E’ REALMENTE POSSIBILE (E AUSPICABILE) ‘RITENERE’ I TALENTI?
Attrarre e ‘ritenere’ i migliori talenti è una delle sfide più importanti per le aziende che vogliono garantirsi un futuro di successo.
Ma è realmente possibile (e auspicabile) ritenere i talenti?
Le prime definizioni del termine ritenére nel Dizionario Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/ritenere/) sono le seguenti: “trattenere, rattenere, contenere”; “impedirne o frenarne l’impeto, il movimento”; o addirittura “In usi ant., r.qualcuno, tenerlo in prigione per ragioni di sicurezza”.
Al di là della difficile traduzione del termine inglese ‘rention’, se si vuole ritenere e attrarre talenti utilizzando questa prospettiva si sta sicuramente sbagliando strada.
Le due accezioni del termine talento, infatti riguardano “Volontà, voglia, desiderio” da un lato e “Impegno, predisposizione, capacità e doti intellettuali rilevanti” dall’altro (https://www.treccani.it/vocabolario/talento2/ ).
Se le aziende vogliono creare relazioni di lungo periodo con ‘persone di talento’, o meglio, se vogliono valorizzare i ‘talenti delle proprie persone’ devono fare tutt’altro che ritenerle, ossia imbrigliarle per evitare che scappino dalla concorrenza.
Esse devono al contrario aprire spazi e praterie per lo sviluppo delle loro potenzialità, devono offrire una visione di lungo periodo e dei progetti ambiziosi che possano sfidare le loro potenzialità, devono mettersi in gioco un percorso di innovazione e scoperta di un futuro non ancora esplorato.
Citando l’unica descrizione positiva del termine ritenére nel Dizionario Treccani, le aziende devono “intrattenersi amichevolmente con lui, esserne amico”, comprendendone le specifiche esigenze e necessità e costruire percorsi di che possano consentire la realizzazione congiunta delle esigenze personali ed aziendali.
CEO
1 annoOttima sintesi, trattenere non va mai bene