Baubo in azienda e il tabù del  sorriso
Baubo, la dea oscena, simbolo antico della femminilità, ha fatto capolino in azienda. E se ne sono viste delle belle.

Baubo in azienda e il tabù del sorriso

Quando per un claim perdi la campagna. Storia di un errore di comunicazione che la Ferragni e i suoi pandori ci fanno un baffo ma anche inno alla libertà del sorriso. Anche qui, su Linkedin. Anche in azienda, con l'archetipo di Baubo che corre selvaggiamente lungo gli sciacquoni e crea scompiglio

 Una questione di genere. E una di comunicazione.

Si può sorridere sul ciclo mestruale femminile o è ancora un tabù? E se a farlo fosse una donna sul posto di lavoro?

Da sempre in “Vita da manager” trattiamo temi di management e di relazioni, queste intricate, in azienda.

Oggi parliamo di Serena, responsabile comunicazione in un’azienda di servizi, un nome fittizio di una donna reale come la storia che andiamo a raccontare.

Lo facciamo con non poche perplessità. La storia di Serena parla infatti di ciclo mestruale, un evento naturale e fisiologico per una donna in età fertile, tema delicato per le donne e ancora un tabù per molti e molte di noi.

Mi sono chiesta. “Si può parlare di mestruazioni su Linkedin?” E perché il tema fa ancora scaldare tanto gli animi?

Ma andiamo per gradi.


L’ANTEFATTO

L’azienda dove lavora Serena ha installato nei bagni delle donne dei suoi uffici un blister di assorbenti igienici compostabili gratuiti per il ciclo mestruale, a disposizione delle dipendenti.

Non è meraviglioso?

Un gesto inclusivo, sostenibile e attento che fa di quest’azienda una bella azienda a maggior ragione in un periodo storico in cui la famigerata tampon tax, l’aliquota iva sugli assorbenti, ha raggiunto il 10%.


IL FATTO

La responsabile comunicazione, la nostra Serena, ha vestito, come da mandato dei 'piani alti', il blister con una comunicazione che invitasse all’uso degli assorbenti igienici gratuiti nel rispetto di un bene comune per tutte.

Ne è scaturita una comunicazione con un copy leggero e divertente - o almeno così si credeva - in linea con il mood comunicativo della company.

Con un messaggio chiaro: prendilo e rispetta il diritto anche delle altre a prenderlo.


LA REAZIONE

A seguito dell’affissione nei bagni delle donne, alcune colleghe hanno manifestato formalmente il loro disappunto, sottolineando come il tema delle mestruazioni sia un tema sul quale l’ironia non è la strategia comunicativa vincente.  


WHY

E io mi chiedo: perché.

Perché sulle mestruazioni non possiamo sorridere? Non è una malattia, non è oggetto di derisione. E’ una caratteristica precipua dell’essere donna, un tratto distintivo di genere.

Ce lo diceva Essity, azienda di prodotti di igiene personale, in un’indagine del 2019 condotta su 1633 uomini e donne tra i 15 e i 65 anni:

non tutte le donne associano al ciclo mestruale un sentimento di normalità e in Italia il tema è ancora un tabù.

Nei paesi anglosassoni lo chiamano period shaming.

Mup Research ha intervistato, su commissione di Initial, un’azienda che offre servizi di igiene fuori casa, 806 donne e 801 uomini sul tema registrando che

  • una donna su tre si imbarazza a parlare di ciclo
  • così come il 26% degli uomini,
  • mentre il 17% dei maschi non ne ha mai parlato in vita sua
  • e il 9% evita accuratamente l’argomento.

Se questa newsletter di "Vita da manager" raggiungesse il minimo storico di letture dalla nascita del blog, ecco capirei perché. :-)

Il concept creativo di Serena - che avrebbe fatto bene a ricordarsi di questi dati - invita a quel sorriso che le donne fanno attorno a un tema che è per loro intimo e che solo loro conoscono, serbato in un luogo a cui solo loro possono accedere, fisicamente e metaforicamente. Il bagno delle donne e il loro spirito.

Quel sorriso, quella risata di cui efficacemente narra Clarissa Pinkola Estes, psicologa junghiana, quando parla di Baubo, la Dea Sporcacciona, e della comparsa dell’archetipo nei luoghi intimi delle donne  e nei loro racconti in quel libro meraviglioso che è “Donne che corrono coi lupi”, una bibbia per molte di noi.

Il copy della campagna sul blister dice:

sorridiamo, sorelle, e prendiamo con allegria un assorbente.

Un copy scritto da una donna per le donne e affisso in un luogo tutto loro.

Una strizzatina d'occhio tra di noi.

Ma questa è la mia opinione e quella di Serena, non il percepito delle donne che hanno manifestato il loro malcontento.

Perché sulle mestruazioni non possiamo sorridere?

La risposta è semplice:

perché ognuna ha la sua sensibilità e non tutte sono disposte a farlo. Per alcune quel sorriso innocente e solidale si trasforma in scherno. Per altre le mestruazioni sono un tema serio su cui il sorriso è inappropriato. E anche se quell’ ‘alcune’ si trasformasse in ‘una’,

essere inclusivi significa rispettare i sentimenti e il percepito anche di quella singola persona.

Forse Baubo può fare capolino più facilmente al bar, in un gruppo di amiche, a una festa mascherata, durante un piccolo party, in una conversazione telefonica tra donne e non in azienda con le colleghe, anche se, come testimonia questa puntata di "Vita da manager", il suo spirito irrequieto e la sua natura burlona l'hanno fatta comparire anche lì, sul blister di assorbenti gratuiti in un bagno di un'azienda del centro Italia di medie dimensioni.

Irriverente e meraviglioso.


COSA ABBIAMO IMPARATO DA QUESTA STORIA

Serena ha preso molto seriamente quanto riportato dalle colleghe. Una sorta di doccia inaspettata, quando l’obiettivo della campagna era esattamente l’opposto. Nessuno voleva offendere le donne. Le volevano omaggiare.

Dispiaciuta, ha consultato a posteriori esperte di comunicazione inclusiva ed effettuato panel test qualitativi sottoponendo la creatività della campagna a più donne.

Su 15 donne, in 14 lo hanno trovato un modo leggero, femminile e solidale di sfatare un tabù - mi fa sapere Serena -. Ma una no. Una non ha sorriso e l'ha trovato offensivo”.

Troppo tardi.

Il panel test andava fatto prima e non dopo l’affissione. Quell’ 'una' forse avrebbe fatto la differenza.

Serena serberà il ricordo di questo episodio con cura archiviandolo a metà tra i suoi Epic fail e il coraggio di innovare il pensiero. O almeno di provarci, sorelle, con il sorriso.

Ma anche con la conferma che l’offesa e il sorriso sono negli occhi di chi legge e nel momento in cui svolgo la mia professione di comunicatrice non posso non tenere in considerazione i sentimenti e i percepiti di tutti.

Per non ferire nessuno e nessuna.  

E non offuscare con una forma, per molte innocente, per altre meno, la bontà di un contenuto.


Esiste un modo di dire assai efficace: Dice entre las piernas, parla con quel che ha tra le gambe. Storie «tra-le-gambe» si ritrovano in tutto il mondo. Una è la storia di Baubo, una dea dell’antica Grecia, la cosiddetta «dea dell’oscenità». […]

Indubbiamente discende dalle panciute dee neolitiche, misteriose figure senza testa, e talvolta senza piedi e senza braccia. Dire che sono immagini della fertilità non basta, sono molto di più. Sono i talismani del parlare femminile, di quel che mai e poi mai una donna direbbe in presenza di un uomo, se non in circostanze assolutamente insolite. […]

 Ed è vero che certe risate, provocate da tutte quelle vecchie storie che le donne si raccontano, quelle storie di donne così incolori da essere completamente insapori... quelle storie […]riattizzano il fuoco dell'interesse per la vita”.

Clarissa Pinkola Estes, “Donne che corrono coi lupi”.


Serena e io aspettiamo i vostri consigli nei commenti: si può sorridere delle mestruazioni in azienda?

Nel frattempo, assorbiamo il colpo :-).


Lo sapevi che...

...ogni anno si tiene a Milano, al Rob de Mat, il Festival del Ciclo Mestruale? A maggio c'è stata la terza edizione.


 Per approfondire

Gloria Steinem, “Autostima”, Rizzoli, 2000

Eve Ensler, “I monologhi della vagina”, 1996

Clarissa Pinkola Estes, “Donne che corrono coi lupi. Il  mito della donna selvaggia”, Frassinelli, 1993

Clarissa Pinkola Estes, Il giardiniere dell'anima, Frassinelli 1996

Clarissa Pinkola Estes, L'incanto di una storia, Milano, 1997 

Clarissa Pinkola Estes, La danza delle grandi madri, Frassinelli, 2006

Clarissa Pinkola Estes, Storie di donne selvagge, Frassinelli, 2008

Rosi Braidotti, “Femminismo postumano”, Feltrinelli, 2021

Karen Schneemann, Lily Williams, “E’ tutto un ciclo”, Il Castoro, 2020

Il blog “The mean magenta

L’indagine di Essity

L’indagine di Initial

#comunicazione #team #worklife #manager #managerpercaso #vitadamanager

Ciao Angela! Perché parlare di epic fail? Nell'articolo viene spiegato che solo alcune colleghe si sono lamentate, il che fa presupporre che la maggioranza abbia invece apprezzato il blister e la comunicazione annessa. E anche il panel test effettuato a posteriori ha evidenziato che ben 14 donne su 15 hanno apprezzato il concept. A me sembra un bel traguardo! Non è irrealistico aspettarsi che una campagna abbia successo sul 100% dei destinatari? (Sono assolutamente una profana del settore del marketing, per cui mi scuso a priori se ho scritto qualche amenità 😛)

Che Meraviglia! Grazie!Forse perché papà era medico, al menarca mio e delle mie sorelle apriva champagne..forse perché son medico ho visto il ciclo mestruale come una benedizione..forse perche 'le native americane mi hanno insegnato ad offrire il sangue mestruale ad un grande albero,che diventa un Maestro ,ho potuto insegnare questo rito mensile a molte giovani con vari problemi legati a dismenorrea ed alterazioni del ritmo del ciclo, con vero successo...forse per il Valore profondo della Mestruazione,dopo 20 anni di menopausa mi manca ancora vedere il mio ciclo quasi metrorragico .Grazie dal cuore per questo articolo fantastico e per questi ricordi meravigliosi.Lo inoltro a donne e uomini . Namastè.

Flavia Brevi

Capa Comunicazione di Fondazione Libellula, Creatrice e creativa di Hella Network

6 mesi

Molto interessante la storia di Serena! Forse le persone con cui lavora non erano “pronte” a un gesto così innovativo. Forse si può ancora recuperare qualcosa con una mail interna dove si spiega perché un’azienda che non fa assorbenti si preoccupa degli assorbenti?

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Angela Deganis

  • UNA STORIA A LIETO FINE

    UNA STORIA A LIETO FINE

    Cosa succederebbe se un visitatore dallo spazio parcheggiasse la sua navicella in garage, entrasse nei nostri uffici e…

    6 commenti
  • UNA STORIA A LIETO FINE

    UNA STORIA A LIETO FINE

    Cosa succederebbe se un visitatore dallo spazio parcheggiasse la sua navicella in garage, entrasse nei nostri uffici e…

    9 commenti
  • CALIMERI, CAPRI ESPIATORI E ALTRI ANIMALI IN UFFICIO

    CALIMERI, CAPRI ESPIATORI E ALTRI ANIMALI IN UFFICIO

    LA SINDROME DI CALIMERO IN AZIENDA. Che fare se ti senti piccolo, brutto e nero in un ufficio di cigni bianchi? E se il…

    11 commenti
  • LA SINDROME DEL TAXISTA

    LA SINDROME DEL TAXISTA

    E se lavorare in azienda fosse come percorrere tutti i giorni la stessa identica strada? Se stai in città di questi…

    3 commenti
  • LA SINDROME DELLA DONNA (e dell'uomo) INVISIBILE

    LA SINDROME DELLA DONNA (e dell'uomo) INVISIBILE

    Inizia gradualmente. Entri in una stanza, dici qualcosa e nessuno lo nota.

    23 commenti
  • LA SINDROME DEL TORNADO IN AZIENDA

    LA SINDROME DEL TORNADO IN AZIENDA

    E se non fossero nostre le tempeste emotive più rischiose? Cosa succede quando siamo vittima di predatori egoici che…

    11 commenti
  • VACANZA È ASSENZA. E FINALMENTE

    VACANZA È ASSENZA. E FINALMENTE

    La vacanza, lo dicono i latini, è la condizione di essere vacante, non presente. A se stessi e agli altri.

    6 commenti
  • DON'T STOP ME NOW

    DON'T STOP ME NOW

    E se per migliorare lo stato di salute del lavoro in Italia servisse fermarsi un attimo, appellarsi alla saggezza…

  • Quando a fare ghosting è il tuo capo. La sindrome di Narciso e altri dilemmi

    Quando a fare ghosting è il tuo capo. La sindrome di Narciso e altri dilemmi

    Si parla sempre più spesso della pratica di sparizione del corteggiatore o della corteggiatrice da un momento all’altro…

    26 commenti
  • LA SINDROME DI ICARO

    LA SINDROME DI ICARO

    Il sole del potere fa bene all’epidermide? E cosa succede se te ne avvicini troppo? Un tuffo nel mito per sostituire le…

    5 commenti

Altre pagine consultate