E se dovessimo essere più zebre?
Dopo essermi divertito ad analizzare i poveri squali nel mio articolo "E se servisse essere più squali?" ho proseguito il mio safari tra scrivanie e caratteristiche animali per cercare di dare qualche umile spunto ai nostri impiegati di trincea. Non mi è sembrato vero trovare, e leggere, il libro intitolato “Perché alle Zebre non Viene l'Ulcera? “ di Robert M Sapolsky. Il libro in realtà parla poco di animali, è invece un bel malloppo che approfondisce in modo puntuale natura/sintomi e influenze causati dai vari tipi di stress. Partiamo ora dal capire cosa causa lo stress. Il termine inglese stressor (in italiano "agente stressante") si riferisce a stimoli di diversa natura che portano l'organismo e la psiche allo stress. Essi possono essere fisici (uno shock elettrico o un leone che ci insegue), ambientali-culturali (rumori, traffico, vicini di casa, una manifestazione), psicologici (un colloquio o un cliente importante), affettivi (un evento di perdita) e alimentari. Una discriminante importante è anche quella “dell’intermittenza”, cioè della cadenza dei momenti in cui siamo esposti all’attacco dello stressor. Si passa da un attacco di leone che magari dura un paio di minuti, fino ad arrivare ad uno stress “cronico”, cioè quel tipo di stress che non scende mai sotto un certo livello.
Ma passiamo alla nostra zebra. Una curiosità: occorre innanzitutto precisare che il loro corpo è nero con strisce bianche, e non il contrario, come si può essere portati a pensare. Inoltre i nostri amici non sono tra i più tranquilli della savana, le zebre sono esperte nella lotta e, se stimolate e nervose, possono diventare molto aggressive. Quale sarà il principale stressor della zebra? Decisamente direi il leone. Se si sente attaccata la zebra non te le manda a dire, non incassa silenziosa. Anzi lei scappa dal suo stressor, fino a raggiungere i 60km orari. “Non è mai stato possibile addomesticarla perché troppo impegnata a scappare ai suoi predatori; una vera e propria sopravvissuta, pronta a mordere e lottare con chiunque la minacci.” Che caratterino.. In più la nostra zebra è attentissima a tutto quanto le accade, ha gli occhi ai lati della testa, questa specie gode di un’eccellente senso della vista. A questo si aggiunge l’eccellente senso dell’udito, grazie alle grandi orecchie, in grado di muoversi in quasi tutte le direzioni. Insomma prima sta in guardia e se deve scappare riesce a farlo con grande scaltrezza in ogni direzione. Però vivere contando sulla velocità di fuga è un po’ pochino, quindi si nasconde tra l’erba aiutata a mimetizzarsi dalle strisce verticali. Visto che i felini sono daltonici non ha nemmeno bisogno di essere a colori. Non contenta di prendere in giro i felini per i loro problemi di vista, la zebra vive in gruppo e le strisce “unite” confondono i carnivori che non riescono a capire se si tratta di tanti animali o di un unico animale molto grande.
Mentre le zebre se ne stanno tranquille (ma attente) in gruppo, pensiamo ora al nostro impiegato. L’importante è avere sempre gli occhi spalancati e le orecchie tese, perché quando il livello diventa cronico lo stress ha già causato danni. Di fronte allo stressor (qualsiasi esso sia) l’impiegato prima deve scalciare, uscirne, venderne cara la pelle. Poi se l’attacco prosegue potrebbe essere costretto a darsela a gambe levate. L’impiegato potrebbe essere aiutato sia dal distrarsi che dal distrarre (come le strisce).
E se non ci riuscisse? Ora pensiamo al gruppo, assieme le cose si affrontano in modo diverso. Stando insieme potremmo anche sembrare un unico uomo (o donna) più grande, che sconfigge lo stressor. Decidete voi la composizione del gruppo, potrebbe essere la famiglia, gli amici, i colleghi, la squadra sportiva.
E se la differenza fosse davvero in quello? Che le zebre non si fanno addomesticare per non spezzare l’unione del gruppo? Se fosse la loro forza?
Sembra chiaro insomma che alle zebre non viene l’ulcera e non servono i gastroprotettori, ma questo è un argomento da veterinari.
Buona vita in gruppo, l’unione fa la forza. (anche nella lotta allo stress)