiosa del sé, poiché ognuno è sacerdote di se stesso. […] Nell’epoca dei media digitali […] ognuno è produttore ed emittente. Ciascuno si produce da sé. Noi siamo storditi dall’ebrezza comunicativa”. (pag. 104).
Per Byung-Chul Han il non far nulla è un’etica che elimina l’isolamento, le divisioni, le disaffezioni.
E’ un tempo della pace dove l’uomo e la natura si riconciliano, dove l’essere umano è un “concittandino di una repubblica di viventi a cui appartengono anche le piante, gli animali, le pietre, le nuvole e le stelle”.
In pratica,
come conciliare questo approccio filosofico con le esigenze del business e integrarlo nelle nostre vite di professionisti?
Forse ci può aiutare capire perché avremmo un vantaggio pratico nel farlo.
Vi è mai capitato di avere le idee più brillanti mentre vi lavate i denti, piegate la biancheria o non fate proprio nulla?
La scienza ci spiega che quando il corpo va in modalità automatica, il cervello si occupa di formare nuovi collegamenti neurali in grado di mettere insieme idee e risolvere problemi.
Parola di Manoush Zomorodi, la giornalista e tech podcaster che in un TED Talks elogia i benefici della noia, innescatrice nel nostro cervello del default mode.
Una cosa simile succede quando ci stiamo per addormentare, quando il subconscio ci consente di effettuare connessioni insolite, stando agli studi della psicologa Sandi Mann.
Se a questa informazione relativa al potere creativo e problem solving del dolce far niente uniamo la scoperta del neuroscienziato Daniel Levitin che sostiene che il nostro cervello non ha una natura multitasking bensì passando da un’attività a un'altra ingaggia uno switch neurochimico energivoro, ecco che il non fare nulla aumenta il suo valore.
Fino a poco tempo fa, ricorda Zomorodi nel suo speech, cambiavamo focus d’attenzione ogni 3 minuti,
Aggiungiamo a questi dati le constatazioni a cui sono pervenuti i ricercatori dell’UCL, la rinomata Business School inglese, che i teenagers attivi sui social media sono meno creativi, faticano a immaginare il loro futuro e a risolvere i loro problemi di socializzazione e la deduzione è inevitabile:
i dati scientifici non giocano a favore del contesto iperattivo che domina la nostra società.
“Non fare nulla è l’attività più produttiva e creativa per te stesso. All’inizio può sembrare strano, ma davvero la noia può renderti brillante” ricorda Zomorodi.
In una ricerca delle studiose Remy Jennings e Klodiana Lanai della Florida State University e Allison Gabriel, della Purdue University, pubblicata nel "Journal of Applied Psychology", si evince che
il pensiero fisso e continuo al lavoro - quel ruminare che ci portiamo a casa relativo a un problema in un progetto, uno scontro con un collega, le lamentele di un cliente - nuoce gravemente alla nostra salute e alla nostra leadership.
Le tre ricercatrici hanno monitorato per 10 giorni 73 leaders e i collaboratori con loro riporto diretto evincendo come il pensiero ossessivo e non stop sul lavoro incida sulle performance e sullo stato d'animo di entrambi i cluster, risucchiando tutte le nostre energie mentali.
C’è anche chi suggerisce di optare per una zona neutrale in cui rifugiarsi per ripensare il proprio lavoro, una pausa dalle attività, un non luogo esistenziale dove concedersi settimane, mesi di basse aspettative, non pensare al prossimo passo professionale e osservare se stessi e le proprie priorità.
Una scelta operata da molti quiet quitters, 2,3 milioni solo in Italia stando al report 2023 dell’Osservatorio Hr innovation Practice del Politecnico di Milano.
E se a questi dati aggiungiamo che
solo l’11% dei lavoratori italiani si dice soddisfatto della propria professione, il 7% felice del proprio lavoro e ben l’89% in crisi e in difficoltà,
allora appare urgente abbracciare momenti di contemplazione che ci aiutino a rivedere il nostro modello di vita. Quanto meno e soprattutto a lavoro.
E se proprio alla modalità iper-produttiva non riuscissimo a rinunciare, sapere che una pausa in più ci salva lo stato d’animo e preserva dal burnout, aumentando la nostra capacità di concentrazione, può aiutare a volerci un po’ più bene.
Consigliati da LinkedIn
Anche e soprattutto a lavoro.
Per approfondire
"How boredom can lead to your most brilliant ideas", il TED Talks di Manoush Zomorodi
"Have you quietly quit? Your next step: Go to the neutral zone", l'intervento di Manoush Zomorodi sulla piattaforma di TED.
"The Importance of Leader Recovery for Leader Identity and Behavior", la ricerca di Remy Jennings, Klodiana Lanai e Allison Gabriel pubblicata nel "Journal of Applied Psychology"
I risultati del "Report 2023 HR Innovation Practice" dell'Osservatorio del Politecnico di Milano.
Sandi Mann, "La sindrome dell'impostore. Perché pensi che gli altri ti sopravvalutino", Feltrinelli, 2021
Sandi Mann, "Teach Yourself Psychology: A Complete Introduction", 2016
Daniel Levitin, "The Changing Mind: A Neuroscientist's Guide to Ageing Well", Penguin Book, 2021
Byung-Chul Han, “La società della trasparenza”, Nottetempo, 2014
Byung-Chul Han, “Nello sciame”, Nottetempo, 2015
Byung-Chul Han, “Psicopolitica”, Nottempo, 2016
Byung-Chul Han, “Il profumo del tempo”, Vita e pensiero, 2017
Byung-Chul Han, “L’espulsione dell’altro”, Nottetempo, 2017
Byung-Chul Han, “La salvezza del bello”, Nottetempo, 2019
Byung-Chul Han, “Eros in agonia”, Nottetempo, 2019
Byung-Chul Han, “Che cos’è il potere”, Nottempo, 2019
Byung-Chul Han, “La società della stanchezza”, Nottetempo, 2020
Byung-Chul Han, “Topologia della violenza”, Nottetempo 2020
Byung-Chul Han, "La scomparsa dei riti", Nottetempo, 2021
Byung-Chul Han, “La società senza dolore”, Einaudi, 2021
Byung-Chul Han, “Elogio della terra”, Nottetempo, 2022
Byung-Chul Han, “Le non cose”, Einaudi, 2022
Byung-Chul Han, “Perché oggi non è possibile una rivoluzione”, Nottetempo, 2022
Byung-Chul Han, “Infocrazia. Le nostre vite manipolate dalla rete”, Einaudi, 2023
Byung-Chul Han, “Vita contemplativa o dell'inazione”, Nottetempo, 2023
Angela Deganis, "Manager per caso. Guida alla sopravvivenza in azienda", Morellini, 2022
Il blog LinkedIn Vita da manager
La pagina Instagram di Vita da manager
La pagina Tik Tok di Vita da manager
Il canale YouTube di Vita da manager
Le playlist di Vita da manager su Spotify
Foto by Pixabay
#worklife #worklifebalance #managerlife #care #time #manageritalia
Avvocato Cassazionista esperto in diritto del lavoro
11 mesiArticolo veramente esauriente e utile. Complimenti!
Graphic Designer
11 mesi“Fabbricare, fabbricare, fabbricare Preferisco il rumore del mare Che dice fabbricare fare disfare Fare e disfare è tutto un lavorare Ecco quello che so fare.” Dino Campana
Copywriter specializzato in ADV puro per uno storytelling autentico. Per chi cerca messaggi evocativi che catturano al primo sguardo.
11 mesiSpesso le idee arrivano quando sei in seduta. Ho messo una penna accanto alla carta igienica per prendere appunti alla bisogna. Poi se penso che l'idea non sia granchè........
Key Account Manager Italia presso UNIFARCO
11 mesiGrazie Angela la penso anche io in questo modo bisogna prendersi gli spazi e trovare un giusto equilibrio tra il lavoro e la propia vita personale. Alla fine uno lavora tanto ma non ha il piacere di prendersi gli spazi e concedersi delle giornate di svago. Un abbraccio
Business Developer | Strategia Aziendale | Crescita e Innovazione | Assistente virtuale | Prenota una consulenza gratuita di 15 minuti per scoprire come crescere insieme.
11 mesiAngela Deganis grazie per la news e per gli ottimi consigli :-) Alcuni autori non li conosco ma mi sono appuntata di fare qualche ricerca e studiarli per meglio coniugarli al mio modo e al mio business. Trovo estremamente importante trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale, concedersi spazi di riposo e di riflessione per favorire la creatività, il benessere e la produttività complessiva.