E se fosse l’ultimo taglio dei tassi?

E se fosse l’ultimo taglio dei tassi?

Il mercato

Il mercato azionario americano ha subìto il primo vero ribasso da agosto.

  • S&P 500 -1,99%
  • Nasdaq 100 -2,25%
  • Dow Jones Industrial -2,25%
  • Euro Stoxx 50 -2,13%
  • Dax -2,55%
  • FTSE MIB -3,22%

Aumento della volatilità: dopo un periodo di forte consenso ottimista, il mercato era più vulnerabile a episodi di aumento della volatilità.

  • Il VIX che misura la volatilità dell’indice S&P 500, è salito del 33% in settimana!

Nessun acquisto sui ribassi: il grande consenso rialzista ha portato molti investitori a investire tutta la liquidità e non hanno potuto acquistare durante questo ribasso.

  • Una ricerca di Bank of America ha dimostrato che la liquidità nei portafogli è al minimo storico a 3,9%.

Struttura tecnica compromessa: da un punto di vista tecnico la struttura rialzista dell’indice americano pare compromessa.

 

I settori: nell’ultima settimana i settori che hanno sovraperformato sono stati quelli più difensivi, oltre la tecnologia.

  • Hanno fatto peggio invece tutti quei settori che avevano trainato gli indici post elezioni, come i consumi discrezionali.


Le obbligazioni: dopo la riunione della Federal Reserve i rendimenti sono tornati a salire con forza

  • Il 10 anni USA si è portato sopra l’area 4,50%
  • Il 2 anni USA è salito solo fino a 4,32%
  • Il differenziale dei tassi è quindi tornato in area 0,22%.


 

Approfondimenti: entriamo ora nel dettaglio degli eventi per capire questi movimenti di mercato.


Inflazione come da attese

L’ultimo dato dell’anno sull’inflazione americana è uscito in linea con le attese ma comunque in salita.

  • L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è uscito al 2,7% anno su anno, in salita dal 2,6% del mese scorso.
  • L’inflazione core (che non tiene conto delle componenti più volatili quali cibo ed energia) è uscita al 3,3% per il terzo mese consecutivo.

Inflazione da servizi: tutti gli aumenti continuano a provenire dai servizi con la componente che sale del 2,7% anno su anno (in rosso).

  • Sembra comunque che si sia avuto un miglioramento sulla componente shelter (costo per gli alloggi) che è salita solo dello 0,3% nel mese (in blu).

 

Prezzi alla produzione: preoccupazioni sulla crescita dei prezzi la si è avuta anche dall’indice dei prezzi alla produzione (PPI) che è uscito al 3% anno su anno contro attese di 2,6%.

  • Ricordiamo che il PPI rappresenta i costi che pagano le aziende per produrre beni e servizi. In genere questi anticipano un aumento dei prezzi che le aziende mettono sui prodotti finali (ossia CPI).

Tendenza a risalire: sembra quindi ci sia una tendenza a risalire dei prezzi visto che l’attuale report ha rivisto al rialzo anche il dato del mese precedente.

 

PCE migliore delle attese: l’indice delle spese personali per i consumi (PCE) è uscito invece migliore delle attese.

  • PCE anno su anno a 2,4% contro attese di 2,5%

Investitori rasserenati: questo ha tranquillizzato il mercato rispetto al fatto che i prezzi non sembra stiano riaccelerando in modo troppo preoccupante.

Due dati diversi: il PCE è uscito diverso rispetto al CPI perché il calcolo dei due indici è differente. Non ce n’è uno giusto e uno sbagliato:

  • Gli investitori guardano di più al CPI
  • La Federal Reserve tiene in considerazione il PCE per il target del 2% dell’inflazione

 

L’inflazione è ancora qui: qualsiasi dato si guardi, comunque, ci sono indicazioni sul fatto che l’inflazione cominci a far fatica a scendere da questi livelli. Non è preoccupante ma bisognerà fare i conti con il rialzo dei prezzi ancora per un po’ di tempo.


La FED taglia i tassi ma spaventa i mercati

La Banca Centrale americana ha tagliato i tassi di 25 punti base, portandoli al range 4,25% - 4,50%

  • Il taglio era ampiamente atteso dal mercato.

E ora… pausa: nonostante il taglio, Powell ha fatto intendere che la FED prenderà una pausa dai tagli perché l’inflazione è vista in aumento.

Inflazione più alta nel 2025: secondo le previsioni della FED, l’inflazione nel 2025 sarà al 2,5% rispetto alle precedenti proiezioni di settembre che la vedevano a 2,1% (in rosso)

Miglioramento anche dell’economia: contestualmente la Banca Centrale ha migliorato al rialzo la previsione sul PIL (dal 2% al 2,1%) e al ribasso quella sulla disoccupazione (dal 4,4% al 4,3%) (in blu).

Solo 2 tagli nel 2025: nel 2025 ci saranno solo 2 ribassi da 25 punti base con la FED che vede i tassi a 3,9% rispetto al 3,4% di settembre (in verde).

  • Si tratta quindi di un forte ridimensionamento che ha spaventato i mercati.


La previsione dei mercati: secondo le probabilità implicite nei contratti derivati sul tasso FED, nel 2025 ci sarà addirittura solo 1 taglio, a maggio.


 

Focus sull’inflazione: in settimana si sono sprecati i commenti di analisti e giornalisti sul fatto che gli investitori sono tornati a preoccuparsi dell’inflazione e nel 2025 potremmo assistere ad un altro 2022.

Posizionamento degli operatori: la reazione violenta è data soprattutto dal posizionamento degli operatori che hanno poca liquidità nei portafogli.

L’atteggiamento della FED: la banca centrale non ha cambiato di molto il suo atteggiamento. Anzi, questo appare abbastanza centrato vista la situazione che stiamo vivendo.


BCE taglia i tassi e si mostra più accomodante

Anche la Banca Europea è intervenuta tagliando i tassi di 25 punti base.

  • La riunione è stata molto più accomodante vista la situazione europea più difficile.

Economia debole: a differenza della FED, la BCE non deve preoccuparsi dell’economia europea che risulta essere più debole del previsto.

  • La Bundesbank ha tagliato le previsioni di crescita sul PIL tedesco a -0,2% per il 2024 rispetto al precedente +0,3%.

L’incognita inflazione: oltre all’economia, anche fare previsioni sull’inflazione è molto difficile. Da un lato vi sono le tariffe di Trump che potrebbero alzare i prezzi. Dall’altra, invece, le politiche fiscali espansive rischiano di far tornare la fiammata dell’inflazione.

La previsione dei mercati: il mercato stima ora circa 125 punti base di ulteriori tagli per il prossimo anno (ossia 5 tagli, rispetto ai 2 della FED).


La prossima settimana faremo il punto della situazione di questo 2024 e ciò che potremmo aspettarci nel 2025.

Vi auguriamo un Buon Natale a voi e alle vostre famiglie!

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